Un gap si presenta come un buco, visibile nei grafici a barre e quelli a candele; è un’area dei prezzi su cui non si è verificato alcun scambio.
Per esempio, in un grafico con barre o candele giornaliere, in un trend rialzista i prezzi aprono sopra il massimo del giorno precedente lasciando sul grafico un buco (upside gap), che non viene colmato durante l’intera seduta.
Al contrario, il down side gap si forma in un trend ribassista quando il massimo della giornata sarà inferiore al minimo della seduta precedente.
Nel caso in cui i gap compaiano sui grafici con barre o candele settimanali, mensile, ecc, la loro valenza sarà maggiore.
Semplificando, possiamo dire che i gap down/gap up rappresentino una catena al collo per ogni trend ribassista/trend rialzista.
Alla loro formazione può succedere che:
  • il trend sia talmente forte che prosegua il ribasso/rialzo incurante del gap (immaginate una persona legata, talmente forte che correndo spezzi la catena);
  • il trend lasci spazio ad un rimbalzo/correzione, il quale provi a giungere fino al minimo/massimo della prima seduta, chiudendo il gap (immaginate in tal caso una persona che, sentendosi trattenere, torni sui suoi passi per sciogliere la catena).
Statisticamente, in più del 90% dei casi i gap comparsi in apertura sono colmati entro la chiusura (per cui nel grafico non compariranno), motivo per il quale sono rari.
Nel caso in cui siano ricoperti, come spesso capita, in giornata, sarà importante osservarne il modo: se il mercato dopo aver chiuso il gap riprende il proprio movimento avremo un messaggio di continuazione, ma se invece il mercato dopo aver chiuso il gap proseguirà nel ritracciamento allora avremo un segnale di possibile inversione.
Esistono tre tipi di gaps:

·     il breakaway gap si manifesta solitamente in concomitanza con importanti formazioni ed in genere segnala l’inizio di un significativo movimento di mercato.
Tale gap si verifica spesso in concomitanza con il completamento di una figura base, di cui il gap non fa altro che segnalarne il completamento.
Solitamente si manifesta con forti volumi e spesso non vengono colmati.
Più forte è il volume che lo accompagna e più rara è la possibilità che il gap sia colmato.
I prezzi potrebbero ritornare a testare l’area di gap ma senza chiuderla o coprendola solo in parte; la chiusura completa del gap andrebbe letta come un segnale di debolezza del trend appena iniziato.
·     il runaway o measuring gap si forma dopo che un movimento è stato in atto per un certo periodo; talvolta, a metà formazione, i prezzi tendono a formare un gap che inverte un mercato che correggeva (rispetto al trend in essere) con pochi volumi.
In un trend rialzista  un segnale molto forte, mentre in un trend ribassista indica debolezza.
Solitamente si manifesta a metà del trend: misurando la distanza a partire dal brekaway gap o da una rottura fino al measuring gap, si potrà determinare la probabile futura estensione del trend, raddoppiando il percorso già fatto.
La chiusura completa del gap andrebbe letta come un segnale di debolezza del trend in atto.
·     l’exhaustion gap si verifica alla fine di un movimento del mercato.
Vicino alla fine di un trend i prezzi tendono ad accelerare (al rialzo od al ribasso a seconda della direzione del trend in atto) con un ultimo guizzo formando un gap che però viene chiuso dopo un pochi giorni; questo indica la chiusura la fine del trend in atto.

In sintesi i gap rialzisti sono segnali di forza quando appaiono sui minimi o a metà trend, ma annunciano un probabile indebolimento del trend rialzista quando compaiono dopo una fase di buona continuità; viceversa per i gap ribassisti.

Talvolta, dopo la formazione di un exhaustion gap, è seguito dopo qualche giorno da un breakaway gap di tendenza opposta, dando vita ad una figura detta island reversal, che solitamente indica un’inversione di tendenza di una certa consistenza.

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