Currently viewing the tag: "Exit strategy"

Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 2.502 punti, registrando un +0,06%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +0,08%.

La notizia finanziaria della settimana è senza dubbio l’annuncio da parte della Yellen della riduzione progressiva, a partire da Ottobre, dell’acquisto dei tresury e degli MBS (Mortgage-backed securities).

Chiariamo.

Di seguito l’elenco dei QE della FED cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio:

  1. QE1 = 1.700 MLD dollari (mediamente 106,25 MLD al mese) da dicembre 2008 a marzo 2010;
  2. QE2 = 600 MLD (75 al mese) da novembre 2010 a giugno 2011;
  3. QE3 = 40 MLD al mese dal 14 settembre 2012, innalzati a 85 MLD dal 14 dicembre 2012; da gennaio 2014 inizio  la fase di tapering (rientro graduale del QE) conclusa ad Ottobre con l’azzeramento della QE3.

Si potrebbe comprensibilmente pensare che il sostegno della FED fosse terminato con la conclusione dell’ultimo QE.

In realtà, seppur la Banca Centrale degli Stati Uniti abbia cessato l’acquisto di bond attraverso denaro fresco, negli ultimi tre anni ha proseguito il reinvestimento dei rimborsi dei titoli in portafoglio, mantenendo così inalterato il proprio bilancio.

Bene, a partire da Ottobre questa operazione di riacquisto sarà gradualmente ridotta e, conseguentemente, anche il bilancio della Federal Reserve:

Bilancio Federal Reserve

 

Si osservi come il bilancio della Banca Centrale americana dal 2008 al 2014 sia quasi quintuplicato, per poi rimanere, alla conclusione del QE3, stazionario.

Si sta quindi parlando di un mare di liquidità al quale si aggiunge quella derivante dal ricorso alla leva finanziaria (margin debt).

Liquidità che è risultata determinante per il rialzo dei mercati finanziari (di riflesso anche per i listini di tutto il mondo).

Pertanto un rialzo alimentato prevalentemente dalla liquidità e parzialmente (ma non proporzionalmente) dalla ripresa economica.

Se tanto mi da tanto, se il rialzo è stato favorito anche dall’innalzamento del bilancio USA, è lecito credere che una riduzione di quest’ultimo è elemento penalizzante.

Concludo chiarendo che con questo post s’è voluto metter luce su un aspetto importante che col tempo (ma non necessariamente nell’immediato) influirà.

Al momento, seppur con tutti gli eccessi del caso, il trend della borsa americana è positivo e sono assenti segnali di stop/inversione.

Riccardo Fracasso

Tagged with:
 
Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.