Questo fine settimana andiamo ad esaminare la situazione dell’oro.
Prima di iniziare, sono doverose alcune premesse.
Andremo ad esaminare grafici di lunghissimo termine, addirittura su base annuale, che ci consentiranno di non farci distogliere dai movimenti di breve e di medio periodo e ci permetteranno di focalizzarci esclusivamente sul movimento di fondo.
Ribadisco delle precisazioni già scritte in passato: è sempre delicato per chi pubblica analisi annunciare obiettivi potenziali di ampio respiro, sia perchè nel farlo tra i lettori c’è chi si aspetta che i target siano raggiunti dall’oggi al domani, sia perchè nel lungo termine le cose possono cambiare (rendendo anche ridicoli certi target).
Nel pubblicare simili analisi compio un atto di fiducia nella vostra capacità, dopo circa un decennio che esiste Finanza e Dintorni, di saper dare la giusta chiave di lettura a quanto scrivo.
Possiamo distinguere innanzitutto due movimenti:
- il rialzo decennale (A-B) che dal 2001 al 2011 ha portato le quotazioni dell’oro da un minimo di 254 dollari ad un massimo di 1.921 (+656%);
- la successiva forte correzione che ha portato ad un minimo di 1.046 dollari (C), mettendo pressione all’area del 50% di Fibonacci (1.087 dollari).
Da lì la tenuta di tale area, e qualcuno di voi credo ricorderà che tra le mie analisi, dopo quel minimo, non passò tanto tempo che si iniziò ad ipotizzare un’inversione rialzista.
Nel corso degli ultimi anni, soprattutto dell’ultimo, è comprensibile la crescente tentazione di prendere profitto via via che i prezzi salivano sempre più.
E’ lecito pensare che tra chi è caduto in tentazione solo una ridotta percentuale (in particolar modo i trader professionisti) sia stata in grado di rientrare a prezzi inferiori, mentre la maggioranza lo ha fatto a prezzi superiori a quelli di vendita o è rimasta fuori nella vana attesa di una correzione che portasse i prezzi al di sotto dei livelli d’uscita.
Per ora, quindi, ha vinto l’investitore a tutto tondo, quello incurante delle correzioni e focalizzato unicamente sul target finale.
A proposito di target finale, è possibile trovarne alcuni potenziali applicando le estensioni di Fibonacci ai punti A-B-C:
L’obiettivo meno ambizioso è in area 2.076 dollari (estensione del 61,8%)
Tuttavia, è bene tener presente che dal punto di vista statistico il target finale che più spesso si rileva corretto è quello dell’estensione del 100% che, nel caso specifico, è in area 2.713 dollari.
Ammesso e NON concesso che tale target sarà effettivamente raggiunto, servirà tempo e di certo il percorso non sarà privo di fastidiose correzioni intermedie di medio periodo.
Si ribadisce un concetto: se (ripeto SE) tale lettura grafica si rivelerà corretta, i margini di rialzo saranno evidentemente molto ampi.
Personalmente la trovo una ipotesi credibile sia dal punto di vista grafico che del contesto, perlomeno meritevole di essere tenuta sul tavolo di lavoro e di essere monitorata con lo spirito paziente del buon investitore.
Riccardo
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