Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 15.181 punti, registrando un -0,09%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -3,73%.
Ultime sedute:
Recentemente s’erano evidenziate le continue inversioni dei trend, ma tale alternanza è normale nelle fasi di congestione come quella appena trascorsa.
Ora, finalmente, abbiamo tre trend ben definiti, essendo tutti saldamente impostati al ribasso.
La scorsa settimana, dopo aver evidenziato un triangolo rialzista in fase di formazione, si specificò:
“Tuttavia, è bene chiarire ancora una volta che fino a che non s’avrà una rottura della trendline T1 il triangolo sarà da ritenersi una semplice ipotesi di lavoro e lo scenario di un minimo più profondo del primo di ottobre (15.056) rimarrà plausibile.
Ritengo che l’andamento dei listini americani inciderà notevolmente sull’esito del nostro mercato.
Il MACD settimanale dello S&P 500 ribassista (almeno fino a ieri), la discreta forza del dollaro (inversamente proporzionale ai mercati azionari) e l’RSI a 2 giorni del nostro FTSE MIB tirato verso l’alto, mi portano ad affermare che una eventuale rottura del triangolo sia possibile ma improbabile nell’immediato.”.
Grafico aggiornato:
Come potete osservare, a distanza di una settimana, non solo non s’ verificata la rottura della trendline T1 ma abbiamo assistito persino alla perforazione della T2, che significa negazione del triangolo.
I listini americani hanno, come da previsione, realmente inciso sul nostro mercato.
Le notizie negative non sono concluse:
Negato il triangolo di continuazione rialzista, compare un testa e spalle di inversione ribassista.
Si passa quindi da uno scenario potenzialmente positivo ad uno negativo che, peraltro, non è da considerare in formazione perchè è già completato.
Ora un pò di didattica che so interessare a molti appassionati di analisi tecnica e che può comunque esser d’utilità anche a chi appassionato non è.
Il nome di questa configurazione deriva dalla sua rappresentazione grafica che ricorda, per l’appunto, la testa e le spalle di una persona.
Come detto, si tratta di una figura di inversione ribassista, ed in quanto tale necessita della presenza di un trend chiaramente rialzista da invertire; nel caso in oggetto tale requisito è rispettato.
Il mercato, in chiara fase ascendente, dopo aver segnato un massimo (M1), corregge fino ad un minimo (m1), per poi ripartire verso l’alto e registrare un massimo crescente (M2) rispetto al precedente.
A questo punto il mercato ritraccia nuovamente toccando un secondo minimo (m2) superiore o in linea al precedente (m1); il secondo minimo, ad ogni modo, è inferiore al supporto costituito dal primo massimo (M1), e già questo costituisce un campanello d’allarme.
Dal secondo minimo il mercato riparte ma segnando un picco (M3) inferiore al precedente (M2); si interrompe quindi la sequenza di massimi crescenti, il che rappresenta un ulteriore motivo di allerta.
Da qui s’avvia un ribasso che consente la rottura della trendline ottenuta unendo i due minimi (m1 e m2), la cosiddetta neckline (tradotto: linea del collo) che nel grafico corrisponde alla linea tratteggiata nera.
La rottura della neckline certifica la formazione del testa e spalle ribassista; già in questa fase è finanziariamente corretto aprire posizioni short.
A questo punto il mercato può dirigersi direttamente verso gli obiettivi del calo o rimbalzare con l’intenzione di testare la neckline, riconoscendola come ex supporto e nuova resistenza (movimento chiamato pull back); nel secondo caso si apre una seconda occasione per aprire posizioni short.
Per calcolare l’obiettivo si considera l’altezza della testa (nel grafico linea tratteggiata blu) tracciando una verticale dal secondo massimo (M2) alla neckline e la si proietta dal punto di rottura della neckline.
Precisazione: l’obiettivo indicato è un obiettivo minimo, il che significa che il ribasso si estenderà almeno fino a quell’area; nel caso di prosecuzione della discesa, il successivo obiettivo diventerebbe il minimo dal quale è partito il trend rialzista preesistente.
Mettendo in pratica quanto finora scritto, l’obiettivo minimo del ribasso del Ftse Mib è area 13.680 punti; rotto tale livello, il successivo target diverrà il punto dal quale il rialzo preesistente si è avviato, ossia area 12.300 punti.
Per quanto ovvio, il testa e spalle, come qualsiasi configurazione grafica, indica lo scenario più probabile ma non quello certo; ciò premesso, si potrà parlare di negazione nel caso in cui il Ftse Mib, in caso di eventuale risalita, dovesse oltrepassare in modo netto la neck line, che al momento transita a 15.500 punti (essendo inclinata verso l’alto tale valore è destinato a salire col passare del tempo).
In precedenza s’è spiegato come l’obiettivo possa esser raggiunto tutto d’un fiato o dopo che il mercato ritracci verso la neck line, riconoscendola come nuova resistenza.
Al momento, esistono diversi motivi secondo i quali ritengo probabile un tentativo di pull back:
-
l’RSI a 2 giorni indica un forte ipervenduto;
-
la tenuta della media mobile a 200 giorni (linea viola – vedi grafico nr. 2);
-
l’ultima candela è un hammer rialzista.
Ad ogni modo, ne sapremo di più tra poche ore, con la chiusura dello S&P 500 che potrebbe rafforzare o indebolire l’ipotesi di pull back.
La fase di pull back è una fase delicata perchè, nel ritracciare, un mercato potrebbe proseguire ed oltrepassare la resistenza in oggetto, vanificando la precedente rottura; tuttavia, nel caso specifico ritengo improbabile il superamento convinto della neck line, sia perchè i trend sono chiaramente negativi (tanto da poter sopportare recuperi ampi senza invertire – vedi grafico nr. 2), sia per la non rosea situazione grafica dello S&P 500.
Nel caso in cui il pull back dovesse effettivamente verificarsi, s’aprirebbe la possibilità di un’operazione short, ovviamente da accompagnare con stop loss appena sopra la neck line.
Riccardo Fracasso
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