La IMD è una business school (scuola d’affari) che, tra l’altro, dal 1989 pubblica annualmente, a Maggio, il World Competitiveness Yearbook (WCY), una classifica sulla competitività di 63 Paesi tra i più importanti al mondo.
Difatti, i risultati di un’impresa non dipendono esclusivamente dalla propria qualità, ma anche dal contesto nel quale esse operano.
Fino al 1996 erano stese due graduatorie (economie avanzate ed economie emergenti), ma dal 1997, col processo della globalizzazione, s’è deciso di unificarle.
Il WCY è considerato il punto di riferimento mondiale sulla competitività delle nazioni, tant’è che è utilizzato dalle aziende (per determinare gli investimenti), dai Paesi (per stabilire le politiche da attuare) e dagli studiosi (per apprendere ed analizzare).
Esso esamina la capacità delle nazioni di creare e mantenere un ambiente in cui le imprese possano competere.
Sono oltre 340 i parametri presi in considerazione dal WCY tra i quali ricordo alcuni dei più importanti: la valuta, il mercato del lavoro, la pressione fiscale, la capacità produttiva del tessuto economico, le infrastrutture, gli investimenti, l’istruzione, un ceto medio numeroso, la burocrazia, la qualità della vita, la presenza nel territorio di materie prime, il patrimonio culturale, l’efficienza del governo, l’ambiente, la salute, il livello dell’inflazione, la demografia, la ricerca e l’innovazione, la diversificazione, la coesione sociale, ecc.
Ecco la classifica diffusa in questi giorni dall’IMD:
Punti da evidenziare:
- gli Stati Uniti perdono 2 posizioni cedendo il primato a Singapore;
- il primo Stato Europeo è la Svizzera (4°);
- il primo Stato dell’Unione Europea e dell’Area Euro sono i Paesi Bassi (6°);
- il Paese col maggiore miglioramento è l’Arabia Saudita, con ben 13 posizioni guadagnate rispetto al 2018 (dal 39° al 26° posto);
- la peggiore discesa è del Cile, con 7 posizioni perse rispetto all’anno scorso (dal 35° al 42° posto);
- anche quest’anno nessun Paese tra quelli dell’America Latina rientra tra i primi 30 posti;
- l’Italia scende dal 42° al 44° gradino.
Nella tabella seguente, invece, i primi 15 stati col dettaglio della posizione per le 4 singole macro-categorie (economia, efficienza governativa, efficienza attività commerciale ed infrastrutture):
Infine, il posizionamento dell’Italia nelle principali singole competenze:
Il mercato del lavoro in generale, la finanza pubblica, la politica fiscale e le infrastrutture basilari risultano aree con grande margine di miglioramento per l’Italia.
Bene, invece, il commercio internazionale, le infrastrutture scientifiche, dell’ambiente e della salute.
Riccardo Fracasso
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