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Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.044 punti, registrando un -0,84%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -0,65%.

Diversamente dal solito, in questa analisi non posterò alcun grafico, che poco o nulla aggiungerebbe a quanto già è di nostra conoscenza, ossia che il trend di fondo dello S&P 500 resta saldamente rialzista.

Ritengo più utile elencare le uniche vere strade in grado di invertire tale trend, in atto dal marzo 2009:

  1. un evento esogeno di estrema gravità (per esempio, la spaccatura dell’Area Euro) diffonde panico e spinge gli investitori ad abbandonare definitivamente qualsiasi attività rischiosa e proteggersi con beni rifugio;
  2. la chiusura di molte posizione a leva degli investitori con l’inversione al ribasso del margin debt;
  3. un deciso rialzo dei rendimenti ricrea valore sul mercato obbligazionario, diventando un’alternativa conveniente.

Premesso che le inversioni di lungo termine sono alquanto rare, ora esaminiamo punto per punto:

  1. pur essendo presenti alcune minacce (assolutamente da monitorare), è assai raro assistere ad eventi in grado di causare un’inversione di lungo termine in un contesto assolutamente pro-borse (tassi zero e carenza di alternative);
  2. per quanto gli attuali valori della leva finanziaria siano elevatissimi (ben superiori a quelli che precedettero il crollo avviatosi nel 2007), la tendenza rimane positiva ed anticipare un’inversione di lungo termine in un contesto favorevole ai mercati azionari appare, secondo il mio giudizio, finanziariamente sbagliato;
  3. al momento i rendimenti offerti dal mercato obbligazionario (considerato nel suo complesso) descrivono un asset privo di valore e quindi  alquanto sconveniente (aspetto favorevole al mercato azionario)  e lontano dal rappresentare una alternativa appetibile per gli investitori.

In buona sostanza, pur consapevole degli svariati eccessi del mercato azionario americano (peraltro più volte evidenziati), ritengo che al momento le possibilità di un’inversione di lungo termine per lo S&P 500 siano piuttosto marginali.

Riccardo Fracasso

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