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Al di là di quelle che, al momento, possono essere ancora considerate come fisiologiche prese di beneficio, sui mercati sta emergendo un aspetto che merita un approfondimento.

A fine gennaio la società cinese DeepSeek ha lanciato R1, un sistema di IA (Intelligenza Artificiale) con costi irrisori rispetto a quelli già presenti sul mercato.

Pertanto, di punto in bianco i colossi americani si sono risvegliati da un bel sogno scoprendo l’esistenza della concorrenza.

Nel frattempo, rispetto ai massimi, le azioni di Nividia e di Google hanno perso il 18%, quelle di Meta il 10%.

Problemi a soddisfare le aspettative anche per Tesla (-40% del titolo dai massimi), alimentate solo pochi mesi fa dal suo amministratore delegato, Elon Musk, che affermò che per il 2025 sarebbe stato possibile un incremento delle vendite del 20-30%.

Un dato per tutti può riportare alla realtà: a gennaio le vendite di Tesla sono scese del 45% in Europa!

In generale, la società soffre, principalmente per la concorrenza cinese e per il rallentamento della domanda interna americana.

E se svariate aziende internazionali statunitensi non se la passano granché bene, in Europa non si fanno salti gioia: recentemente Christine Lagarde ha definito “troppo ottimistiche” le attese economiche, sottolineando il probabile affievolirsi, a causa dei dazi, di quella domanda esterna che nell’ultimo biennio aveva spinto la crescita.

La buona notizia è che il VIX (18,9%) e il VSTOXX (17%), pur in aumento, sono ancora a buona distanza dai livelli di allerta (sopra il 25%); nel caso in cui dovessero superare stabilmente tali valori, prenderebbe forma la cattiva notizia: i margini di calo, considerati gli eccessi raggiunti sulla base di aspettative utopistiche, sono molto ampi.

Riccardo Fracasso

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