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I REPO 105 sono operazioni di pronti contro termine (vendite con patto di riacquisto) con cui le banche, a pochi giorni dalle trimestrali, ricevono denaro da una controparte impegnandosi a restituirlo maggiorato di interessi pari al 5%, all’inizio del trimestre successivo.
 
Le somme incassate sono impiegate per ridurre notevolmente e temporaneamente i debiti esistenti, mentre l’operazione di REPO 105 è trattata fiscalmente come una vendita, pertanto, non è contabilizzata come ciò che in realtà è: debito.
 
Si fa così scomparire, ma solo virtualmente e per i pochi giorni in cui sono diffuse le trimestrali, una porzione significativa del disavanzo.
Nel concreto, però, il debito non cala, mentre la liquidità diminiuisce a causa degli ingenti interessi da pagare alla controparte.
 
Il REPO 105 è quindi un’operazione di window’s dressing (‘abbellimento della finestra’), utilizzata per presentare bilanci migliori a quelli reali, che consentono ai manager di assegnarsi bonus tanto alti quanto immeritati.
 
Inoltre, rendicontazioni migliori consentono rating più alti (ma immeritati) permettendo alle banche di raccogliere denaro a basso costo.
 
Tale operazione (attuabile dal 2001, e molto utilizzata dal 2008 in poi) è, come la modifica del IAS 39, un enorme passo indietro nei confronti della trasparenza.
 
E’ bene ricordare che il REPO 105 permise alla Lehman Brothers, a pochi mesi dal fallimento, di far apparire i propri conti in ordine, mantenendo così il massimo rating (AAA) ed ingannando di conseguenza gli investitori.
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