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In più occasioni s’è precisato come il rialzo della borsa americana poggiasse principalmente sulle aziende tecnologiche con maggior capitalizzazione (Apple, Microsoft, Google, Amazon, Tesla e Meta (Facebook)), in grado di macinare utili su utili e mascherare le difficoltà crescenti di molte altre imprese (a fine settembre il 60% delle 3000 società quotate sull’indice Russell non riusciva a generare utili).

Se da una parte le eccezionali performance di questi pochi titoli hanno permesso una strepitosa ascesa degli indici americani, dall’altra un’eccessiva concentrazione rappresenta un rischio.

Rischio che si è concretizzato con forza col nuovo anno.

Alcuni segnali di debolezza sono emersi già nel secondo semestre 2021, tant’è che dall’estate scorsa ipotizzai un indebolimento in termini di forza relativa del Nasdaq rispetto allo S&P 500, a fronte del raggiungimento degli stessi livelli raggiunti nel marzo 2000:

Tale aspetto ci fa pensare a un’inversione più affine a quella avviata nel 2000 rispetto quella iniziata nel 2007:

  • Mentre nel secondo caso le discese del Nasdaq e dello S&P 500 furono praticamente identiche (55 e 57%), nel primo l’indice tecnologico perse molto di più (78% contro il 50%).
  • Nel primo caso la recessione fu relativamente lieve e breve (8 mesi) nel secondo pesante e lunga (18 mesi).
  • Il nostro Ftse Mib (contrariamente al DAX) si deprezzò più nella seconda (-72%) che non nella prima (-59%), e ciò si spiega per la maggior presenza di titoli bancari rispetto a quelli tecnologici.

Con ciò non si vuol dire che andremo ad assistere esattamente alla storia vissuta nel 2000-2002, ma che in questo momento ci sono maggiori analogie con quel crollo.

Se poi a tale contesto dovessero aggiungersi elementi in grado di causare una crisi bancaria, allora la situazione si appesantirebbe, sommando gli aspetti negativi del 2000 a quelli del 2007.

Va anche tenuto che in entrambi i precedenti presi in esame vi fu una recessione che al momento gli indicatori (in primis la forma della curva) non segnalano e che, quindi, non possiamo dare per scontata.

Riccardo Fracasso

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