Circa un mese fa (3 Luglio), esaminando la situazione dei mercato obbligazionario pubblicai, tra l’altro, una tabella che riportava in ordine decrescente i titoli a seconda del loro rendimento reale:
Di seguito la tabella aggiornata in ordine alfabetico:
In questa tabella vi invito a prestare attenzione alla colonna centrale che ospita i dati dei rendimenti lordi (non quelli reali).
Premessa: l’andamento del prezzo di un titolo obbligazionario è inversamente proporzionale al suo rendimento lordo, per cui un calo del rendimento significa un apprezzamento del titolo.
I migliori risultati si trovano proprio all’interno dei titoli suggeriti circa un mese fa attraverso la ‘strategia dei rendimenti reali’, e sono quelli del decennale italiano e di quello spagnolo.
Tuttavia, da segnalare acquisti consistenti anche su titoli a rating elevato come il Canada, la Germania, i Paesi Bassi, il Regno Unito e la Svezia, tutti al di fuori della cosiddetta ‘area verde’.
Il peggior risultato appartiene al decennale russo (che non era indicato tra i preferiti), ma non poteva essere altrimenti viste le tensioni generate dall’abbattimento dell’areo malese.
Ora vediamo sempre la tabella aggiornata ma ordinata in funzione dei rendimenti reali:
Aumenta di una unità il numero di titoli con rendimento reale superiore al 2% (da 6 a 7) grazie all’ingresso della Cina.
Nella seguente tabella si propone il riepilogo delle medie alle varie rilevazioni calcolate negli ultimi mesi:
Nonostante un ulteriore lieve riduzione dei rendimenti lordi complessivi (prezzi decennali ai massimi) e dei rendimenti reali (quindi scarsa convenienza) la situazione generale è pressoché invariata.
Si ribadisce ancor una volta la carenza di valore.
In generale, è finanziariamente corretto:
- la carenza di convenienza impone selettività, quindi, per la parte che si decide di investire nel mercato obbligazionario preferire i titoli indicati dalla ‘strategia dei rendimenti reali’, ma riducendo comunque notevolmente la duration;
- evitare i titoli emessi da Paesi come Regno Unito e Stati Uniti, la cui politica monetaria, seppur ancora espansiva, è in via di restringimento;
- per acquisti decisi attendere una correzione significativa in grado di ricreare valore.
Se a quest’ultimo punto si aggiunge che anche alcuni importanti listini azionari (Stati Uniti e Germania in primis) sono alquanto tirati, si capisce che l’attuale contesto finanziario non è facile per gli investitori.
In questa fase è ancor più vera la regola secondo cui la preservazione del capitale prevale sulla ricerca del rendimento.
Saggio quindi giocare in difesa.
Riccardo Fracasso
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