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Nel check up del 13 maggio pubblicai un’analisi (pg. 25) condotta personalmente che evidenziava come negli ultimi 25 anni di storia il 100% (7 su 7) dei più importanti bottom e top dello S&P 500 sono stati “registrati in mensilità appartenenti alla cosiddetta stagionalità favorevole per i mercati (ottobre-aprile).

Statistica che mi portò ad affermare che “probabilmente il bottom di questa discesa cadrà tra ottobre di quest’anno e aprile del prossimo.”.

Nel frattempo il listino americano ha effettivamente segnato un minimo proprio all’inizio di questa fase (13 ottobre a 3.491 punti).

Altri elementi, però, incoerenti con un bottom finale (forma della curva dei rendimenti, sesto stadio del ciclo economico, livelli della volatilità, sottovalutazione borsa americana, ecc.) suggeriscono un minimo inferiore a quello visto.

Con l’ultimo check up di settembre, l’analisi di Fibonacci evidenziò delle potenziali aree di target:

  • 3.200 punti;
  • 2.750;
  • 2.200.

Il bottom azionario, come scritto, cade nel sesto stadio, contraddistinto dall’inizio del taglio di interessi da parte della FED.

Chi fa analisi finanziarie ha l’ingrato quanto affascinante compito di non basarsi su certezze ma su statistiche che, se anche rispettate in passato nel 100% dei casi, non costituiscono regola per il futuro.

Ciò premesso, coniugando le diverse informazioni, entro aprile 2023 ci attende una forte ondata ribassista (almeno 17 punti percentuali rispetto ai valori attuali), una consistente impennata della volatilità e il taglio dei tassi di interesse da parte della FED.

Monitoreremo con doverosa elasticità.

Riccardo Fracasso

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