From the daily archives: sabato, Ottobre 9, 2010
Esistono svariati metodi di individuazione del trend: c’è chi utilizza Fibonacci, chi usa le medie mobili spostate, chi il MACD, chi le trendline, ecc.
Personalmente, come ben sapete, utilizzo le medie mobili spostate, ma ciò non significa assolutamente che ritenga errate le altre metodologie.
V’è una certà ambiguità, inoltre, nel definire il trend.
Chiarisco: un trend può esser breve per me, ma lungo per un trader o brevissimo per un cassettista.
Personalmente, nelle analisi che pubblico giornalmente, considero le medie mobili giornaliere spostate nel seguente modo:
  • la 3+3 per il breve termine;
  • la 7+5 per il medio termine;
  • la 25+5 per il lungo termine.
Sono consapevole che l’inversione della 25+5 non possa invertire la tendenza di fondo di un mercato, ma per la mia operatività, che va collocata tra quella del trader e quella del cassettista, ritengo tale metodo il più adatto.
Se dovessi passare ad un’operatività da cassettista potrei decidere di elevare i parametri temporali delle medie mobili spostate.
In tal caso potrei individuare:
  • il trend di breve termine con la media mobile di 7 giorni spostata di 5 giorni;
  • il trend di medio termine con la media mobile di 25 giorni spostata di 5 giorni;
  • il trend di lungo termine con la media mobile di 3 settimane spostata di 3 settimane.
Inoltre, nel caso di un’orizzonte temporale ancor più lungo, si dovrebbero incrementare ancor più i propri riferiementi temporali.
Non escludo che nei prossimi Check up, le cui analisi sono rivolte ad un’opeartività di più ampio respiro, si possa apportare qualche modifica.
La definizione di Trend di Breve, Medio e Lungo periodo è legata all’orizzonte temporale in cui si sviluppa il trend stesso. I parametri di tempo che sono utilizzati non sono esattamente uguali per tutti gli analisti, in ogni caso la suddivisione maggiormente riconosciuta è la seguente.
Si considera di lungo periodo un trend che può essere analizzato in un orizzonte temporale di un anno o superiore. Quindi movimenti direzionati di 1, 2 o 5 anni sono trend di lungo periodo. Si definisce trend di medio periodo un movimento grafico dei prezzi che si sviluppa in un arco di tempo compreso fra i 3 mesi e le 3 settimane. Infine si considera trend di breve periodo, un trend con orizzonte temporale inferiore alle tre settimane.
Le definizioni riportate si rifanno alla teoria di Charles Dow.
La suddivisione naturalmente nella realtà non è così rigida, nel senso che un trend della durata di 5 mesi, può essere considerato di medio periodo, cosi come può capitare che un movimento direzionato di 1 mese (quindi superiore alle 3 settimane) sia considerato di breve periodo. Naturalmente nel momento in cui si osservano grafici con frequenza di rilevazione inferiore alla giornata di Borsa (grafici Intraday) si entra ad operare in un orizzonte temporale di brevissimo periodo che non rientra più nelle categorie descritte. Per un analista tecnico la stessa distinzione fra breve, medio e lungo periodo, è applicata al concetto di trend primario, trend secondario e trend minore .Dove il trend primario corrisponde al lungo periodo, ma ciò che è interessante è che si tratta del movimento principale del mercato, alla luce del quale valutare il comportamento dei prezzi anche in ottica ravvicinata, proprio per questo motivo, quindi, il numero di anni o mesi diventa meno vincolante. Il trend secondario coincide con il trend di medio periodo e rappresenta una correzione o una pausa rispetto al trend primario. Infine il trend minore coincide con il trend di breve periodo, e corrisponde ad una correzione o ad un movimento interna al trend secondario.
Esiste una certa ambiguità sui differenti metodi da utilizzare per definire i trend.
Chi invece opera a breve/brevissimo termine dovrà accorciare i periodi di tempo del trend.
Pertanto, può capitare, per esempio, che quello che un investitore di medio/lungo termine considera un trend minore positivo, per un investitore di breve termine è un trend primario positivo.
L’importante è capire con che orizzonte temporale si vuole operare.
Il trend primario serve ad individuare l’obiettivo di fondo, il trend secondario solitamente è quello normalmente più seguito, poiché può durare diversi mesi, mentre quello minore serve per stabilire il timing di entrata.
Esiste un’altra regola di massima che consiglia di individuare e seguire il trend dominante nel grafico con durata tripla o quadrupla rispetto all’orizzonte temporale dell’investimento; quindi se un investimento è fatto con un orizzonte temporale di 5 mesi, deve esser ricercato il trend dominante degli ultimi 15-20 mesi.
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