Affidabilità

Il terzo fondamentale che andremo a commentare è quello del grado di affidabilità di uno Stato.
L’accrescere dell’affidabilità di uno Stato, in linea generale, provoca un apprezzamento della valuta: un Paese con un debito ed un deficit sotto controllo, è logicamente ritenuto più sicuro rispetto ad uno con pessimi bilanci.
 
Il debito degli Stati Uniti, come tutti sanno, è il più grande del mondo ed il suo rifinanziamento richiede raccolta di denaro tramite notevoli  emissioni  di nuove obbligazioni.
Il debito, in continua crescita, è ormai prossimo a raggiungere quel tetto (‘statutory limit on the public’ o ‘debt ceiling’) stabilito dalla legge e che per esser superato deve prima esser innalzato dalle forze politiche.
Nel caso ciò non avvenisse il fallimento sarebbe cosa certa, tanto che l’agenzia di rating S&P;  ha recentemente dichiarato che in tale evenienza porterebbe il proprio giudizio dall’attuale massimo livello (AAA) direttamente al minimo (D), equivalente al fallimento.
Tranquilli, come si può notare dal grafico, la storia americana insegna che tale limite è stato ripetutamente innalzato  con una nuova legge che sostituiva la precedente e così sarà anche in questa occasione, si troverà un accordo per alzare l’asticella ed il problema debito verrà rimandato al futuro….
 
 
…ma non bisogna pensare che questo continuo ‘nascondere la polvere sotto il tappeto’, che ha caratterizzato e tuttora contraddistingue la politica occidentale,  sia qualcosa che non andrà mai affrontata.
Quindi tranquilli…per ora.
 
Nella zona Euro, invece, la malattia ‘debito’ è ad uno stadio più avanzato, con paesi come la Grecia destinati a fallire e con conseguente pericolo contagio.
Il default greco greco è cosa praticamente certa anche se restano in dubbio le tempistiche: il tutto dipenderà da quanto si vorrà portare avanti l’accanimento terapeutico degli aiuti.
Non vorrei però che si pensasse che la sola penisola ellenica fosse in difficoltà; ricordo che seri problemi di debito riguardano anche altri Paesi (tra cui la nostra Italia) dell’UE e l’aggravarsi della situazione potrebbe coinvolgere anche chi per il momento sta bene.
E’ notizia di poche ore che Moody’s abbia declassato il rating del Portogallo abbassandolo di ben 4 gradini portandolo a livello ‘junk’ (spazzatura).
 
Ad oggi, quindi, il rischio fallimento è molto più imminente nella zona Euro, dove inoltre non è da escludere tra le possibilità, la decisione di un Paese di uscire dall’Unione, riappropriarsi della propria moneta per poi svalutarla  favorendo le esportazioni: ciò rappresenterebbe un colpo durissimo all’euro ed alla credibilità dell’UE.
In sintesi, i rischi a livelli di debito, almeno nell’immediato, sono favorevoli ad un apprezzamento del dollaro.
 
 
Riccardo Fracasso

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