Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:

FTSE MIB – Grafico nr. 1

Il nostro indice ha chiuso la seduta a 15.769 punti, registrando un -0,24%.

Il bilancio settimanale è invece pari ad un +1,18%.

Lo scorso martedì si concludeva l’articolo così:

“Riassumendo quanto esposto, il Ftse Mib ha buone probabilità di proseguire il proprio recupero ma la strada sembra breve o perlomeno ricca di ostacoli.”.

Grafico:

FTSE MIB – Grafico nr. 2

Come è possibile notare, il giorno successivo (terzultima candela) il nostro mercato, dopo aver effettivamente allungato fino a qualche punto sopra l’area di resistenza indicata, è indietreggiato chiudendo nei pressi della parità.

Nonostante lo sviluppo sia stato quello previsto, il giorno seguente (ieri), il Ftse Mib, favorito dal rimbalzo dei listini americani, ha trovato nuove energie per risalire e nel corso della seduta odierna s’è portato persino fino al ritracciamento di Fibonacci del 61,8%, per poi scendere.

D’atro canto, venerdì scorso s’era previsto che il rialzo non si fosse esaurito, scrivendo:

“Pertanto, a noi basti sapere che esaminando l’RSI a 2 giorni, ripeto, il lieve rialzo odierno potrebbe non essersi esaurito.”.

Ed ancora:

“Tuttavia, se rialzo sarà, credo che non si andranno a segnare massimi superiori ai precedenti (Ndr: si faceva riferimento a 16.280 e soprattutto a 16.695).”.

Sempre dal grafico nr. 2 è possibile osservare che il trend di lungo (linea rossa) e di breve (linea verde) siano stati invertiti al rialzo, mentre quello di medio è da considerarsi ancora ribassista.

Mentre il Detrended non fornisce particolari situazioni, l’RSI  a 2 giorni segnala un forte ipercomprato di brevissimo periodo, il che potrebbe anticipare almeno un breve calo.

Ora, mi preme evidenziare un aspetto finora non preso in considerazione:

FTSE MIB – Grafico nr. 3

Un pò di didattica.

Come sapete, dal 25 luglio s’è avviata una gamba ribassista che ha culminato col massimo del 14 settembre (punto A).

Da lì in poi il Ftse Mib ha iniziato a scendere registrando dei massimi decrescenti che ci consentono di disegnare una trendline discendente (T1).

D’altro canto, i minimi crescenti formano una trendline ascendente (T2).

L’incrocio delle due trendline origina il punto C (come vedremo, l’apice del triangolo)

Tracciando una linea verticale che parte dal punto A e giunge alla trendline T2 troveremo il punto B ed otterremo la base (A-B) del triangolo simmetrico A-B-C.

Un triangolo simmetrico è una figura di continuazione e rappresenta la pausa del trend preesistente; pertanto, l’eventuale superamento della trendline T1 andrebbe letta come un segnale di continuazione della gamba rialzista avviatasi a fine luglio.

Al contrario, la rottura della trendline T2 invaliderebbe il triangolo che, quindi, va considerato in via di sviluppo e non già definito.

La distanza dalla base (A-B) e l’apice (C) rappresenta la profondità del triangolo; solitamente i prezzi rompono il triangolo in un punto compreso tra i 2/3 ed i 3/4 della profondità dello stesso, intervallo che ho evidenziato nel grafico con le due rette tratteggiate arancioni.

Un’uscita prematura non pregiudica la valenza del movimento, mentre un’uscita successiva ne indebolisce notevolmente le potenzialità.

Esistono due metodi per calcolare gli obiettivi di continuazione nel caso di eventuale rottura:

  1. si traccia una parallela alla trendline T2 proiettandola dal punto A; tale retta (segmento nero tratteggiato) costituisce una resistenza dinamica;
  2. si proietta la base dal punto di rottura (ovviamente in questo momento ciò non è possibile poichè non s’è ancora verificata la rottura).

Tuttavia, è bene chiarire ancora una volta che fino a che non s’avrà una rottura della trendline T1 il triangolo sarà da ritenersi una semplice ipotesi di lavoro e lo scenario di un minimo più profondo del primo di ottobre (15.056) rimarrà plausibile.

Ritengo che l’andamento dei listini americani inciderà notevolmente sull’esito del nostro mercato.

Il MACD settimanale dello S&P 500 ribassista (almeno fino a ieri), la discreta forza del dollaro (inversamente proporzionale ai mercati azionari) e l’RSI a 2 giorni del nostro FTSE MIB tirato verso l’alto, mi portano ad affermare che una eventuale rottura del triangolo sia possibile ma improbabile nell’immediato.

Riccardo Fracasso

Tagged with:
 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.