Ftse Mib: negata la Bullish Engulfing
Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 14.856 punti, registrando un -2,02%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -2,14%.
Martedì scorso ho evidenziato la comparsa di una Bullish Engulfing; bene, pur essendo tale figura talmente forte da non necessitare conferme nel periodo seguente, esiste una funziona d’utilità che stabilisce che la stessa sarà da ritenersi negata nel caso di una successiva discesa troppo profonda, e per la precisione se la stessa s’addentra al di sotto della metà del corpo della seconda candela che compone la Bullish Engufling.
Grafico:
Passando dalla teoria alla pratica, possiamo notare che con la discesa di giovedì (penultima candela) s’è assistito alla negazione della Engulfing; d’altra parte, qualche perplessità sull’attendibilità della figura la si era sottolineata martedì con la compressione della stessa in hammer che lasciava alquanto a desiderare.
Tuttavia, sia chiaro che la negazione non significa che da quel giorno in poi non si possa più salire, ma semplicemente che una eventuale salita non sarà riconducibile alla Engulfing Bullish.
In parole semplici, è venuto meno un segnale rialzista.
La scorsa settimana, riferendosi ad un pull back che si definiva ‘probabile’, si aggiungeva:
“La fase di pull back è una fase delicata perchè, nel ritracciare, un mercato potrebbe proseguire ed oltrepassare la resistenza in oggetto, vanificando la precedente rottura; tuttavia, nel caso specifico ritengo improbabile il superamento convinto della neck line, sia perchè i trend sono chiaramente negativi (tanto da poter sopportare recuperi ampi senza invertire – vedi grafico nr. 2), sia per la non rosea situazione grafica dello S&P 500.”.
Grafico:
Come potete osservare la risalita verso la neck line c’è stata; il fatto che il Ftse Mib non sia riuscito nemmeno a toccare la neck line è una dimostrazione di debolezza, debolezza ben rappresentata dalla performance odierna.
Situazione dei trend:
Tutti e tre i trend restano impostati al ribasso; trend di medio e di lungo periodo sono saldamente ribassisti, tanto da poter sopportare recuperi rilevanti senza invertire al rialzo.
Per di più, la chiusura di seduta e di settimana sui minimi, rendono probabile un minimo giornaliero (nella seduta di lunedì) ed uno settimanale (in una delle successive quattro sedute); se così fosse, l’odierno sforamento della media mobile a 200 giorni (linea viola) rischierebbe di divenire una vera e propria rottura.
A quel punto il primo obiettivo del testa e spalle ribassista (13.680 punti – Grafico nr. 3) diverrebbe facilmente raggiungibile.
Inoltre, l’ipercomprato è visibile solo sul breve termine (RSI a 2 giorni), il quale è scaricabile anche con una sola seduta di rimbalzo, mentre il Detrended al momento non segnala alcuna allerta.
In ogni previsione è buona cosa verificare la presenza di elementi che possono far si che non s’avveri.
Ciò premesso, in un contesto simile come quello descritto, le speranze per un rialzo convinto (per intenderci, che vada oltre la neck line) sono da riporre ad un recupero dello S&P 500, che andrò ad analizzare nel prossimo articolo.
Un’ultima considerazione: preferibile, per i ribassisti, che lunedì s’apra in rialzo, evitando quindi la formazione di gap che in questa fase rischierebbero d’essere controproducenti.
Riccardo Fracasso
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