Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 17.502 punti, registrando un +0,29%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +3,2%.
La scorsa settimana si scriveva:
“Come potete notare, la prossima resistenza si trova in area 17.050-17.150, soglia entro la quale il Ftse Mib ha segnato i propri massimi ad ottobre 2011 e a marzo 2012.
Anche per quanto affermato nel precedente articolo, ritengo improbabile una rottura convinta dell’area appena citata.”.
Appare evidente che quanto ho previsto non s’è verificato.
Allarghiamo allora lo sguardo per verificare se si possono ottenere informazioni utili:
Nel grafico è netta la tenuta di area 12.330, ma è pur vero che tale aspetto già lo conoscevamo da tempo e l’avevo evidenziato anche in sede di Check Up (29 settembre 2012).
A questo aspetto indubbiamente positivo, da allora, si è aggiunta la sequenza di minimi crescenti, che è quella conferma che si andava cercando per essere positivi.
Difatti, al tempo, si scrisse:
“Ad ogni modo, la mia strategia al momento ruota intorno alla necessità del Ftse Mib di segnare un minimo più profondo di quello registrato nelle ultime settimane (15.332) ed a quel punto, se lo stesso si rivelerà crescente (rispetto ai 12.296 punti), potrei diventare alquanto positivo.”.
Col senno del poi la strategia era corretta, ma devo onestamente dire che, nonostante quel minimo crescente che si attendeva sia arrivato, il mio ottimismo è col tempo sceso, e ciò non per la situazione tecnica del nostro indice (peraltro positiva) ma per il quadro grafico dello S&P 500 e per quello economico americano (innalzamento tasse e riduzione della spesa pubblica entro fine febbraio).
Certo, esistono motivi grafici (doppio minimo su area 12.300 punti e minimi crescenti), economici (temporaneo allontanamento dal baratro con raffreddamento degli spread) e di portafoglio (da quel che leggo il nostro listino è ancora piuttosto sottopesato nei portafogli di fondi e trader) che possono favorire (come del resto sta succedendo) rialzi superiori a quelli di altri listini (S&P, ecc.), ma a mio parere difficilmente potremo assistere a rialzi in controtendenza del Ftse Mib se lo S&P 500 dovesse correggere vistosamente.
Inoltre, se il nostro mercato dovesse seguire un’eventuale correzione dei listini americani, il recente superamento di area 17.050-17.150 finirebbe per dimostrarsi una falsa rottura…un bull trap, ed in tal caso gli acquirenti difficilmente riapparirebbero prima della chiusura del gap up (vedi grafico nr. 1), il che richiede una discesa almeno fino a 16.484 punti.
D’altra parte, per quanto sia vero che il Ftse Mib si stia spingendo oltre a quanto ritenevo, è altrettanto vero che la scorsa settimana scrivevo:
“Ad ogni modo, resto dell’idea che fino a che il mercato americano non prenderà una direzione decisa, qualsiasi movimento da parte del nostro listino avrà ben poco valore.”.
Per poter parlare di una chiara direzione rialzista dovremo assistere al superamento convinto di area 1.460 e mentre scrivo non si può nè parlare di rotture convinte nè escludere che la mano primaria stia sfruttando il recente rialzo per distribuire proprio nei pressi della soglia citata.
Riccardo Fracasso
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