Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 1.709 punti, registrando un +0,16%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +1,07%.

Grafico:

Grafico nr. 1 - S&P 500

Grafico nr. 1 – S&P 500 – 1 anno

Ripercorriamo i punti salienti delle analisi di Luglio.

Era il 6 Luglio quando, nell’identificare un pull back da parte dello S&P 500, si scriveva:

“A meno di minimi inferiori al precedente (1.560, vedi grafico nr. 2), ipotesi a mio avviso meno probabile, l’impostazione attuale mi porta a ritenere che lo S&P 500 sia diretto verso nuovi massimi assoluti.”.

Due settimane fa si affermava:

“Nonostante gli eccessi di ipercomprato, a mio avviso vi è la volontà da parte della mano primaria di portare lentamente il mercato ancora più in alto, contenendo la volatilità e contrastando le vendite di quei trader che stanno scommettendo sul doppio massimo in area 1.687 punti.”.

Sabato scorso si confermava un pensiero espresso il sabato precedente:

“Se da una parte ritengo che si possa salire ancora, dall’altra non va scordato che il mercato americano è molto tirato; un conto è mantenere quanto si ha in portafoglio (proteggendolo con trailing stop!), tutt’altro è salire sul treno ora (l’ingresso in un mercato che corre da oltre 5 anni alimentato anche da una forte leva, che si ritrova in piena area di resistenza e con la presenza di ipercomprato è operazione che prevede un rapporto rischio/rendimento notevolmente sbilanciato dalla parte del rischio).”.

In buona sostanza, potremo riassumere il tutto così: dal punto di vista tecnico, il pull back su una importante area di supporto ha reso possibili nuovi allunghi, ma poiché il mercato è particolarmente tirato è, a mio parere eccessivo, effettuare nuovi acquisti.

Alla medesima conclusione possiamo giungerci seguendo un altro ragionamento.

Da una parte abbiamo un contesto estremamente favorevole:

  • mancanza di alternative convenienti;
  • alta propensione al rischio;
  • politica monetaria estremamente positiva;
  • alcuni dati economici di notevole importanza assai positivi (mercato immobiliare e disoccupazione).

Dal lato opposto si deve invece tener conto di un mercato notevolmente tirato, oltre al rischio che il vento a favore diventi sempre meno intenso:

  • leva elevatissima (favorevole al mercato azionario ma estremamente dannosa nel momento in cui dovesse ridursi);
  • rialzo in corso da quasi 4 anni e mezzo;
  • probabile prossimo ridimensionamento della politica espansiva,
  • economia reale che solo in parte recepisce l’enorme quantità di denaro emesso.

Tali elementi sussistono ormai da diversi mesi, e situazioni simili possono prolungarsi contro ogni previsione, ma sono assai pericolose.

In altre parole, non posso che confermare che se da una parte reputo corretto mantenere eventuali posizioni rialziste in portafoglio utilizzando rigidi trailing stop, dall’altra aprire nuove posizioni è operazione assolutamente ingiustificata da un rapporto risk/reward estremamente sbilanciato dalla parte del rischio.

Detto questo, però, al momento abbiamo un’impostazione tecnica che rimane rialzista:

  • chiusura di seduta e di settimana sui massimi che rendono probabile un nuovo massimo giornaliero (nella seduta di lunedì prossimo) ed un nuovo massimo settimanale (in una delle successive 4 giornate);
  • trend di breve, medio e lungo periodo positivi peraltro disposti nella sequenza tipica di una tendenza rialzista (medie mobili brevi superiori a quelle più lunghe);
  • assenza figure di inversione ribassiste.

Pur consapevoli che la ricerca di un massimo rappresenti un esercizio alquanto complicato e spesso illusorio, proviamo quantomeno ad identificare un’area di ostacolo  per il rialzo in corso.

L’essere su una terra inesplorata (massimi assoluti) certamente non facilita il compito.

Andiamo ad esaminare il comportamento dello S&P 500 degli ultimi due anni attraverso l’uso delle estensioni di Fibonacci.

Premetto che, nel momento in cui si utilizzano le Estensioni di Fibonacci, i livelli da tenere in maggiore considerazione sono quelli del 61,8%, del 100% e del 161,8%.

Grafico:

Grafico nr. 2 - S&P 500 - Estensioni di Fibonacci

Grafico nr. 2 – S&P 500 – Estensioni di Fibonacci

Come possiamo notare lo S&P 500 ha corretto proprio in coincidenza con un livello indicato da Fibonacci.

Proseguiamo l’analisi con lo stesso grafico:

Grafico nr. 3 - S&P 500 - Estensioni di Fibonacci

Grafico nr. 3 – S&P 500 – Estensioni di Fibonacci

Anche in tal caso è evidente come lo S&P 500 abbia ritracciato proprio a ridosso di uno dei livelli indicati da Fibonacci.

Appurato che i movimenti dello S&P 500 in passato, a partire da due anni fa, abbiano rispettato in modo piuttosto fedele i livelli indicate dalle estensioni di Fibonacci, applichiamole anche all’attuale situazione:

Grafico nr. 4 - S&P 500 - Estensioni di Fibonacci

Grafico nr. 4 – S&P 500 – Estensioni di Fibonacci

Considerando il calo verificatosi tra maggio e giugno come una correzione significativa, possiamo ottenere i livelli di estensione di Fibonacci:

  • 1.772 (61,8%);
  • 1.904 (100%);
  • 2.116 (161,8%).

Generalmente il secondo livello (100%) è quello raggiunto più frequentemente; seguono il primo ed il terzo.

Personalmente ritengo che, considerati i diversi pericoli precedentemente elencati, nel caso specifico il primo livello (a quasi +4% dai valori attuali) meriti notevole attenzione.

Se ancora una volta l’andamento dello S&P 500 rispetterà le estensioni di Fibonacci (non è ovviamente sicuro lo faccia), nell’area intorno ai  1.772 punti potremo assistere quantomeno ad una forte correzione.

Riccardo Fracasso

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