Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 18.822 punti, registrando un -0,10%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,72%.
A dispetto di quel che potrebbe suggerire la sola lettura della performance positiva, la settimana appena conclusasi ha arricchito il quadro tecnico di un nuovo elemento ribassista:
Difatti, oggi, a differenza di 7 giorni fa, il grafico presenta dei massimi decrescenti indispensabili in un trend ribassista.
In buona sostanza, quel gran balzo di lunedì, che tanto ha fatto tremare i ribassisti, ha presto gettato la maschera rivelando una valenza negativa e consentendo di segnare, per l’appunto, un massimo decrescente rispetto al precedente.
Nel grafico è possibile notare dapprima lo spettacolare rialzo avviatosi a fine giugno, poi la fase distributiva ed infine il calo tuttora in corso.
Per di più, come potete notare, congiungendo i minimi delle ultime due settimane è possibile individuare un canale ribassista; non è comunque da escludere che tale canale, piuttosto stretto, possa allargarsi col tempo.
Ora torniamo ai target che la settimana scorsa s’erano indicati:
“Riassumendo, sono 3 le principali aree di obiettivo:
-
17.744;
- 17.202;
- Mediana (che transita vicino al ritracciamento del 61,8% di Fibonacci).”.
Nel confermare gli obiettivi potenziali, mi preme condividere con voi una considerazione.
Nella recente fase laterale è lecito presumere che la mano primaria abbia distribuito buona parte o tutto di quanto aveva in programma di liquidare.
Il calo, quindi, a questo punto dev’essere alimentato principalmente dagli altri attori del mercato.
Un buon modo è quello di riuscire a far credere ai piccoli investitori che siamo dinanzi ad un’inversione e non ad una semplice correzione.
L’entità del calo dipenderà sia dalla capacità del movimento di attirare nuovi investitori, sia dal livello presso il quale la mano primaria deciderà di rientrare.
Se l’intenzione di fondo della mano primaria è quella di riacquistare a prezzi più convenienti, sarà suo interesse che il calo scenda il più possibile, ma comunque senza intaccare l’impostazione di fondo rialzista.
Personalmente ritengo che, dal punto di vista tecnico, anche discese nei pressi della Mediana non stravolgerebbero l’impostazione rialzista avviatasi nel Giugno del 2012:
Come potete osservare, se l’appuntamento tra Ftse Mib e Mediana si verificasse entro il 20 gennaio (considerate un margine di tolleranza) non causerebbe la rottura della trendline rialzista (vedi retta verde) avviatasi il Giugno dello scorso anno.
D’altro canto, però, la permanente carenza di alternative convenienti spinge per forza di cose gli investitori ad interessarsi al nostro listino, rimasto molto più indietro degli altri.
Nulla vieta che la mano primaria si accontenti di correzioni meno profonde per rientrare.
Ricapitolando, sono due gli aspetti che vanno a scontrarsi: da una parte la carenza di alternative convenienti, dall’altra l’interesse della mano primaria ad assistere a correzioni profonde da sfruttare per il riacquisto.
Riccardo Fracasso
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