Money management: una strategia
Il money management è l’insieme di regole atte a gestire in modo efficace il proprio portafoglio.
Esso si compone del:
-
risk management (gestione del rischio);
-
position sizing (individuazione del capitale da investire in ogni singola operazione e della corretta diversificazione).
Si può disporre anche di un ottimo sistema di investimenti (per esempio in grado di chiudere positivamente 9 operazioni su 10), ma se lo stesso non è appoggiato ad un valido money management, prima o poi giungerà quell’operazione in grado di dilapidare il proprio capitale.
Invece, un sistema anche solo neutrale (per esempio in grado di chiudere positivamente 5 operazioni su 10) ma applicato con un valido money monagement, nel lungo termine risulta assai efficace.
Gli investitori spendono tantissimo tempo per affinare il proprio sistema; lodevole, ma tutto questo studio finisce per essere inutile e frustrante se non si impara a gestire correttamente il portafoglio.
E’ sufficiente anche una sola operazione mal gestita per buttare alle ortiche guadagni incassati grazie alla chiusura di splendide operazioni.
Pertanto, vi consiglio caldamente di dedicare al money management una parte del tanto tempo che impiegate per affinare il vostro sistema.
Ne guadagnerete voi in termini di serenità ed il vostro sistema in risultati.
Per quanto riguarda il risk management, in più occasioni s’è parlato del rapporto risk/reward e della indispensabilità dello stop loss.
Oggi, invece, prenderemo come spunto Fiat per spiegare una strategia di risk management.
Venerdì si scriveva:
“Per di più, un’eventuale operazione short su questi livelli darebbe la possibilità di impostare uno stop loss appena sopra la trendline superiore, quindi poco oneroso.”.
Ipotizziamo allora come ingresso short il prezzo di apertura di lunedì (6,795).
Il prezzo è ideale visto che è pressoché coincidente con la trendline di massimi decrescenti.
L’apertura di una posizione nei pressi di un riferimento tecnico ci consente di inserire uno stop loss poco oneroso.
Ipotizziamo uno stop loss del 2% a 6,93 e come obiettivo il ritracciamento di Fibonacci del 38,2% della gamba rialzista avviatasi il 13 dicembre (minimo di 5,17):
Pertanto, abbiamo un rendimento potenziale pari al 7,5% ed un ottimo rapporto risk/reward (2% di perdita potenziale contro, per l’appunto, il 7,5% di rendimento potenziale) di 1 a 3,75.
Premesso che, inserito lo stop loss, sia operativamente giusto impostare per tutta la quantità acquistata un take profit nei pressi del target del movimento, ora vi illustro una tecnica alternativa per gestire in modo diverso, ma altrettanto corretto, l’operazione:
Inserito lo stop loss (elemento imprescindibile), all’eventuale raggiungimento del primo ostacolo (purchè lo stesso disti dal prezzo di acquisto almeno in misura pari alla percentuale di stop loss) si liquida metà delle posizioni.
Si incassa così rapidamente utile.
Nel caso specifico il primo ostacolo è il supporto in area 6,5 (visibile anche nel primo grafico); anche ipotizzando la liquidazione di metà delle posizioni ribassiste a 6,55 avremo un guadagno del 3,6%.
Così facendo, se per la seconda parte dell’investimento scatterà lo stop loss (del 2%), esso risulterà più che coperto dall’utile incassato dalla vendita del primo lotto.
Ciò è estremamente vantaggioso sia dal punto di vista economico che da quello psicologico.
A quel punto, infatti, la consapevolezza che nella peggiore delle ipotesi l’operazione complessiva sarà chiusa in modesto guadagno ci consente di lasciar correre serenamente i profitti verso il target prefissato prima dell’apertura del trade (6,285), anziché anticipare la vendita.
Solo quando e se il movimento ribassista dovesse prendere forza, via via che il titolo perfora i supporti intermedi, sarà concesso considerare la possibilità di spostare lo stop sopra tali livelli.
Riccardo Fracasso
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