Grecia: i cittadini dicono NO
All’attesissimo referendum gli elettori della Grecia, contrariamente alle mie aspettative, hanno bocciato nettamente la proposta della Troika.
Evidentemente ha prevalso la voglia di difendere le concessioni da parte di alcuni privilegiati (armatori, prepensionamento, ecc.) e la frustrazione della classe povera non più disposta a subire ulteriori sacrifici.
Tuttavia, non so se i cittadini greci abbiano realmente presente i rischi legati all’assunzione di una posizione eccessivamente rigida nei confronti del loro principale fornitore di liquidità (la Troika), considerando peraltro che il governo ellenico, dalle varie dichiarazioni, non sembra voler abbandonare l’Euro (il che gli permetterebbe di stampare dracme).
Vediamo ora il significato del risultato del referendum.
Esso può essere ovviamente letto come una sconfitta per la Merkel.
Rappresenta inoltre una vittoria politica per Tsipras, che viene legittimato nel difendere le proprie richieste ma, che non è detto lo ponga necessariamente in una posizione di forza.
Chiarisco: la Troika trovava al tavolo delle trattative Tsipras prima del referendum e lo troverà dopo, e poco cambia se quest’ultimo ora è appoggiato dalla maggioranza del proprio popolo.
In buona sostanza, il risultato del referendum, a mio avviso, avrà un peso scarso sull’esito delle eventuali future trattative.
Inoltre, la situazione economica della Grecia (in particolar modo delle banche) continua a peggiorare, ponendola in una situazione sempre più critica.
Sia chiaro, chi mi legge da tempo sa che ho sempre criticato fermamente l’austerity, ma se si vuole combattere è doveroso preparare accuratamente un piano B (uscita dall’Euro) che tenga conto dell’ipotesi di un mancato accordo con la Troika, altrimenti si rischia di cadere nel vuoto.
Inoltre, un conto è salvaguardare la dignità dei cittadini senza chiedere loro sacrifici estremi, un altro è quello di difendere i privilegi concessi in passato.
Sarebbe irrispettoso, da parte della Grecia, finanziare i propri privilegi chiedendo aiuti a Paesi che non godono di questi stessi privilegi.
Non vorrei che Tsipras, forte del risultato, si presentasse con richieste esagerate.
Esistono limiti oltre i quali addirittura i creditori possono accettare un default e l’Area Euro possa accettare l’uscita della Grecia.
L’esito del voto apre la porta ad una situazione complicata da prevedere.
Dalle prime dichiarazioni, sembra esserci la volontà da entrambe le parti di riprendere le negoziazioni.
A questo punto, considerato il veloce peggioramento delle condizioni economiche greche, è importante la tempistica e che le trattative riprendano rapidamente e che portino velocemente ad un’intesa.
Personalmente sono dell’opinione che col referendum (indipendentemente dal risultato) si siano allungati i tempi di un accordo che probabilmente sarebbe già stato raggiunto.
Nel caso in cui le trattative riprendano in tempi strettissimi ed in un clima più disponibile tra le parti, ritengo ancora possibile, al di là di una consistente volatilità iniziale, la ripresa degli acquisti sui mercati.
A tale ipotesi, però, non si può non aggiungere quella di un muro contro muro di certo non favorevole ai listini.
Riccardo Fracasso
10 Responses to Grecia: i cittadini dicono NO
Archivi
Ultimi Articoli
- Buon Natale
- S&P 500: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- BCE: nuovo taglio
- S&P 500: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Dollaro: aggiornamento
- Trump vince le elezioni
- Avena: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Check up: nuova pubblicazione
- S&P 500: analisi grafica
- Cina: una settimana importante
- FED: ecco il primo taglio
commento obiettivo, complimenti.
Ti ringrazio Lucio, buona giornata.
concordo pienamente sul tuo commento.il referendum, grande conquista democratica,è stato usato come una leva per influenzare la Troika,ma penso che il risultato ottenuto abbia conseguenze negative sull’atteggiamento dei creditori.forse qualcuno dei sostenitori del no sperava nella vittoria del si perchè in questo caso, ci sarebbe stata più collaborazione.ora si trova a dover trattare su posizioni più deboli di prima ed a camminare sulla lama di un rasoio.
Esatto, il referendum ora della fine, non poteva produrre alcuna utilità pratica per la Grecia.
In ogni caso allungava i tempi.
Riccardo
RICCARDO Buonasera .Panico nell’AZIONARIO , in ITALIA ,
ma non nell’OBBLIGAZIONARIO.
Dettaglio : -3.03% FTSEMIB DAX -1.52% -2.01% sul CAC40.
Lunedì scorso , sulle indiscrezioni avevamo perso il 5.17% sul FTSEMIB -3.56% sul DAX e – 3.74% sul CAC40.
Questo raffronto ,diciamolo con un eufemismo , un poco
positivo come lo dobbiamo leggere secondo la TUA ANALISI?
Grazie come sempre in anticipo per una tua risposta se possibile.
Buona Serata e Cordiali Saluti Maurizio
Io non farei raffronti con lunedì scorso.
Sono entrambe due sedute pesanti in cui la reazione a caldo è stata ampiamente negativa.
Buona serata.
Riccardo buongiorno.
La situazione greca ricorda per alcuni aspetti la martingala ; richieste aggiuntive di denaro per pagare i debiti implica un ‘esposizione sempre maggiore dei creditori e questa si puo’ giustificare solo quando esistano concrete possibilita’ di crescita , proprio come la speranza di un rialzo fa funzionare la martingala. Per la Grecia potrebbe funzionare solo con un controllo molto forte sulla loro politica e economica da parte dell europa, situazione molto difficile politicamente da realizzarsi: non e’ bello da dirsi, ma personalita’ politiche di lunghe vedute in grado di cambiare la rotta di un paese, sono molto poche e forse in questa assenza di figure condividiamo anche noi la stessa situazione greca…
Salve Lamberto,
di certo la situazione della Grecia è molto complessa e le colpe sono da ripartire.
Una soluzione definitiva (e non una semplice toppa) la si ottiene o attraverso l’uscita della Grecia (non senza forti turbolenze) o attraverso la volontà di entrambe le parti con un taglio drastico del debito ed il rispetto da parte della Grecia di un Piano che non imponga nuovi sacrifici, ma che combatta severamente l’evasione (molto elevata) e tagli seriamente la spesa improduttiva tra cui in particolare i privilegi (anche i diritti acquisiti); il problema è che in passato con i soldi raccolti attraverso l’indebitamento il governo ha regalato tanti privilegi ed ora è complicato tornare indietro.
Un’altra soluzione è quella di regalare (non prestare) parte della liquidità del QE alla Grecia ma ciò non sarà mai accettato dai Paesi membri.
Riccardo
Ciao Riccardo. Concordo con quanto hai scritto pienamente. Ricordo che agli inizi della crisi greca fu paventata, e salutata con entusiasmo dai mercati, l ipotesi di irredimibilita’ per parte del debito, che avrebbe allontanato nel tempo le scadenze e al tempo stesso ripercorso delle strutture di assestamento gia ‘ collaudate per esempio nei periodi post bellici. Vedremo cosa uscira’ fuori in questo pomeriggio.
Un saluto e a presto
Buon pomeriggio Lamberto