S&P 500: approfondimenti sulla correzione
In diverse occasioni, esaminando lo S&P 500, s’è evidenziata come un segnale di allarme la prolungata assenza di una correzione decisa.
L’assenza di cali significativi, infatti, non è una caratteristica di un ambiente sano, ma descrive un ambiente altamente speculativo frequentato da investitori alla ricerca forsennata dell’utile e non della convenienza.
Già, ma cosa si intende per ‘calo significativo’?
Premesso che, in realtà, non esiste una regola prestabilita per distinguere una correzione più o meno decisa (è soggettivo ed è legato alla propria operatività), di seguito spiegherò ciò a cui mi riferisco.
Per correzione decisa si intende almeno un calo di medio termine.
Per calo di medio termine si fa riferimento innanzitutto ad una discesa ben visibile su grafico mensile e che, almeno secondo il mio metodo, solitamente interessi almeno tre candele mensili.
In altre parole, non si fa riferimento solo alla profondità del calo ma, innanzitutto, alla durata.
Infatti, la velocità di un ribasso genera inevitabilmente panico, ma la durata aggiunge altri sentimenti come quello della rassegnazione.
Secondo quanto spiegato, nel caso in cui ci trovassimo effettivamente nel mezzo di un movimento di questo tipo (che potremo farlo partire dal massimo di Luglio), si deduce che si estenderà almeno fino a Settembre (personalmente penso si andrà oltre).
In altre, parole, al di là di temporanei recuperi come quello in corso (utili a segnare massimi decrescenti), vi sono buone probabilità che la tendenza ribassista sia destinata a proseguire.
Per quanto riguarda l’entità, esaminiamo l’intero rialzo avviatosi dal marzo del 2009 (base mensile, ovviamente):
Sono due le correzioni definibili come ‘ben visibili’:
- massimo aprile/10 – minimo luglio/10 = -17%;
- massimo maggio/2011 – minimo ottobre/2011 = -21%.
Estendendo tale studio anche alle correzioni che hanno interessato le precedenti gambe rialziste, e concedendoci volutamente una certa elasticità, l’entità di una correzione significativa dai massimi è superiore al 10% ma entro il 25%.
L’aspetto prevalente è che il calo deve essere chiaro su un grafico mensile e non solo settimanale.
Nel caso in cui il calo sia ben evidente anche su base trimestrale, sussiste il rischio concreto di essere dinanzi ad una autentica inversione.
Ipotizzando una correzione tra il 10 ed il 25% dai massimi (area 2.130), il target della correzione potrebbe cadere nel range 1.920-1.600; sia chiaro, tale range (entro il quale già siamo temporaneamente entrati) fornisce un’indicazione di base da considerare però con la dovuta elasticità.
L’informazione più importante, a mio avviso, è quella temporale.
Riccardo Fracasso
4 Responses to S&P 500: approfondimenti sulla correzione
Archivi
Ultimi Articoli
- BCE: nuovo taglio
- S&P 500: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Dollaro: aggiornamento
- Trump vince le elezioni
- Avena: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Check up: nuova pubblicazione
- S&P 500: analisi grafica
- Cina: una settimana importante
- FED: ecco il primo taglio
- Oro: analisi grafica
- BTP: aggiornamento grafico
- S&P 500: analisi grafica
RICCARDO Buonasera . Mi riallaccio sia al tuo post di ieri sul SP 5OO dove attiri nuovamente l’attenzione che siamo in presenza ad un semplice rimbalzo …che al post
di oggi dove indichi le correzioni del 2010 e del 2011
del 17% e del 21% per aggiungere 2 considerazioni.
LA PRIMA:
La trend line di lungo periodo del SP500 partita nel marzo 2009 se non erro transita a 1821p un 8.4% più sotto dalla chiusura di venerdì cioè a -14,5% dal massimo di 2130p.
In un contesto come quello attuale..
Mi domando… finirà a quel punto la CORREZIONE o andremo verso lidi che si dovranno chiamare in un altro modo…..INVERSIONE DI TENDENZA forse con approdi anche più sotto dei 1600p da TE indicati?
SECONDA:
Essendo tutte le Borse più o meno correlate a WALLY
il nostro FTSE MIB ,tenendo in considerazione sia la FORCHETTA MITICA RIALZISTA DEL TREND PRIMARIO sia LA NUOVA FORCHETTA RIBASSISTA che governa il TREND SECONDARIO che tu indichi MOLTO AFFIDALE e sia l’IPOTESI di una possibile eventuale chiusura al di sotto del PIVOT ANNUALE a fine 2015 (19718p ossia -18.4%dai massimi di 24157p) Mi domando :
L’approccio difensivo che TU hai più volte indicato restare poco investiti e liquidare il massimo delle posizioni sui momenti di rimbalzo non la si potrebbe
implementare ,in questo contesto che si preannuncia nei prossimi mesi , anche con aperture graduali di posizioni
SHORT con ETF… ben conoscendo la tua avversione su questi strumenti?
In anticipo grazie per una TUA cortese , come sempre , opinione.
Cordiali Saluti Maurizio
Salve Maurizio,
la trendline transita ben sopra, a 2.110 punti circa (devi usare il grafico su base semilogaritmica).
Ad ogni modo, troppo presto per fornire un target al calo anche se io a questo punto non escludo nemmeno un calo inferiore ed al di fuori del range.
Per quanto riguarda le posizioni short, personalmente le evito, ma aprirne (non a leva) all’eventuale raggiungimento di resistenze importanti non è finanziariamente scorretto.
Riccardo
Ciao Riccardo,
In effetti la vera correzione non si è ancora vista e come tu dici la stessa deve essere ben visibile sul grafico. Ciò naturalmente comporta che deve durare dei mesi. D’altra parte un rialzo dei tassi è ormai quasi certo per settembre a conferma molto si muove sotto traccia. Il punto è stabilire se una normale correzione non si trasformerà in un mercato orso stile 2000 oppure 2008. Tu cosa ne pensi? Siamo sull’orlo di un nuovo crash o questa correzione ci guiderà verso un altro bull market magari di altri sette anni? Grazie
Salve Rosario,
al momento alcuni elementi presenti nelle precedenti inversione sono assenti e ciò mi fa supporre siamo dinanzi ad una correzione, seppur decisa, pur sempre correzione.
Poi ovviamente eventuali futuri imprevisti potrebbero amplificare il calo.
Dubito comunque che un eventuale successivo rialzo possa durare 7 anni.
Comunque è bene fare un passo per volta.
Riccardo