Si usa dire ‘pensare a voce alta’, ed è un po’ quel che farò io con questo post in cui, seppur scrivendo, condividerò con voi quel che sono i sospetti sul 2016 che mi frullano in testa da qualche giorno.
Sospetti che, va da sé, potranno svanire nel nulla in futuro, ma che attualmente sono giustificati dalle conseguenze grafiche riportate dai mercati a seguito dall’ondata di vendite abbattutasi nelle prime settimane di Gennaio.
Il nostro scopo (non sempre raggiungibile) è quello di comportarci in un modo quanto più simile a quello della mano primaria, per cui risulta importante capirne le intenzioni.
L’entità della correzione e le parole di Draghi dovrebbero favorire un rimbalzo (presumibilmente già avviato) che, seppure non necessariamente privo di oscillazioni negative al suo interno, dovrebbe rivelarsi abbastanza corposo e, forse, prolungarsi per qualche mese.
Tuttavia, proprio l’entità della correzione ha intaccato lo scenario grafico.
Partiamo dal Ftse Mib:
Un trend rialzista implica la presenza di una sequenza di massimi e, soprattutto, di minimi crescenti.
Il recente minimo allineato con quello del 2014 interrompe la sequenza di minimi crescenti.
Pertanto, come riferimento di lungo termine siamo stati costretti a sostituire la rassicurante forchetta rialzista che ha governato egregiamente il rialzo avviatosi nel 2012, col più neutrale supporto statico in area 17.700 punti.
Il pericolo fondato è che il rimbalzo, considerata la distanza che separa i prezzi dal precedente massimo (Luglio 2015 = 24.157 punti), difficilmente sarà in grado di superarlo.
Più probabile un massimo decrescente, un ulteriore aspetto negativo che andrebbe ad aggiungersi alla recente incapacità dell’indice di segnare un minimo crescente.
Per di più, a quel punto prenderebbe sempre più forma un potenziale e preoccupante testa e spalle ribassista.
Ora passiamo all’indice americano, con quello che potremo definire il ‘grafico del sospetto’, già proposto sabato:
Dall’Ottobre del 2014 lo S&P 500 è ingabbiato all’interno di un trend laterale.
Il POC posizionato nella parte alta del range laterale, per quanto non rappresenti una sentenza definitiva, suggerisce di prendere in seria considerazione la possibilità che le intenzioni della mano primaria siano quelle, non appena lo riterrà opportuno, di far cedere il supporto (area 1.820) con probabile ulteriore violenta estensione ribassista (target area 1.500-1.600).
Le motivazioni di tale scenario, per quanto rappresenti una semplice ipotesi in cerca di conferme, sarebbero da ricercare nella presunta volontà della mano primaria, in presenza di un mercato obbligazionario indubbiamente sconveniente, di ampliare i margini di salita del mercato azionario, prima di fare il proprio ingresso.
Con ogni probabilità, un simile crollo implicherebbe un deciso sgonfiamento della leva (margin debt), e consentirebbe di ripartire con meno eccessi che attualmente rappresentano un elemento di rischio.
Non si sta comunque pensando che una correzione così profonda prenderà corpo a breve, anzi, in questa fase dovremmo assistere ad un buon rimbalzo.
Se dovesse effettivamente concretizzarsi questa ipotesi, si presenterebbe un’eccezionale opportunità sul mercato azionario con margini di rialzo molto ampi, sempre che si giunga all’appuntamento liquidi.
Per il momento prendete questo post per quel che è, un mio pensiero a voce alta che ho voluto condividere con voi.
Torneremo a parlare di stretta attualità nel fine settimana.
Riccardo Fracasso
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