S&P 500: settimana invariata
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.099 punti, registrando un -0,29%.
La settimana si conclude in perfetta parità.
Il bilancio mensile (Maggio) è pari ad un +1,53%.
V’è poco o nulla da aggiungere rispetto a quanto scritto la scorsa settimana, per cui mi limito, oltre ad evidenziare come questa settimana confermi la maggior forza relativa della borsa americana rispetto a quelle europee, a proporvi semplicemente la rappresentazione grafica aggiornata:
Riccardo Fracasso
27 Responses to S&P 500: settimana invariata
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Ciao Riccardo,
Vista l’ampio movimento laterale, la difficoltà a consolidare il movimento 2009-15 sui precedenti massimi (ad es.), la mancanza di alternative, i bassi tassi, e così via, non potremmo essere di fronte ad una fase di accumulazione che potrebbe culminare con un ulteriore rialzo negli anni a venire? In fondo non è detto che la storia si ripete sempre uguale, e ad occhio non si vede una gran voglia di ‘crash’ stile 2000 oppure 2008. Nessuno ha la sfera di cristallo, naturalmente, ma mi sembrava opportuno chiederti un parere in merito a questa idea.
Saluti.
Ciao Rosario,
il dubbio è lecito e me lo pongo anche io (d’altra parte è sempre giusto metter in dubbio le proprie convinzione per valutarne la solidità).
La carenza di alternative rappresenta un aspetto favorevole che, col tempo, è destinato a farsi sentire.
Tuttavia, non è chiara la tempistica.
Se i mercati quest’inverno sono scesi in presenza di una stagionalità favorevole ed in un contesto avaro di alternative significa che i problemi sono seri.
Inoltre, la concentrazione dei volumi nella parte superiore del range laterale (più volte evidenziata), seppur non possa fornire certezze, è tipica delle fasi distributive.
Inoltre, ci sono davvero diversi altri elementi di pericolo (grafici e non) che suggeriscono cautela.
Come hai giustamente precisato, nessuno ha la sfera di cristallo, ma proprio per questo motivo il compito di chi si appresta a fare un’analisi è quello di individuare lo scenario più probabile, pur sapendo che se ne possa concretizzare un altro.
Ciò premesso, rispondendo alla tua domanda, ovviamente non escludo l’ipotesi che hai avanzato ma lo scenario più probabile, considerando le condizioni attuali, è quello di un periodo di notevole volatilità.
Ovviamente, se strada facendo alcuni motivi di preoccupazione dovessero venir meno, potrei cambiare opinione ma, al momento, ritengo siamo in una fase in cui sia più corretto giocare in difesa, anche se ciò significherà perdere un’occasione.
Riccardo
Ricapitoliamo :
1) da noi:
– gli indici sono alquanto lontani dai massimi ;
– siamo sottovalutati rispetto alla media storica ;
– i tassi rasentano lo zero e siamo sotto QE.
Pertanto, si sostiene, in prospettiva dovremmo salire.
2) negli Stati Uniti, viceversa:
– gli indici stazionano sui massimi storici;
– sono sopravvalutati rispetto alla media storica;
– i tassi sono quasi a zero ma, in prospettiva, indicati in aumento (copione che ormai si ripete in vista di ogni riunione FED).
Nonostante una situazione che è dunque opposta alla nostra, l’ipotesi dell’accumulazione presupporrebbe che ANCHE in questo caso si dovrebbe comunque salire.
E’ davvero curiosa la Borsa : sembra sempre che partendo da premesse antitetiche si possa arrivare a conclusioni identiche, oppure partendo da premesse identiche si possano ipotizzare conclusioni antitetiche.
Insomma, nell’immediato non si lesina mai a nessuno la sensazione di poter avere ragione e di coltivare la speranza, anche pensando tutto ed il contrario di tutto.
Poi però viene piuttosto il dubbio che dietro una frittata (in apparenza) rivoltabile a piacimento, tanto per cambiare ci sia il trucco.
Un saluto a tutti e a Riccardo in particolare.
Andrea
Ciao Andrea,
riepilogo corretto.
Tuttavia, il quadro è ben più ampio e sono da considerare ulteriori importanti aspetti grafici e non (per esempio il trend, l’attuale minor forza relativa del nostro indice, la situazione del settore bancario (cui hai comunque fatto menzione in tempi non sospetti, ecc)), tutti elementi che vanno nella stessa direzione.
Per di più, la storia ci insegna che è illusorio pensare ad una tendenza solida e duratura del nostro indice in presenza di un forte calo da parte della borsa americana.
Buon pomeriggio.
Riccardo
Buonasera Riccardo!
Una domanda: dopo gli ultimi dati negativi occupazionali USA, che dovrebbero di fatto stoppare la decisione di rialzare i tassi, sei ancora convinto che il 14 giugno possa essere l’evento scatenante il crollo (mi pare di aver letto così in precedenti interventi).
Ti ringrazio e buon fine settimana!!
Ciao Luca,
in più occasioni (anche nell’ultima intervista) ho indicato come più probabile un nulla di fatto alla prossima riunione.
Spesso alcuni movimenti si interrompono pressoché in coincidenza con le riunioni più attese della BCE o della FED.
In questa fase l’attesa della riunione della FED è abbastanza elevata e non mi stupirei, se dovessimo arrivarci in rialzo, di assistere a delle vendite.
Che poi possa essere scatenante di un vero crollo, questo non lo escludo ma non ho gli elementi per indicarlo come scenario più probabile.
Buon fine settimana.
Riccardo
Buongiorno , in merito al post sopra, una domanda da agenda eventi ….ma la riunione della FED non è il 09/06 !??….non il 14/06…
Saluti
Buongiorno Daniele,
il 14.
Saluti.
Riccardo
RICCARDO Ciao PREMESSA
Il mio “apprezzabile interesse ” al SETTORE BANCARIO ITALIANO è direttamente proporzionale al peso preponderante di esso nel NOSTRO INDICE .
Credo che la prima cosa giusta è informarsi e conoscere per aver modo di preparare un metodo valido per pensare e cominciare ad investire . In qualsiasi MERCATO
La mancanza di redditività delle BANCHE a LIVELLO GLOBALE oggi è nota e consolidata e la confermi nel POST ” L’informazione più rilevante che ci ha consegnato questa settimana è la confermata debolezza di fondo dell’Area Euro (alla quale non fa certo eccezione la nostra borsa), causata principalmente dalla criticità del settore bancario che s’era annoverato oltre un mese fa tra gli elementi di rischio.
In RISPOSTA AD UNA MIA MAIL DEL 09-05-16 SUL PANICO DEI MERCATI tra le altre cose mi scrivevi :“Io non amo la cultura tedesca secondo cui tutto le è dovuto, ma se in questi anni avessimo avuto una classe politica come la loro (egoista), avremo comunque ottenuto di più” Concordo pienamente e aggiungerei anche “ LA CAPCITA’ PRAGMATICA E ACUTA “ .
A proposito della SOLIDITA’ DELLE BANCHE affermare :
“ Finche sarà così le banche tedesche sembreranno sane, ma quando i riflettori saranno puntati su questo aspetto, la fiducia (aspetto fondamentale per le banche) scenderà e non so, a quel punto, chi rischierà di più “…..
In sintesi “Mal comune mezzo gaudio “ mi sembra riduttivo….. anche se CORRETTO .
Cerco di spiegarmi .
Oggi in EUROPA sono 3 i più grossi problemi nel SETTORE che preoccupano :
1)NPL in ITALIA . Problema ormai noto e conosciuto da tutta L’OPINIONE PUBBLICA .
Sopraggiunto ed arrivato a causa delle ISTITUZIONI EUROPEE ……Questo viene trasmesso dai MEDIA COMPIACENTI del “SISTEMA ITALIA “ che tende sempre ad AUTOASSOLVERSI..
2) DERIVATI/GERMANIA FRANCIA .Problema per lo più conosciuto agli addetti ai lavori ….ma non troppo ENFATTIZATO dai MEDIA compiacenti in ITALIA . Solo quando si deve puntare il DITO e dire , come anche TU scrivi GIUSTAMENTE “Da quel che apprendo dai media l’esposizione in derivati sui bilanci delle banche tedesche è impressionante: il problema è che (sempre da quel che si legge) questi derivati sono contabilizzati al prezzo d’acquisto e non a quello effettivo (ciò lo consente, la normativa europea piuttosto generosa, guarda caso, alla Germania) che è ben inferiore.
E non per spiegare come è stato fino ad ora NEUTRALIZZATO (magari con qualche opacità ) …….DATO che per il momento Il MERCATO STESSO lo ritiene ,a torto od a ragione , CHE SIA SOTTO CONTROLLO.
3) LE LANDENSBANKEN e le SPARTKASSEN sempre in GERMANIA . Problema che in ITALIA credo sia alquanto sconosciuto alla maggior parte dell’OPINIONE PUBBLICA . Per semplicità ,possiamo dire che il CORRISPETTIVO in ITALIA sarebbero le vecchie CASSE DI RISPARMIO o le BANCHE POPOLARI di oggi , le CASSE RURALI e le CCC. In GERMANIA sono, insieme, il sale e il lubrificante della politica tedesca ma anche una delle ARCHI TRAVI del SISTEMA ECONOMICO IN GERMANIA. Incrocio di tutti i POTENTATI LOCALI (stessa cosa che in ITALIA ).
La DIFFERENZA SOSTANZIALE è che quando nel 2008 il GOVERNO CENTRALE cominciò ,visto che lo poteva fare , il SALVATAGGIO( anche in questo caso con opacità accettate da tutti in EUROPA) di queste BANCHE “PRAGMATICAMENTE “ tutti i POLITICI LOCALI RESPONSABILI e senza nessuna esclusione ( anche qualche pezzo grosso di BERLINO ) VENNERO DIMESSI .
Il MERCATO ,credo ,conosca bene queste PROBLEMATICHE .
Circoscrivendo L’INCENDIO sui DERIVATI il Pragmatismo TEDESCO ed il Rigore Fiscale FRANCESE in questa gestione del problema sono stati premiati in qualche modo dal MERCATO .
Riconoscendo di fatto che al momento i DERIVATI sono “SOTTO CONTROLLO “ , le BANCHE di ambedue i PAESI, che sono quotate in BORSA , hanno perso meno dei loro CORRISPETTIVI.
La stessa cosa per quanto riguarda “ LE LANDENSBANKEN e le SPARTKASSEN “ , non quotate .
La risposta che da il MERCATO è “ UNA PIENA FIDUCIA AL GOVERNO E ALLA BANCA CENTRALE TEDESCO ” vista la QUOTAZIONE dei BUND TEDESCHI …OGGI .
Il PRESSAPOCHISMO ITALIANO nella gestione dei NPL deve essere sommato anche :
A)alla gestione del BAIL-IN e susseguente situazione del PICCOLE 4 BANCHE in DISSESTO ,
B)agli ADC delle varie banche alle FUSIONI IMPOSTE
C)mettiamoci pure alle DIMISSIONI DELL’AD della più GRANDE BANCA SISTEMICA ITALIANA ,UNICREDITO ,senza avere un SOSTITUTO già scelto onde evitare tutto quello che stiamo vedendo in questi giorni .
Questa SOMMATORIA di EVENTI MAL GESTITI e PRESSAPOCHISTICI stanno elevando la” POTENZIALITA’ DEL PROBLEMA SETTORE BANCARIO “ ad un LIVELLO DI PERICOLOSITA’ che va detto probabilmente è forse ESAGERATO .
Il RISULTATO E’ UNA CONTINUA DISTRUZIONE DI VALORE DEL NOSTRO SISTEMA BANCARIO.
Parole fondate quando scrivi “ma è su quel che abbiamo che ora dobbiamo ragionare”.
Purtroppo mi permetto di aggiungere che tra PRAGMATISMO ,RIGORE ,PRESSAPOCHISMO
è EVIDENTE quando nelle varie ISTITUZIONI EUROPEE ( POLITICHE ,BANCARIE ,DIPLOMATICHE E MILITARE ) si prende una qualsiasi DECISIONE .
Ed anche in questo periodo nella TRAGEDIA UMANITARIA dei FLUSSI MIGRATORI è quello che stiamo vedendo quotidianamente e le NOSTRE ISTITUZIONI non riescono ,con “EUFEMISMO “ , a farsi CAPIRE .
Scusandomi per questa divagazione finale permettimi di usare ancora una volta le TUE PAROLE ……
TI POSTO anche , a mio parere , un bellissimo ARTICOLO del SOLE 24 ORE DEL 05-01-16 , abbastanza dettagliato sulle “BANCHE TEDESCHE AIUTATE DALLA MANO PUBBLICA “che lo trovo molto ISTRUTTIVO sulla “VISIONE GERMANICA dell’ EUROPA” che conferma il PRADOSSO.
In anticipo grazie come sempre di un TUO commento
Ti lascio come sempre la decisione se riterrai opportuno di pubblicare tutto questo mio lungo post
Buona Domenica Maurizio
P-S: DAL sole 24 ORE Salvare le banche tedesche è costato il 7% del Pil di Fabio Pavesi 5 gennaio 2016
Uno dei paradossi più eclatanti della Germania Uber Alles. All’economia strutturalmente più forte dell’eurozona corrisponde uno dei sistemi bancari tra i più fragili , puntellato costantemente dalla mano pubblica che ha sorretto le proprie banche, dall’avvio della crisi nel 2008, con la bellezza di 197 miliardi di denaro pubblico, tra aumenti di capitale e titoli tossici rilevati dallo Stato federale o dai vari Land. Una cifra che (sono dati della Commissione Ue) vale oltre il 7% del Pil tedesco. Se poi alle iniezioni di denaro pubblico si aggiungono le garanzie statali e le linee di liquidità offerte la cifra balza addirittura a 465 miliardi il 17% della ricchezza annua prodotta. Un’enormità che disvela la particolare struttura del sistema creditizio teutonico.
Si pensi solo all’ultimo salvataggio in ordine di tempo. Quello che ha riguardato pochi mesi fa la Hsh Nordbank. L’istituto controllato dal Land dello Schleswig-Holstein e dal Comune di Amburgo ha avuto l’ennesimo aiutino pubblico sotto forma di 3 miliardi di nuove garanzie statali . Tra la moltitudine frammentata delle centinaia di piccole, piccolissime Sparkasse, le casse di risparmio municipali e le grandi Landesbank, oltre un terzo del sistema del credito della più grande economia dell’Eurozona è di fatto in mano pubblica. E per buona parte è sottratto alla Vigilanza di Francoforte. Questo ha permesso una gestione della crisi bancaria, che in Germania è stata più acuta di quanto ci si poteva aspettare, sotto il segno della massima discrezionalità e spesso con tratti di grande opacità.
Hsh non è un nome nuovo nel panorama delle banche pericolanti di Germania. L’istituto di Amburgo che è piombato in crisi già nel 2008 e ha avuto a disposizione linee di credito garantite per decine di miliardi, ha accumulato lo stesso, dall’inizio della crisi, 1,9 miliardi di perdite, pur avendo quasi dimezzato l’attivo. Il dimagrimento non è bastato a uscite dal baratro e ora il nuovo salvagente propedeutico a una vendita o una liquidazione. Una banca zombie tenuta in vita artificialmente. Hsh non è affatto un caso isolato. È l’epifenomeno, neanche il più macroscopico, della pesante gracilità del sistema del credito. Buona parte delle grandi Landesbank tedesche vive sorretto costantemente dalle casse regionali. Come evidenzia con dovizia di particolari l’ultimo rapporto di R&S Mediobanca, le sei principali banche dei Land tedeschi hanno ricevuto dai soci (pubblici) nei lunghi anni post-crisi 25,3 miliardi tra aumenti di capitale e altre contribuzioni, una somma che vale il 65% dei patrimoni che le banche avevano all’inizio della Grande crisi. Non solo. Ma per fronteggiare la crisi di liquidità hanno beneficiato di garanzie sia statali che dei Land per 98 miliardi di euro. Un vero cordone sanitario steso attorno alle grandi banche regionali che non ha (altro paradosso) risolto definitivamente il nodo della solidità patrimoniale.
Nonostante le ricapitalizzazioni, infatti, il sistema delle Landesbank resta tuttora poco capitalizzato. Il capitale netto aggregato nel 2013, spiega ancora R&S Mediobanca, rappresentava il 4,5% dell’attivo di bilancio, rispetto al 5,4% medio delle principali banche europee, con una “leva” di 23, superiore di un’ unità al moltiplicatore europeo, già di per sé il più elevato nel confronto internazionale. C’è stato, è vero, un miglioramento rispetto al 2007 quando il capitale era solo il 2,7% dei bilanci, ma ottenuto più con la riduzione degli attivi, scesi di oltre 400 miliardi che con le ricapitalizzazioni. Iniezioni di denaro (pubblico) necessarie a fronteggiare le perdite che solo nel biennio 2008-2009 sono ammontate a 14 miliardi di euro per le banche regionali. Se per le grandi Landesbank il panorama mostra tuttora gli antichi vizi pre-crisi, con bassi livelli di capitale nonostante le iniezioni pubbliche, crediti a rischio non contrastati e livelli di titoli tossici in portafoglio ancora ingenti, il quadro è ancora più preoccupante e sfuggente per le piccole Sparkasse. La competenza della vigilanza sulle Sparkasse è in mano alla Bafin, la Consob tedesca, ed è sottratta completamente allo sguardo più occhiuto e meno compiacente della Bce. Non c’è di fatto un obbligo di contabilizzazione ufficiale dei crediti dubbi. Stando ad alcune stime le Sparkasse erogano prestiti per circa 1.700 miliardi di euro, quanto di fatto l’intero sistema bancario italiano. Se solo le Sparkasse avessero in pancia il livello medio di sofferenze dell’intero sistema bancario teutonico saremmo a circa 85 miliardi di euro di crediti malati. Ma gli osservatori internazionali dall’Fmi (che chiede trasparenza nella contabilità delle banche municipali di Berlino) ad altri, temono che siano molti di più. Il fatto che non siano sottoposti alla Vigilanza bancaria europea permette classificazione dei prestiti malati a maglie assai larghe. Un sistema dove la trasparenza non è certo di casa. Ma se il sistema creditizio pubblico non brilla per solidità, che dire dei due colossi di Germania? Deutsche Bank è reduce da una perdita di 6 miliardi nel terzo trimestre: pesano oneri per i contenziosi giudiziari e avviamenti svalutati. Sta di fatto che il gigante bancario è da tempo in forte frenata sul piano della redditività, ha sì aumentato il capitale ma ha tuttora in pancia titoli illiquidi valutati dalla stessa banca in 31miliardi, poco meno della metà dell’intero capitale. Un fardello che è stato limato dall’avvio della crisi ben poco e che resta un vulnus possibile per il futuro. Per non dire di Commerzbank. La banca si prepara solo ora al ritorno al dividendo, per la prima volta dal 2007, e dopo che, a partire dal 2008, ha avuto bisogno di due salvataggi con soldi pubblici per circa 18 miliardi e ha visto l’ingresso salvifico nel capitale del Governo tedesco. Verrebbe da dire: Che fortuna per le banche tedesche, essere tedesche.
Ciao Maurizio e grazie per il contributo.
In buona sostanza, quindi, mi sembra tu sia d’accordo con la mia opinione secondo cui le problematiche del settore bancario tedesco (derivati) non sono inferiori a quelle, comunque gravi, del settore bancario italiano (npl), ma ora come ora, per una serie di motivazioni (minor fiducia nel paese Italia, un regolamento BCE favorevole ai bilanci degli istituti della Germania, ecc.) i riflettori sono ancora una volta rivolti più ai nostri problemi che ai loro.
Riccardo
RICCARDO Ciao Certo che in “buona sostanza “concordo con TE
Ma le “REGOLE della BCE ” sono state approvate anche con il contributo ITALIANO .
Il “BAIL-IN ” , che fa tanto male alle BANCHE ITALIANE , è stato accettato dall’ITALIA da oltre 2 anni ma nessuno ha agito ….(ES. spiegando o non vendendo ai piccoli RISPARMIATORI le OBB.SUBORDINATE).
I “NPL ” da quanti anni sono presenti nei “BILANCI DELLE NOSTRE BANCHE ” queste “CRITICITA'” quale soluzione è stata trovata dalle ISTITUZIONI ITALIANE ?
La SPERANZA (che come TU mi insegni non è una STRATEGIA e che di per sé rappresenta già un comportamento sbagliato….) di vedere i RIFLETTORI rivolti verso altri fronti mi sembra una “CHIMERA , UN DESIDERIO IRREALIZZABILE” ……purtroppo per NOI …..con questa classe ”DIRIGENTE “ impegnata solamente a difendere le “LORO POLTRONE” .
Grazie Buna Giornata e Buon Lavoro Maurizio
Condivido totalmente Maurizio.
L’unica precisazione che mi sento di fare è che non c’è la speranza di vedere i riflettori puntati verso altri fronti perché ciò non risolverebbe i nostri problemi ma, semplicemente, amplierebbe il clima di sfiducia (già esistente) nel settore bancario europeo, innalzandolo anche da noi.
Però, per esperienza, un problema se non viene risolto presto o tardi solitamente emerge.
Buona giornata.
Riccardo
RICCARDO Ciao . Grazie per la TUA Risposta .
Precisazione la TUA sulla quale concordo al 100% .
Da parte mia il vedere i “RIFLETTORI “ altrove non indicava la “SOLUZIONE “ dei PROBLEMI . I miei commenti sull’EUROPA BANCARIA vorrebbero essere per tutti un MONITO ed una CHIAMATA a prestare l’attenzione NECESSARIAMENTE IMPORTANTE del “RESTARE LONTANO DAL SETTORE EUROPEO BANCARIO” e di conseguenza dall’INDICE ITALIANO…….Espressa senza alcuna pretesa di essere nel giusto e ,come spesso scrivi ,senza CONOSCERE IL FUTURO ..
Personalmente lo faccio da 2 anni …cercando di trovare le soluzioni di investimento in ENTITA’ di “assoluta eccellenza “ che non siano in nessun modo correlati/incagliati a questo SETTORE …….A ben guardare credo che la scelta ,a livello FONDAMENTALE , la si debba prolungare vedendo anche quello che sta accadendo questa mattina sul FTSEMIB .Con un occhio all’ADC del POPOLARE(pensando breve) ed un occhio proiettato al BREXIT , REFERENDUM ITALIANO, FED, BCE e BOJ (pensando al medio e lungo ) .
Mi permetto 3 CONSIDERAZIONI :
1)Sul Breve :
Questa mattina inizia il cammino per la FUSIONE B.P /BPM .Si è aperto con l’ADC del BP , iniziando con un pesante ribasso , subito sedato da coloro per cui è importante che il collocamento vada a buon fine. Il rapporto di concambio non è favorevole, chi ha azioni oggi avrebbe miglior partita vendendo i titoli nei primi giorni in cui il sostegno sarà più forte ed eventualmente esercitare i diritti. Poi seguirà la quotazione sul MERCATO di VENETO BANCA e il PROBABILE ADC DI UCI .
Sui due aumenti già in cascina per il FONDO ATLANTE “VICENZA E VENETO” si capirà quante risorse rimarranno al “ FONDO STESSO” per l’annunciata operazione da due miliardi sugli NPL supponendo , come dicono tutti , che per l’ ADC di BP non sia necessario il suo SUPPORTO.
2)Il FONDO ATLANTE punta a fare efficienza su come vengono gestiti i crediti in sofferenza con una operazione esemplare, dove i processi di recupero verrebbero efficientati e dove altri poi seguano. Credo proprio che i margini di successo siano bassi, anche rendendo più efficienti le strutture di recupero . Quando Mr Penati (AD di QUAESTIO SGR. che gestisce il veicolo ATLANTE pensato per sostenere il SISTEMA ) si smarca e SOTTOLINEA : “Non siamo pattumiera, non pagheremo crediti a rischio più di quanto valgono” si riferisce soprattutto ai crediti piccoli, si attacca al 20% del mercato dove peraltro la gente in larga parte i soldi per rientrare non li ha. Ma anche in questo caso dice. CITO : “non tutti i crediti sono uguali e le banche devono essere più trasparenti se vogliono spuntare dei prezzi migliori rispetto ai 20 centesimi che il mercato è disposto a pagare oggi. C’è una differenza tra denaro e lettera, diciamo 20-40, noi vorremmo ridurre questo spread, cosa possibile se si permette una valutazione corretta dei crediti . Non saremo noi a proporci alle banche. Dovranno essere loro a venire da noi a proporci un’operazione: la valuteremo e, se sarà interessante, investiremo con beneficio per tutti”. FINE CITAZIONE Tuttavia, sono le stesse banche ad aver dichiarato nei giorni scorsi che venderanno ad ATLANTE i loro crediti in sofferenza ai VALORI DI BILANCIO . In particolare, a dirlo in varie occasioni pubbliche è stato Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, che nel fondo Atlante ha investito 1MILD€ su 4,25MILD€ raccolti . Una dichiarazione di “peso” che solleva la questione degli inevitabili conflitti d’interesse che rischiano di aprirsi nell’ambito della gestione degli investimenti .Sul rimanente 80% NPL vediamo ad esempio che le banche stanno unendosi a felicemente imprestare soldi a RCS, che ha molte meno probabilità dei privati di rimborsarli. La lista di questi crediti agli amici è infinita e rappresenta appunto i quattro quinti del mercato cui Atlante intende rivolgersi: lì non vi è nessuna efficienza da fare.. CREDO!!!!
Dobbiamo affidarci un’altra volta alla “SPERANZA”????
3) A livello TECNICO il FTSEMIB è in accumulo , in distribuzione o….PIUTTOSTO DISGRAZIA?
La mia OPINIONE è che i RIALZI ,se arriveranno , saranno contenuti …….i CROLLI no…..
Per il FTSEMIB il triangolo su BASE GIORNALIERO con apice 19216p e bottom 15775p (range di 3500p ) credo tenga ancora banco……. Ma il CUNEO è sempre più STRETTO .
A seconda dell’uscita (è una mia stima personale ) da AREA 17375/17250p sotto o AREA 18990p sopra in CHIUSURA e tenendo conto dei possibili sviluppi TECNICI sul SP500 (TUA IPOTESI BULL TRAP????)gli obbiettivi a medio-lungo priodo potrebbero essere rispettivamente a 22500p o 13800p .
Obbiettivi possibili al rialzo in caso di: NO BREXIT , SI REFERENDUM ITALIANO, FED, BCE e BOJ permettendo…
Al ribasso ci penserà al contrario il PANIC –SELLING su esiti negativi in ordine cronologico dei suddetti appuntamenti.
Tecnicamente quindi siamo vicini ad una svolta in questo mese di giugno che segnerà almeno tutta l’estate per culminare a fine anno 2016.
Come sempre grazie in anticipo se ti fosse possibile una TUA OPINIONE in merito….sarebbe molto apprezzata…anche sulla mia personale LETTURA GRAFICA ….Ancora Grazie .
Buona Giornata Maurizio
Ciao Maurizio,
trattandosi di una figura di continuazione ed essendo preceduta da un trend ribassista, io considero solo l’ipotesi di una fuoriuscita verso il basso.
Ciò non esclude la possibilità di un rialzo verso l’alto ma, in tal caso, si parlerebbe di triangolo smentito.
Concordo sull’affermazione:
“La mia OPINIONE è che i RIALZI ,se arriveranno , saranno contenuti …….i CROLLI no…..”.
Ovviamente ciò sulla base degli elementi attuali … dovessero cambiare vedremo che se sarà il caso di modificare opinione.
Per quanto riguarda il nostro settore bancario, se supportato da un trend rialzista è giusto considerarlo all’interno del nostro portafoglio nonostante tutti i problemi; purtroppo, però, il trend di fondo è discendente.
Saluti.
Riccardo
Ciao Riccardo,
in merito allo S&P a che livello di indice riterresti la struttura primaria non più laterale ma bensì rialzista.
Grazie
Ciao Michele,
non esiste un livello.
Quando avremo una sequenza di minimi e massimi crescenti di durata di almeno un anno.
Saluti.
Riccardo
ciao riccardo
mi volevo riallacciare al discorso oro
come si fà ad investire in oro senza il rischio cambio?
O anche altre materie prime petrolio ecc.
grazie buona serata
Ciao Pierluigi,
esistono ETF e fondi (anche su titoli auriferi) coperti da rischio cambio.
Buona serata
Buonasera Riccardo. L’S&P è arrivato ora a 2110 sui massimi ed a 2,5 % da 2160? A sto punto x l’Italia i 19000 diventano inarrivabili considerando la grande distanza rispetto all’obiettivo delle borse usa?
Ciao Filippo,
in questo momento è complicato ma considera:
1 – che si parla di area;
2 – che non è escludibile un riallineamento ed un rallentamento da parte della borsa americana.
Ciao
OK trovato etc oro coperto
si chiamano HEDGED es.
db phisical gold euro hedged etc.
grazie
notte
RICCARDO Ciao .Cortesemente mi permetto 2 domande per una mia curiosità DIDATTICA in A.T..
Sull’INDICE FTSEMIB t/f h1 :
se dovessimo superare e rompere i 18010p con convinzione nella giornata di domani si potrebbe denominare il MOVIMENTO un Testa Spalle Rialzista ?
(tsx=17745 testa=17400p tsx =in formazione da 17800p ).
Nell’IPOTESI si verificasse la proiezione a 18600p come TARGET finale sarebbe corretta?
Come sempre grazie in anticipo per la TUA RISPOSTA.
Buona Serata Maurizio
Ciao Maurizio,
sarei propenso a non tenere in considerazione questo testa e spalle perché la figura è molto più estesa del trend preesistente.
Ad ogni modo, è corretto il calcolo del target.
Buona serata.
Riccardo
Buonasera Riccardo,
Rinnovo sempre i miei ringraziamenti per le tue precise analisi e per il tuo tempo.
Ti chiedo se sull’indice DownJones si sta evolvendo una figura quale triplice massimo (iniziata ad aprile 2015) con conseguente risvolto negativo per l’indice azionario americano.
Grazie.
Giacomo
Salve Giacomo,
sono diversi i massimi registrati nell’area tra 2.120-2.130 punti a partire da Febbraio 2015.
Personalmente non sottovaluterei l’ipotesi di una falsa rottura.
Saluti.
Riccardo
RICCARDO Ciao . Grazie per la risposta esaustiva di ieri su “ ANALISI TECNICA FTSEMIB“ esaudendo la mia curiosità .
Mi permetto ,ancora una volta di attirare l’attenzione ,di quanto stia succedendo sulle BANCHE
ed in queste ore su VENETO BANCA .
Il SISTEMA ITALIA E’ BANCOCENTRICO . Il tutto basato in primo luogo su una regola NON SCRITTA ma FERREA…..…“LA FIDUCIA DEI RISPARMIATORI NELLE BANCHE”. Anche in questo caso dopo BPVI “la palla di neve formatasi inizialmente si sta trasformando sempre di più in una valanga(SFIDUCIA DEI RISPARMIATORI ) e si sta abbattendo sull’ISTITUTO facendo tremare TUTTO IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO ” .
Questa attenzione sulle banche credo sia necessaria ogni giorno di più ,visto il peso del SETTORE sul LISTINO , per cercare di comprendere sino in fondo quello che sta succedendo .
Ieri l’ex amministratore delegato di VENETO BANCA imposto da BCE e “DECLASSATO ” a Direttore Generale dopo il colpo di mano dei vecchi soci ha dichiarato che l’aumento di capitale è rischiosissimo e che VENETO deve necessariamente andare verso una fusione.
Dichiarazioni strane per un Direttore Generale di una banca se non se ne estrae il contesto.
I vecchi soci di VENETO vogliono il controllo della banca non perché pensino sia un buon investimento ma perché sono “SOPRATTUTTO I PRINCIPALI DEBITORI DELL’ISTITUTO” .
Tutte queste Banche Piccole e in difficoltà vivono , evidenziato più volte da tutti i MEDIA ,di questo legame pericoloso dove un socio magari compra 1 euro di azioni e ne riceve, direttamente o indirettamente 10 in prestito. RENZI poi ha messo una sua esponente alla sorveglianza con il nuovo consiglio, sperando così di presidiare al processo di fusione delle popolari, la signora ha partecipato al progetto di riforma delle popolari, e offrendo ai vecchi soci la speranza che l’aumento fosse sottoscritto da altri (ieri Mediobanca si è ritirata).
CARRUS, il “DRETTORE GENERALE DECLASSATO “ , rema ora nella direzione contraria tentando di non far quotare la banca in modo che sia attratta nell’orbita di ATLANTE per una fusione con BPVI . ATLANTE mette una condizione di partecipazione :“LA MAGGIORNZA ASSOLUTA “ per prendere parte alle operazioni.
Il che, non avendo i soci di VENETO i 500 milioni (ancora, sono i maggiori debitori della banca), vuol dire che comunque il CONSIGLIO sarebbe spazzato dall’ingresso di ATLANTE: così che a questo punto i vecchi soci non hanno nessun interesse a partecipare.
Se questa altra OPERAZIONE FALLIMENTARE (quella della VENETO ) porterà conseguenze sull’aumento di capitale di B .POPOLARE e di conseguenza sulla FUSIONE con BPM , potremmo assistere nel giro dei prossimi due mesi alla più grave CRISI BANCARIA DEL DOPOGUERRA ……
Mi pongo una domanda alla quale non so rispondere :
PER RIPARTIRE NEL SETTORE (E DUNQUE ANCHE NEL SISTEMA ITALIA)NON SAREBBE, FORSE , LA SOLUZIONE ????
CONTINUO .
Sempre il 07-06 MESSINA AD di INTESA ( che ricordo controlla IMI responsabile del collocamento di VENETO BANCA) esprime un parere “ informato”…. LEGGO:”
Nel caso, molto probabile, in cui ci rimanessero titoli da sottoscrivere verrà richiesto l’intervento del consorzio di garanzia guidato da BANCA IMI (gruppo INTESA SANPAOLO), che ha già sottoscritto (come UNICREDIT nel caso dell’aumento di BPVI) un accordo di sub-garanzia col fondo ATLANTE che dunque comprerebbe “L’ INTERO INOPTATO” , che secondo quanto dichiarato ieri dal CEO d’ INTESA SANPAOLO C. MESSINA, si profila superiore al 51% di VENETO BANCA.
Il controllo di VENETO pare dunque destinato a passare, come già quello di BPVI, allo stesso fondo ATLANTE
Credi che sia accettabile che il giorno prima dell’inizio del collocamento l’azionista di chi colloca e l’azionista di chi eventualmente riceve l’inoptato esprima opinioni, di qualsiasi tipo ????
I conflitti di interesse tra banche, ATLANTE , gestione delle sofferenze (e speriamo le evidenze prodotte da REPORT sul comportamento di VEGAS possano essere chiarite ), rappresentano un rischio elevato per chi decida di sottoscrivere uno dei 2 AUMENTI DI CAPITALE IN CORSO.
Ieri sera ho letto sull’ ANSA una NOTA della GABBANELLI sulla replica del PRESIDENTE VEGAS sulla TRASMISSIONE DI REPORT :
“Il Presidente VEGAS controreplica sostenendo che la raccomandazione ad inserire gli scenari di probabilità nelle obbligazioni subordinate emanata da CONSOB nel marzo 2009 non è mai stata abrogata, ma che è tuttora in vigore . E’ esattamente quello che REPORT ha detto. Oggi anche VEGAS finalmente lo ammette .
Quindi per 5 anni – si legge ancora – non ha applicato la norma, agendo monocraticamente, violando pertanto la legge istitutiva della CONSOB del 1974 che prevede testualmente: ‘nel caso di impossibilità di funzionamento o di continua inattività, il Presidente del Consiglio, sentito il Ministero del Tesoro può nominare un Commissario straordinario’. L’inattività – conclude la nota – c’è stata perché CONSOB è venuta meno alla sua funzione primaria, che è quella di vigilare sulla trasparenza e correttezza banche nel rapporto con i risparmiatori”.
ADC sul B.POPOLARE . E’ fin troppo evidente” l’AZIONE “ di sostegno da parte dei collocatori .
Appena il TITOLO va sotto pressione partono fiammate improvvise verso l’alto .
La BCE ,ad oggi , non ha ancora approvato la eventuale operazione di fusione tra B. POPOLARE e BPM, neanche condizionatamente al buon successo dell’aumento. Se si aggiunge che l’operazione si chiude il giorno prima delle votazioni britanniche, da “ PICCOLO AZIONISTA E’ SOLO CON LO SPIRITO DEL GIOCATORE CHE SI PUO’ ADERIRE A QUESTI AUMENTI “.
Ed infine….
Questa mattina DRAGHI parlando ad un CONVEGNO PUBBLICO tra le altre dichiarazioni mette ancora un poco di pressione e SOTTOLINEA :
” Nell’EUROZONA i bilanci delle banche non sono ancora stati completamente riparati, come dimostra l’elevato stock di crediti deteriorati” in alcuni paesi: per questo “bisognerà lavorare ancora per ridurli, a condizioni che dovranno essere definite con le opportune politiche e dalle autorità competenti “
Come credo avrai capito ultimamente ho espresso spesso posizioni molto pessimistiche/realistiche su questo NOSTRO SETTORE BANCARIO .
Ma a questo punto TI DOMANDO :
Non CREDI , che solo con condizioni che forzino un RICAMBIO ….con management all’altezza e non guidato da interessi personali si possa sperare in un rinnovamento del settore?
Non CREDI possibile che da qui alla fine dell’anno assisteremo alla scomparsa di almeno un istituto di dimensioni medio grandi???
Personalmente vorrei avere la “CERTEZZA di SBAGLIARE”……. ma ho la sensazione che davvero oggi l’ITALIA non possa sfuggire ad un caso LEHAMAM
Grazie ,se possibile ,una TUAOPINIONE in merito
Buona Giornata Maurizio
Ciao Maurizio,
sull’ipotesi di fallimenti evito di esprimere certezze perchè correrei il rischio di alimentare panico che potrebbe rivelarsi eccessivo.
La storia insegna che solo una piccola parte di quelle situazioni che sembrano aver già scritta la parola fine si concludono come sembra mentre, negli altri casi, operazioni o soccorsi evitano il peggio.
Solo qualche anno fa ricorderai come diversi Paesi (Italia compresa) dell’Area Euro presentassero dati che lasciavano poche speranze.
Preferisco limitarmi ad evidenziare criticità di fondo che non necessariamente potrebbero portare a fallimenti importanti ma che, in ogni caso, dovrebbero causare vendite molto consistenti.
Buona giornata.
Riccardo