Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.173 punti, registrando un +0,16%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -0,07%.

Luglio regala un +3,56%.

La chiusura mensile sui massimi ne rende probabili ulteriori per il mese entrante, Agosto.

Ricapitoliamo.

In diverse occasioni s’è data evidenza alla concentrazione dei volumi nella parte superiore del range laterale, aspetto che rende probabile (seppur non certo) una fase distributiva.

Recentemente, s’è inoltre evidenziato come l’uscita verso l’alto non si sia concretizzata attraverso uno strappo deciso accompagnato da forti volumi, caratteristiche solitamente presenti nei casi di rotture convinte.

Grafico:

S&P 500 - Distribuzione volumetrica

S&P 500 – Distribuzione volumetrica

Si osservi come nelle ultime settimane si stiano concentrando i volumi in linea con i recenti massimi.

E’ decisamente prematuro affermare sin d’ora e con una certa convinzione che a questi livelli stia partecipando la mano primaria per distribuire, ma al tempo stesso è un aspetto da non sottovalutare, per di più perché sviluppatosi in linea con l’Area intorno al punto Pivot annuale R1 (2.162) più volte citato.

Riccardo Fracasso

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38 Responses to S&P 500: analisi volumetrica

  1. paolo ha detto:

    Salve,se ci fosse quindi un ritracciamento,quale potrebbe essere il target di arrivo? Grazie

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Salve Paolo,
      ovviamente è prematuro indicare un target ora, tant’è che finora in sede di analisi non l’ho mai indicato (nei commenti invece ne ho fatto cenno).
      Ciò premesso, ipotizzando una falsa rottura ed una successiva rottura verso il basso, il target si collocherebbe al di sotto dei 1600 punti.
      Tuttavia, ripeto, è bene far un passo per volta: prima il rientro all’interno del range laterale, poi la rottura di area 2.010 punti, poi la rottura dell’estremo inferiore della base laterale.
      In altre parole, sono tanti gli step ed al momento non vi sono segnali concreti di inversione ribassista del trend secondario per cui, bene non dare nulla per scontato.
      L’ipotesi di rottura netta non può essere esclusa, seppur io ritenga tuttora più probabile quella di falsa rottura.
      Un saluto.
      Riccardo

  2. Pierluigi ha detto:

    Ciao Riccardo
    Come giudichi i risultati degli stress test possono dare la prossima settimana una direzione ai mercati europei?
    Grazie complimenti e buona domenica

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Pierluigi,
      i risultati sono indubbiamente da catalogare tra le notizie positive.
      D’altro canto, però, non va scordato né che in passato si sono dimostrati assolutamente inattendibili né che essi non dimostrano che i problemi siano stati risolti.
      Ad ogni modo, ripeto, è indiscutibilmente positivo il fatto che non vi sia stato un risultato deludente, che avrebbe ulteriormente deteriorato la fiducia nei confronti del settore bancario.
      L’esito potrebbe incidere positivamente almeno per una parte della prossima settimana, a meno che un eventuale accanimento su MPS trascini giù l’intero settore.
      So che ciò può voler dire tutto ed il contrario di tutto, ma l’importante è avere una strategia e rispettarla.
      Grazie per i complimenti e buona domenica.
      Saluti.
      Riccardo

  3. Filippo ha detto:

    Buonasera Riccardo: ho letto nell’intervista a Trendonline che per il dax davi come obiettivo l’area tra 10350 e 10500 se non sbaglio… il fatto che attorno ai 10450 passi la ribassista dai massimi del 2015 dovrebbe essere un’ulteriore conferma, giusto? In caso di arrivo del nostro indice a 18000 circa, pensi che il dax possa comunque fermarsi in area 10500 o superarla definitivamente? Grazie

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Filippo,
      se dovessi sbilanciarmi, sarei più propenso a pensare che il nostro indice non raggiunge il proprio target rispetto all’ipotesi che il DAX rompa con convinzione il proprio.
      Ad ogni modo, talvolta i rialzi tra i diversi indici non sono proporzionati e non è totalmente escludibile che il nostro indice faccia qualcosa in più rispetto al DAX.
      Guarda la stessa america, una volta raggiunta l’area target praticamente non si muove più.
      Riccardo

  4. Dario ha detto:

    Ciao Riccardo,

    Come giustamente suggerivi, a questo punto direi che lo scenario ribassista su S&P500 e’ invalidato dalla rottura al rialzo del rettangolo laterale. Se fra 2 mesi si verifichera’ il crollo non possiamo dire, a posteriori, che lo scenario ribassista era corretto. Semplicemente, con la rottura al rialzo siamo entrati in una nuova fase di mercato. Che ne pensi ? In questo caso, il comportamento dell’ indice , nella fase laterale, e’ stato diverso rispetto al passato, dove invece era seguito il crollo. Ulteriore conferma che I mercati sono governati da processi stocastici, per i quali, come dice la matematica, non e’ purtroppo possibile fare previsioni diverse dal solito 50%

    Dario

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Dario,

      gli sviluppi di uno scenario ribassista possono essere diversi e, tra questi, v’è quello della falsa rottura, peraltro proposta da Marzo.
      Per questi motivi non è invalidata in alcun modo tale ipotesi, anzi, la fuoriuscita verso l’alto ne rappresenta parte integrante del percorso (altrimenti, che falsa rottura avremo senza un temporaneo sforamento?).
      Ovvio che nei prossimi mesi saranno necessarie conferme perché gli scenari possibili sono comunque due: rottura netta o falsa rottura.

      L’analisi tecnica poggia principalmente sulla statistica e ci indica come il più delle volte (quindi percentuale superiore al 50%) il mercato si muove in determinate circostanze, tant’è che il più delle volte, se un metodo è solido, lo scenario più probabile si avvera.
      Ciò non significa che un’analisi, per quanto ben condotta, ci consenta di prevedere sempre il futuro ma, ripeto, lo fa il più delle volte: magari non ci sarà falsa rottura (o magari si), ma ciò non cambierà il concetto appena espresso.

      Nell’Agosto del 1995 la Federal Reserve ha pubblicato un rapporto la cui frase iniziale diceva: “L’analisi tecnica, la predizione dei movimenti di prezzo basata sul movimento di prezzo passato, ha dimostrato statisticamente di poter generare profitti significativi a dispetto dei pareri contrari della maggioranza degli economisti sull’efficienza dei mercati.”.

      E se persino la FED (un tempo molto scettica e tuttora più legata ai fondamentali) è giunta a sostenere ciò, significa che l’analisi tecnica è realmente uno strumento efficace, per quanto io stesso sono dell’avviso (più volte evidenziato) che sia da utilizzare con determinati accorgimenti rispetto al passato.

      Ad ogni modo, senza prendere come esempio le mie analisi, ci sono diversi analisti che hanno dimostrato con risultati concreti quanto ho scritto, e sono i risultati a rappresentarne la prova migliore.

      Riccardo

  5. Rosario ha detto:

    Ciao Riccardo,
    Benché lo scenario più probabile indichi questa come una fase di falsa rottura al rialzo, sono sempre piu convinto che il target di questo movimento sia 2500 (area). I motivi sono gli stessi: bassi tassi e mancanza di valide alternative di investimento spingono anche la mano primaria a rimanere su un mercato non sopravvalutato se visto in relazione al livello, molto basso, dei tassi di interesse.
    Condivido le tue analisi e sono convinto che una correzione sarebbe la via più corretta e razionale, ma come dice un vecchio adagio in voga credo a wall street i mercati salgono arrampicandosi sul muro dello ‘scetticismo’ e crollano di fronte ad un mare di ‘certezze’. Credo che non condividerai, questa cosa, ma in fondo è ciò che sta, per il momento succedendo. Un cordiale saluto. Rosario.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Rosario,

      non la condivido ma la rispetto.

      Tuttavia, io il mare di certezze lo vedo (basterebbe guardare il vix, il consensus index, la leva), e questo sforamento le sta alimentando.
      La lettura più spontanea dell’analisi tecnica porta a proiettare l’altezza del range laterale dal punto rottura, per cui la maggior parte degli investitori ora vede come target finale quello, non certo la falsa rottura, ipotesi ben poco considerata.
      Anche leggendo i vostri commenti, noto ben poco scetticismo.

      La borsa americana è molto sopravvalutata, e questo è provato da indicatori che lo testimoniano che, pur non escludendo un ulteriore estensione rialzista, descrivono un mercato alquanto tirato.
      Semmai, se gli investitori dovessero dirigersi negli USA sarà perché continuano a considerarlo un porto più sicuro d’altri, come succede da tempo per il bund.
      La carenza di alternative (giustamente evidenziata da te) è l’unico elemento che può favorire un ulteriore allungo, troppo poco per scommetterci.

      Saluti.

      Riccardo

  6. Claudio ha detto:

    Ciao Riccardo
    sinceri complimenti per le analisi che proponi. Questa che fa riferimento ai volumi del POC è particolarmente interessante. Anche per me è evidente che le mani forti abbiano distribuito in area 2100 ed ora, potendo sfruttare questo vuoto di alternative offerto dalle banche centrali, tentano di creare una nuova area di distribuzione ancora più in alto. Del resto la mano primaria non ha problemi di tempo e può permettersi di dilungare a piacimento questa fase irrazionale.

    Jeremy Grantham già nel 2014 parlava di uno sp500 sopra 2250 e ultimamente vedeva in 2300 la quota di fine bolla prima di un bear serio.

    La mia domanda è un po’ banale ma se la fanno in molti: se sp500 dovesse correggere da 2200-2300 a 1550-1600 (ipotizzo un classico pull back sui massimi 2007, dove finirà il nostro Ftsemib?

    Saluti cordiali
    Claudio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Grazie per i complimenti Claudio.

      In tal caso potremo vedere il Ftse Mib a 4 cifre.
      Ad ogni modo indicare target ribassisti ora è decisamente prematuro, tant’è che non l’ho mai fatto in sede di analisi ma semplicemente in sede di commenti, sbilanciandomi per rispondere a vostre domande.
      E’ un percorso che richiede diversi esami da superare… innanzitutto il rientro dello S&P all’interno della fase laterale, poi la perforazione di area 2.070 punti (POC), dopo ancora di area 2.010 punti (livello molto importante, la cui rottura convinta attiverebbe una importante figura ribassista)… ecc.
      Come vedi, l’importante è avere una strategia, poi il resto del lavoro consiste nel monitorare step by step lo scenario, con l’elasticità necessaria per modificare o addirittura stravolgere la strategia iniziale.

      Saluti.

      Riccardo

  7. Andrea ha detto:

    “Anche leggendo i vostri commenti, noto ben poco scetticismo”.

    Mi veniva da osservare la stessa cosa 🙂

    Ma soprattutto, nel commento a cui risponde, la certezza maggiore che ravvedo è racchiusa in quel passaggio : “I motivi sono gli stessi: bassi tassi e mancanza di valide alternative di investimento spingono anche la mano primaria a rimanere su un mercato non sopravvalutato se visto in relazione al livello, molto basso, dei tassi di interesse”, che per inciso, consentimi Riccardo la battuta, era la stessa tua (e di moltissimi) anche sul nostro mercato fino a un anno fa per giustificare il trend rialzista che poi però, proprio da quel momento, è invertito.

    Allora, visto che adesso lo stesso film sembra ripetersi sulla Borsa Usa (e questo nonostante sia salita molto di più e sia tuttora sui massimi storici) colgo l’occasione per chiedere a chiunque continui a sostenere questo argomento – ossia che i bassi tassi d’interesse rendano “non sopravvalutati” i mercati – una delucidazione che onestamente continua a sfuggirmi.

    Mi spiego. In Usa i tassi sono stati portati a questi livelli (cioè zero o poco più) già otto anni fa. Ebbene, da allora i fondamentali macroeconomici, tra alti e bassi, sono più o meno rimasti eguali. Mentre mi pare che – sempre da allora – le valutazioni siano mediamente più che triplicate (in termini di indice).

    Ora, ammettiamo pure (ed è già difficile) che pur con livelli triplicati di indice e tassi che erano e sono pur sempre rimasti a zero (sotto non possono andare) l’indice sia correttamente valutato.

    Resterebbe pur sempre da spiegare come possa giustificarsi da un punto di vista fondamentale un ulteriore rialzo.

    Forse grazia ad ulteriori discese dei tassi ? Impossibile, visto che stanno appunto a zero e, semmai, il discorso verte sul se e quando alzarli. Maggiori utili delle aziende ? Anche qui non si vedono sbocchi, visto che anzi da tempo il trend è al ribasso. In altri termini, gli stessi elementi che pure “potrebbero” giustificare gli attuali livelli, in prospettiva (rialzo tassi e/o diminuzione utili) possono solo giustificarne di inferiori e non certo di superiori.

    Certo, si potrebbe obiettare che magari tra un po’ la recessione viene superata alla grande, il Pil riprende a volare insieme agli utili ed all’occupazione…. Ma perfino in questo scenario dove – già che ci siamo – volano anche gli asini, significherebbe che pure i tassi d’interesse dovrebbero riprendere a volare (altrimenti sorgerebbe una contraddizione stridente che la FED dovrebbe pur spiegare)…: e questo eliderebbe (e compenserebbe) tutto il resto ai fini della congruità delle valutazioni.

    Insomma : il ragionamento del “non ci sono alternative visti i tassi bassi” sembra la classica coperta corta la quale, nel giustificare un aspetto della questione, ne lascia puntualmente scoperto un altro (anzi, più d’uno). E allora è vero che le Borse sono quasi sempre illogiche, ma – per rendere l’idea rifacendomi alla statistica – la nuvola di punti che identificano le singole illogicità forma comunque una retta di regressione che, sul lungo periodo, rimane sempre una retta logica eccome.

    Un saluto.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Andrea,

      hai giustamente posto come esempio (volevo farlo io) quest’inverno per spiegare come talvolta capita che, anche in assenza di valide alternative da parte dei bond, i flussi non si dirigono verso l’azionario.
      Ci tengo però a precisare un punto: la mia visione positiva di quest’inverno non era legata esclusivamente dalla carenza di alternative ma da un insieme di elementi che dipingevano il quadro ben più solido.
      Mi riferisco alla stagionalità favorevole e, soprattutto, al trend primario rialzista.
      Il concetto di trend è importantissimo: in presenza di una tendenza primaria ben definita (sia al rialzo che al ribasso) si parte sempre dal presupposto secondo cui sia più probabile che si mantenga rispetto all’ipotesi che si inverta.
      Poi, per carità, tutti i trend prima o poi si invertono, ma quest’inverno eravamo al ‘caldo’ di una tendenza rialzista.
      Semmai, l’errore che mi imputo è quello di non aver attribuito il giusto peso alla distribuzione dei volumi nella parte superiore che suggerivano a gran voce una distruzione da parte delle mani primarie, ma col senno del poi tutto appare più chiaro e facile.
      Se in un trend positivo, con stagionalità favorevole e con una carenza di alternative i mercati azionari hanno piegato le ginocchia, è bene chiedersi perché e chiedersi se in una stagionalità sfavorevole come l’attuale, in un trend primario laterale, la sola carenza di alternativa possa consentire nuovi acquisti.

      Personalmente assegno grande importanza al fattore ‘carenza di alternative’, ma è un tassello che deve essere considerato all’interno di un quadro più generale.
      Può da solo giustificare un ulteriore estensione rialzista? CERTO può, e si tratterebbe di un movimento alquanto speculativo, ma da qui ad indicare come più probabile tale scenario solo per questo motivo, in presenza poi degli elementi di rischio più volte descritti, ne passa.
      Per come la vedo, io certe occasioni preferisco perderle, ma qui entra in gioco anche il proprio personale profilo di investitore.

      In merito alla sottovalutazione, non sono certo i tassi a definire la borsa sottovalutato o sopravvalutato ma, semmai, i bassi tassi possono descriverla come più interessante, come un investimento che in alcuni casi può diventare forzato.
      Son altri gli indicatori che indicano se una borsa è o meno sopravvalutata, ed uno piuttosto affidabile (usato da Buffet) è rappresentato dal rapporto tra la capitalizzazione della borsa ed il PIL, che attualmente indica un mercato altamente sopravvalutato.
      Ciò, sia chiaro, non esclude la possibilità di ulteriori allunghi, ma ci indica che siamo in un terreno pericoloso, speculativo, e chi vuole parteciparvi può anche ottenere risultati ma a fronte di rischi marcati.

      Saluti Andrea.

      Riccardo

  8. MAURIZIO ha detto:

    RICCARDO Ciao . Sono molto confuso –
    Mi spiego
    1)STRESS-TEST
    Si parte dal risultato voluto per ottenere i numeri. Fuori Portogallo e Grecia, nello scenario avverso vengono anche esclusi tassi negativi, già presenti in più di metà dell’ Eurozona e effetti della BREXIT.
    In finanza i test dove si parte ex post dal risultato che si vuole ottenere e si costruiscono i numeri a ritroso vengono chiamati BACK-TEST , e sono vietati in diverse parti del mondo. ad esempio negli Stati Uniti.
    2)RISULTATI
    Al di là della esclusione di molte delle banche problematiche in Italia e di quelle di Portogallo e Grecia che sono quasi tutte insolventi, colpiscono i criteri adottati in Italia per definire il caso estremo.
    Il Caso Estremo (quello che porterebbe Unicredit a dover raccogliere almeno 15 miliardi 3 punti di Cet e nello scenario avverso Unicredit scenderebbe al poco più di sette) prevede un incremento di 100 punti base nel rendimento dei BTP e una discesa del PIL di circa 2,5 punti tra il 2017 e il 2018. Ora mi domando:
    Immaginare un PIL negativo di poco più dell’uno per cento in Italia per 2017 e 2018 non è esattamente un caso estremo…..o sbaglio ?

    Comunque sui MERCATI per il momento è piuttosto moderata la reazione agli stress-test….Specialmente in ITALIA dopo una fiammata mattutina sul nostro FTSEMIB..
    In dettaglio:
    Il “piano” su MPS (tutto sulla carta, sino a dicembre non entrerebbe una lira)se implementato dovrà contare sul contributo “volontario” dell’industria del risparmio gestito.
    L’ammontare di carta che arriverebbe dalle cartolarizzazioni (quella di MPS è a oggi solo teorica vista l’impossibilità che l’ISTITUTO possa emettere carta investment -grade penso sia il vero motivo del prestito ponte che consente di rimandare le decisioni per sei mesi), è enorme .
    Almeno altri dieci miliardi dovrebbero venire dal sistema a seguito della svalutazione delle sofferenze al 33% annunciato per MPS (che è comunque un valore di fantasia).
    Se si guarda nel bilancio 800 milioni€ sono crediti verso i gruppi Marcegaglia e De Benedetti .
    L’idea /speranza ( che non è una STRATEGIA… ) che ci vorrebbero indicare è che cartolarizzandoli varranno col tempo di più…… Speriamolo…ma non ne sono certo.
    Per concludere .
    Oggi il mercato sembra aver capito che il prossimo ADC dovrà venire da Unicredit.
    Credo probabilmente che nei prossimi giorni la pressione si sposterà sulle banche escluse dai TEST, Carige, Bper e in caso di fusione con Banco Popolare su BPM.
    La situazione mi sembrerebbe sempre molto intricata.. nonostante ancora in questo fine settimana i vari
    RENZI PADOAN VISCO PATUELLI e tutti gli AD delle nostre
    grandi BANCHE si mostrassero tutti molto fiduciosi
    spiegando che ……non ho ben capito….
    Tu ,RICCARDO ,hai capito ????
    Grazie in anticipo Buona Giornata e Buon Lavoro
    Maurizio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Maurizio,
      io più leggo articoli in merito alla metodologia degli stress test, più vedo banche promosse a pieni voti che poi sono state costrette a ricorrere dopo pochi mesi a imponenti aumenti di capitale e più capisco che non rappresentano un metro di giudizio affidabili.
      La BCE finora non è intervenuta in merito ai crediti inesigibili e sembra quasi che, ora che gli stress sono andati complessivamente molto bene, siano spariti magicamente i problemi.
      Condivido le tue perplessità…
      Saluti.

  9. Michele ha detto:

    Ciao Riccardo,
    un piccolo promemoria (ovviamente per me); a quale livello di S&P 500 giudicheresti archiviata la falsa rottura e prenderebbe piede anche per te la seconda ipotesi ?
    Escludendo da questa risposta l’analisi volumetrica, perchè troppo aleatoria (nel senso che si possono trovare analisi nel merito opposte alla tua) e il fattore tempo ( del tipo: da qui ad un anno lo vedremo…).
    C’è invece qualcosa di oggettivo (senza SE e senza MA) che ti convincerebbe di questa (chiamiamola così) contro-rottura rialzista !
    Ancora grazie per le tue risposte sempre “pazienti” e ben ponderate. Michele

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Michele,

      In merito alle analisi opposte alla mia, sempre è possibile trovarne e sempre sarà, ma ciò non toglie che io debba argomentare le mie risposte con la mia metodologia, non potrei far altrimenti.
      Poi ovviamente sta a voi lettori ad un certo punto decidere a chi dare maggior credito, ovviamente.
      Pur rispettando le idee altrui, mi sfugge comunque come altri analisti diano letture opposte alla mia (quindi positive) in merito alla partecipazione della mano primaria nella parte alta del range, a meno che la mano primaria non preferisca acquistare a prezzi alti, anziché bassi.

      Non esiste una regola scritta (quindi qualcosa di oggettivo) in base alla quale è possibile escludere la falsa rottura.
      Posso comunque affermare questo: quanto più ampia (sia in termini di prezzo che di tempo) è il range laterale e tanto più è concesso margine (di tempo e di prezzo) alla falsa rottura, perché solitamente deve essere ben visibile sul grafico oggetto di studio.
      Talvolta è necessario sia il mercato a definire se è giusta l’ipotesi proposta da un analista anziché un’altra, senza porsi troppi paletti.
      Quando s’è operato rispettando una strategia ben argomentata, s’è fatto il proprio compito e pazienza se le cose andranno diversamente, l’importante è che il metodo risulti complessivamente efficace (sia in termini di profitto che di volatilità) nel lungo termine.
      Ad ogni modo, personalmente sarei portato ad immaginare che ben prima di una anno avremo le risposte, probabilmente entro fine trimestre, se non a fine Agosto.

      Saluti.

      Riccardo

  10. Michele ha detto:

    Prima di tutto grazie.
    Si,Ok, mi è chiaro il tuo p.d.v..
    Però (a mio modesto avviso) la tua spiegazione è semplicistica. E ti dico perchè. Ieri, rispondendo a un tuo lettore, tu contemplavi solo due possibilità: o autentica rottura (al rialzo), oppure si scende come se fosse così semplice (l’abbiamo visto da metà febbraio a fine giugno !).
    Ricordiamoci che la sera della Brexit (giovedì 23 giugno) lo S&P era ritornato ai max (2.135 punti); è sceso per due giornate di fila (fino a 2.000 punti) e già mercoledì 29 giugno (in altre due sole sedute) aveva riportato il VIX allo stesso livello di giovedì sera. Questo denota che è un mercato fortissimo (sostenuto magari) ma fortissimo. Prima che la “mano primaria “inverta ce ne vuole. E lo dice uno che è uscito dai mercati a febbraio !
    L’ America può scendere in effetti anche sotto i 2.000 punti (voglio vedere perchè, se non l’ha fatto per Brexit !!), arrivare a 1.900 punti (in autunno) e poi ripartire rilanciando il bull market che è in vigore dal marzo 2009. E’ un’ipotesi plausibile. Non sta scritto da nessuna parte che si debba subito salire come un razzo oppure c’è l’inferno a 1.600 punti! Non ti pare ! Ciao Michele

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Leggere che la mia è una spiegazione ‘semplicistica’ dopo aver letto una disanima basata esclusivamente sulla reazione della borsa americana post referendum inglese mi lascia onestamente perplesso.
      Le mie analisi possono essere condivise o meno, possono piacere o meno, possono concretizzarsi o meno (non conosco il futuro) ma su un punto ho delle certezze: sono sempre molto argomentate, di certo non ‘semplicistiche’.
      Sarebbe sufficiente avere la pazienza di leggere un check up (anche quello di marzo che è pubblico) per comprendere quanto approfondito è lo studio che sta dietro alle mie conclusioni e, sinceramente, è piuttosto mortificante leggere un simile giudizio quando ritengo di aver dimostrato il contrario in questi anni.

      Il mercato è risalito dopo la Brexit? Vero, e potrebbe essere proprio perché la mano primaria intendeva completare la propria fase distributiva attraverso una falsa rottura.
      Poi mi chiedo che effetti diretti dovrebbe avere mai avuto l’esito di un referendum (che si concretizzerà tra due anni) sugli Stati Uniti oltre un impatto emotivo di breve termine sulla borsa.
      Effetti seri potrebbero esserci stati nel caso in cui fosse stata messa in seria discussione l’Unione Europea e/o l’Area Euro, ma finora tale ipotesi non è stata considerata dai mercati.
      Esistono motivi ben più rilevanti rispetto alla Brexit per poter spingere al ribasso il mercato, e questi li ho più volte elencati.
      Uno è il deleveraged (e ricordo che il margin debt è su livelli superiori a quelli del 2007 e che è in fase di contrazione), un altro è l’involuzione che sta prendendo il settore bancario europeo che, nel caso dovesse ulteriormente peggiorare, a mio avviso trascinerebbe giù anche gli Stati Uniti.
      Poi considera la stagionalità sfavorevole, la forte sopravvalutazione della borsa americana, l’esaurimento delle cartucce a disposizione della FED, ecc.
      Io non escludo un rialzo, ma sicuramente un atteggiamento prudente non è figlio di una spiegazione ‘semplicista’ ma ben fondata.
      Poi, se non si vogliono considerare tali rischi o anche la distribuzione dei volumi, quello è un altro conto, ma per me hanno un peso che mi portano a correre il rischio di perdere un’occasione (al quale sono piuttosto indifferente) anziché quello di perdere denaro.
      Per di più, ripeto, di occasioni più solide in questi mesi ce ne sono state e sono state anche evidenziate in questo blog.

      Il mercato è fortissimo? Ha indubbiamente una notevole forza relativa e questo è un aspetto positivo, ma al tempo stesso è un mercato che da oltre un anno lateralizza e non è certo il recente sforamento (peraltro previsto) che cambia la tendenza primaria che resta tuttora, ripeto, laterale.

      Le ipotesi? Le ipotesi sono sempre infinite ed indicarle tutte sarebbe impossibile quanto inutile per chi legge e mi auguro non vi aspettiate da me che io lo faccia o che elenchi necessariamente quelle più di vostro gradimento, perché se da una parte c’è chi mi tira da una parte dall’altra c’è chi mi tira da quella opposta.
      Pertanto, dovendo fare delle scelte, indico lo scenario che ritengo più probabile con la piena consapevolezza che non necessariamente si realizzi.
      E’ plausibile l’ipotesi di un calo fino a 1.900 punti e poi una successiva ripartenza?
      Certo, tutto è possibile, anche perché nessuno può conoscere esattamente come sarà il quadro ai 1.900 punti.
      S’è infatti sempre detto in tantissime occasioni che qualsiasi analisi ci fornisce una guida che va monitorata step by step, ed eventualmente aggiustata.
      Nel caso in cui si dovesse giungere ai 1.900 punti e la situazione dovesse migliorare, ne prenderò atto ed eventualmente modificherò la mia visione con un ingresso più basso e, soprattutto, in condizioni di maggiore sicurezza.
      Però, ovviamente io scrivo in base a quello che è il quadro attuale, non a quello che potrebbe essere a 1.900 punti.
      Inoltre, una discesa a 1.900 punti implicherebbe un ritorno all’interno del range laterale e quindi una falsa rottura, ed a quel punto il passaggio dall’attuale fase di RISK-ON a quella di RISK-OFF (con avvento dell’avversione al rischio) sarebbe dietro l’angolo e non è così raro che una falsa rottura verso l’alto preceda una rottura verso il basso.
      Inoltre, la rottura di area 2.010 punti (soglia molto importante) attiverebbe una figura ribassista proposta con l’ultimo check up con target molto negativi.

      Poi ci sono altri ragionamenti da fare e che condivido prendendo spunto dal tuo commento:
      Il trader, che generalmente opera esclusivamente secondo i segnali ed incurante del valore, avrebbe acquistato al superamento (magari confermato da una chiusura settimanale o mensile) dei precedenti massimi, impostando uno stop loss poco al di sotto degli stessi.
      Operazione finanziariamente corretta, sia chiaro.
      D’altro canto, l’investitore che non opera esclusivamente sul segnale ma anche sul valore, o su altre considerazioni, si può muovere diversamente.
      Indipendentemente da come si muoverà il mercato, entrambi i comportamenti sono corretti, uno in linea con un tipo di operatività e l’altro in base ad un altro tipo.
      Quindi, sta al singolo lettore (quindi anche a te) capire che tipo di operatività seguire, ma su questo punto io ci ho scritto un post proprio con la speranza di fare chiarezza in modo definitivo.

      Saluti

      Riccardo

  11. monica ha detto:

    Seguo da anni Riccardo e certo pochi argomentano le analisi come fa lui. Quando si legge di finanza si puo condividere o meno quanto da un analisi emerge ma non si puo sempre cercare di far cambiare idea a chi l analisi fa solo per trovare conforto alle proprie posizioni. Riccardo è onesto. Se ci sara da cambiare opinione la cambierà, ma ora come ora nn ci sono i motivi per farlo.

  12. MAURIZIO ha detto:

    RICCARDO Ciao .Grazie per la risposta .
    Una precisazione .
    Le banche che garantirebbero l’ ADC di MPS pretendono prima lo smaltimento delle sofferenze-
    Peccato che non c’è un mercato per quelle oggi coperte dal prestito ponte, a meno che le agenzie di rating dichiarino il falso…..
    (OPPURE ALTERNATIVA ……LA BCE BATTA UN COLPO…).
    Forse che la Speculazione di ieri e oggi sul nostro FTSEMIB stia spingendo in questa direzione????

    Ieri ho ascoltato una intervista A MR VIOLA AD di MPS .
    Si arrampicava sui vetri :ha dichiarato tra l’altro “la banca in funzione del programma guadagnerà molti gradini di Rating ” .
    Banalmente : dove si trova oggi MPS nel graduatoria del RATING ne servirebbero in media almeno cinque per rientrare nella categoria INVESTIMENT -GRADE.
    E qui casca l’asino :
    come detto “le banche non aderiscono al consorzio di garanzia se prima non si scaricano le sofferenze ” e le SOFFERENZE non si possono scaricare se la banca non è INVESTIMENT-GRADE , cosa impossibile se l’aumento di capitale non viene eseguito prima.
    Vi ricordate PARMALAT …..personalmente ritengo che al confronto per tutto quel che riguarda MPS (con i prossimi 5MLD € dal 2008 fanno in TOTALE 20MLD di ADC ) era un collegio di educande.
    Oggi in rete e sulle radio passa un’altra INTERVISTA .
    Il nostro PREMIER in “INGLESE ” (credo molto “urtato nella sua suscettibilità ” dal fatto che DRAGHI e PADOAN lo fanno abitualmente ) parla alla CNBC……ho desistito dopo 3 minuti….

    Non si tratta più di BANCHIERI oppure PREMIER o M.FINANZA ma di ILLUSIONISTI …..anche in lingua straniera .
    Siamo al Far West…..e non abbiamo SCERIFFI o TEX WILLER
    a nostra difesa…..
    Oltre che confuso oggi sconsolato ….
    Per il nostro PAESE.

    Grazie Buona Giornata e Buon Lavoro
    Maurizio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Maurizio,
      da quel che ho letto Atlante 2 acquisirà le sofferenze a 33 se non erro, e poi ci sarà l’aumento di capitale che sarà appoggiato da un consorzio di garanzia, che però fornirà una garanzia vincolata (il vincolo consiste nella condizione che l’aumento di capitale sia esercitato per una determinata percentuale, il che richiede la partecipazione degli attuali soci di maggioranza che non è poi del tutto scontata).
      Queste sono le voci, ma io non mi perderei tanto a queste quando si ha una strategia che ci consente di assistere agli sviluppi da spettatori, in modo sereno.
      Per di più, vedere crolli così pronunciati anche da istituti promossi fa ben capire l’importanza che gli investitori attribuiscono ai stress test.
      Buona giornata.
      Riccardo

  13. MAURIZIO ha detto:

    RICCARDO CIAO . Grazie della risposta .

    La mia delusione è vedere cosa succede ed il tentativo della nostra NOMENKLATURA di ingarbugliare le situazioni non semplici che già esistono . . In generale giornali/media battono la grancassa .
    Continuano a bollare come ingiustificata la crisi di fiducia nel sistema bancario, sventolando coefficienti patrimoniali superiori a quelli americani
    Dimenticando però che le valutazione dei “ mezzi propri “ risentono di “CIFRE “gonfiate per le sofferenze .
    Lo si evince chiaramente se si guarda al bilancio di ieri di POSTE .
    Gli Italiani evidentemente credono che nelle Poste il risparmio sia più al scuro che nelle banche perchè non soggetto a bail-in (circa 480 miliardi di mezzi dei clienti) ma n forse non vedono che la Cassa Depositi e Prestiti , con tutti gli incagli (SAIPEM es .) di cui si sta caricando, è alimentata proprio dal risparmio postale.

    Il gruppo conta chiaramente sulla crescita nell’assicurativo dove i margini sono enormi .
    L’utile lordo a +29% è l’ effetto della vendita della quota in Visa Europe e al netto di poste straordinarie +4%.
    Le polizze assicurative, l’area più pericolosa per i risparmiatori (redditività prima delle imposte di circa il tre per cento per Poste … quasi impossibile che il risparmiatore guadagni), a undici miliardi.
    Sarà proprio da Poste Vita che verrà il contributo per Atlante……..

    Una domanda:
    Chi acquista oggi una polizza assicurativa è effettivamente in grado di capire quello che sta comperando ??? Personalmente le trovo troppo complicate e non sempre le capisco in toto . .

    Sempre nel bilancio di POSTE la diminuzione nella posizione finanziaria netta , a mio parere , è un altro ” Alert ” di cui gli investitori dovrebbero tenere conto.

    Il decremento di 1,6 miliardi€ della posizione finanziaria ,dovuto in larga parte all’adeguamento del “fair value” ,…….è stato ottenuto con quali misure ???
    Forse dagli strumenti finanziari in portafoglio, circa 150 miliardi €, che fa pensare all’uso di derivati ,legittimo , forse a copertura del contenuto delle le polizze ?
    La gestione dei Depositi dei Risparmiatori di POSTE ,che la statistica indica come la grande maggioranza siano
    ” pensionati” .
    La gestione dei loro Risparmi ,opinione personale ,la si dovrebbe fare in modo molto prudente…
    non con Investimenti e Derivati Rischiosi .

    Poste , oggi , è insieme alle banche parte di un meccanismo che tende a spostare sui risparmiatori il costo del riaggiustamento di un sistema finanziario malato.
    I RISPARMIATORI e non più i CONTRIBUENTI sono i nuovi Bancomat ….

    La NOMENKLATURA , sotto traccia , molto probabilmente ha deciso che POLITICAMENTE il costo è meno evidente che attraverso la TASSAZIONE .
    Si perdono dunque meno voti.
    Grazie Buona Giornata e Buon Lavoro
    Maurizio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Maurizio,

      io ritengo che in generale non sempre l’investitore è consapevole dell’investimento che fa, ma ciò non significa necessariamente che ci sia della malafede ma spesso, essendo la finanza una materia di non facile comprensione, il cliente delega le decisioni e sottoscrive in base alla fiducia che ripone nell’intermediario, che ovviamente non va delusa.

      Saluti.

      Riccardo

  14. Enrico ha detto:

    Buongiorno,
    a mio avviso sullo s&p 500 è in formazione una Broadening Top: top 20/4/2016 – 22/7/2016
    bottom 9/5/2016 – 27/6/2016
    Pertanto è probabile che questa conformazione è la bull trap da te indicata.
    Che ne pensi?
    Gtazie, Enrico

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Enrico,
      se la leggi come figura di inversione del trend secondario rialzista è una lettura corretta.
      Poi, non sarebbe stato male se pure il massimo di Giugno fosse allineato con la trendline, ma non sempre le figure sono precise.
      Prego.
      Riccardo

  15. Marco ha detto:

    Ciao Riccardo,
    so che sei prossimo al periodo del meritato riposo.
    Senza volerti tirare per la giacchetta (però la faccio), spero cmq che settimanalmente potremo continuare a godere delle tue gradite analisi.
    Grazie, Marco

  16. Marco ha detto:

    L’hai detto tu in risposta ad un mio commento.
    Non ricordi?
    Io sono molto attento ai tuoi commenti e do molto conto alle tue analisi.
    Però non mi hai risposto?
    Marco

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Per questo fine settimana pubblico normalmente.
      Il prossimo, ammesso riesca (non prometto nulla), pubblico esclusivamente l’analisi del Ftse Mib.
      Poi ‘chiudo’ e stacco completamente per una decina di giorni e che i mercati vadano dove devono andare.
      Riccardo

  17. Marco ha detto:

    Grazie per avermi risposto, quello che fai è già tanto.
    In bocca al lupo per le ferie.
    Marco

  18. Andrea ha detto:

    Si intravede e si intuisce una certa qual “cottura”, quindi il retropensiero è :

    “Vadano …a quel paese ?”, o meglio ancora, come direbbe Grillo ? 🙂

    Ma sì, digiamolo ! avrebbe detto un altro politico sui generis, Ignazio La Russa.

    Ciao.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Si Andrea, poi ritengo che giunti a questo punto s’è detto praticamente tutto e chi doveva muoversi lo ha fatto.

      Saluti.

  19. Claudio ha detto:

    Caro Riccardo

    Innanzitutto serene vacanze da parte mia.

    Oggi – a seduta ancora non conclusa – abbiamo il Vix poco sopra 11 punti, un livello record che indica estrema compiacenza. Notavo che era su questi livelli ad agosto 2015 poco prima del crollo letteralmente verticale allora imputato ai problemi della Cina. Passò da 10 a 52 punti nel giro di poche sedute. Per dire che anche un vix a 11 non garantisce da crolli improvvisi, anzi…

    Non staranno forzando una situazione tecnicamente tiratissima semplicemente per tirare la volata alla Clinton?

    Dati USA positivi ma tassi non li alzano secondo me. Banche centrali ad un vicolo cieco, costrette a non muoversi se non in senso ancora più espansivo. A mio parere le bolle create da questa prolungata situazione deflagheranno solo quando tutti saranno convinti che non potrà più succedere nulla di negativo. La distribuzione dura più a lungo che nei cicli passati perché non c’è un parco buoi affamato a cui vendere, a mio parere.

    Un saluto
    Claudio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Grazie Claudio.

      Giusto, il vix a 11 non garantisce un calo (com’è vero che nulla garantisce nulla nei mercati).
      Una bassa volatilità descrive un ambiente compiacente, favorevole al mercato azionario sia chiaro, ma, al tempo stesso, molto tirato.
      Poi, il bund insegna quanto un mercato tirato possa protrarsi oltre ogni ragionevole aspettativa.
      Tuttavia, sarei portato a credere che le vendite (ammesso vi saranno) scatteranno ben prima delle elezioni.
      Saluti.
      Riccardo

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