Ftse Mib: settimana invariata
Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 16.405 punti registrando un -0,52%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,03%.
Grafico:
Se da una parte la settimana appena conclusa può considerarsi deludente considerando i presupposti di breve termine presenti alla conclusione della precedente, dall’altra si osservi come la parallela inferiore tuttora regga, lasciando viva la possibilità di un rimbalzo.
Giusto, in ogni caso, ricordare ancora una volta come l’ipotesi del recupero della nostra borsa sia imprescindibile da una tenuta di quella americana.
Infatti, nel caso del cedimento netto da parte del mercato azionario USA, appare praticamente scontata la rottura della nostra parallela inferiore, con annesse conseguenze (probabili nuovi minimi annuali).
In buona sostanza, pur non potendo escludere la possibilità di un rimbalzo, si ritiene che l’attuale contesto non sia confortevole e si ribadisce che per l’investitore che ha rispettato l’indicazione di liquidare sugli allunghi proposta in tempi non sospetti, la strategia più corretta resta quella dell’attesa.
Riccardo Fracasso
5 Responses to Ftse Mib: settimana invariata
Archivi
Ultimi Articoli
- BCE: nuovo taglio
- S&P 500: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Dollaro: aggiornamento
- Trump vince le elezioni
- Avena: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Check up: nuova pubblicazione
- S&P 500: analisi grafica
- Cina: una settimana importante
- FED: ecco il primo taglio
- Oro: analisi grafica
- BTP: aggiornamento grafico
- S&P 500: analisi grafica
Ciao Riccardo,
a mio avviso questa settimana rappresenta un esempio perfetto di come i numeri vadano a volte letti davvero in trasparenza se si vuole ricavarne informazioni nascoste (ma poi neanche tanto) di importanza fondamentale.
Il saldo finale nullo sembra quasi fatto apposta per far risultare la settimana insignificante, ma in realtà il fatto di costituire il risultato di andamenti opposti da parte di bancari (positivi) ed utilities (queste negative in un modo che non si vedeva da tempo immemore), unito a movimenti anch’essi finalmente importanti sulla parte lunga dei bond governativi che cominciano a “scollarsi” da rendimenti surreali, e alla brusca correzione dell’oro, sono tutti tasselli che testimoniano un quadro coerente di mercato che sembra cominciare a credere sul serio non solo a un aumento dei tassi Usa ma anche – e questo è davvero una novità – a una sorta di possibile tapering europeo.
In altri termini, la voce subito smentita di una Bce che lungi dal prolungare il QE vorrebbe invece addirittura ridurne l’importo prima che spiri la scadenza, ha causato un allarme vero. Ed anzi, la voce con smentita si inquadra perfettamente nello schema classico che vuole un’istituzione (in questo caso la BCE) lanciare il sasso e poi ritrarre subito la mano per “tastare” la reazione che provocherebbe una certa misura.
D’altronde il fatto che titoli come Snam e Terna, in pratica i migliori del nostro listino e superdifensivi, sembrino per la prima volta invertire un andamento che era positivo da sempre (il che fa molta più notizia di Enel, Atlantia e simili), unito al forte rimbalzo dei bancari che ormai sarà chiaro a tutti come vengano penalizzati dal QE, SE CONFERMATA, mi pare un chiaro segnale di come il mercato cominci probabilmente a credere sul serio al crepuscolo di un’era, quella appunto dei tassi a zero e/o a un ridimensionamento della conclamata bolla obbligazionaria.
Superfluo aggiungere le conseguenti possibili turbolenze derivanti dai ricollocamenti dei vari asset.
Un saluto.
Ciao Andrea,
indipendentemente dalle conclusioni, complimenti per il filo logico seguito e per l’intervento.
Tocco alcuni punti.
In merito al QE, ritengo che possa esserci, come hai evidenziato, la volontà della BCE di tastare il polso al mercato ma, al tempo stesso, sono dell’idea che almeno fino a Marzo non sarà ridimensionato (ciò non esclude una discesa dei bond che, in ogni caso, sono chiaramente in bolla).
Per ciò che riguarda il settore bancario, il tapering rappresenterebbe il primo passo per ricostruire un’alternativa di reddito molto importante anche per le banche, ma insufficiente per pensare a qualcosa che possa essere letto sin d’ora come la soluzione del problema redditività.
Serve una normalizzazione dei tassi decisa che non riescono nemmeno ad attuare gli Stati Uniti… figuriamoci noi.
Al momento, ipotizzare, per esempio, tassi BCE all’1% tra un anno appare abbastanza utopistico.
Nel caso in cui dovessero manifestarsi quelle turbolenze di cui tu parli, condivido l’uscita di liquidità dai bond (già in corso) senza però dar per scontato che la stessa di riversi sui bancari: sarei più propenso a pensare che in parte si diriga verso l’oro ed in parte, soprattutto, uscirà dal sistema finanziario per chiudere le posizioni a leva.
Infine, ma su questo sono estremamente convinto di non doverti convincere, pur non potendo escludere rimbalzi temporanei, è giusto tener presente che i problemi del settore bancario non sono stati risolti.
Buona domenica.
Riccardo
Ciao Riccardo,
nella tua risposta hai semplicemente evidenziato le cose che avrei avuto intenzione di scrivere io per completare il post, e che ho tralasciato solo per brevità ed anche, soprattutto, vista l’ora del post 🙂
Ciò che intendevo aggiungere e che ho eccessivamente sintetizzato nelle ultime righe un po’ criptiche era quello che poi hai spiegato tu :
1) i movimenti opposti da utilities e bancari sono stati sì compensativi, ma a mio avviso vanno letti con gittata temporale ben diversa tra loro. In altri termini, il denaro in uscita da un settore estremamente difensivo, esposto solo al rischio regolatorio, che ha sempre garantito cedole alte e sostenibili nel tempo, dunque lo smontaggio di posizioni di lunghissimo termine, è poco plausibile che lo si faccia per riversarsi con disinvoltura su un settore traballante, quale quello bancario, che ha caratteristiche totalmente opposte. Se non magari soltanto come switch di brevissimo o breve periodo, come può appunto essere accaduto questa settimana. Sul medio – lungo termine è immaginabile che quel denaro torni cash in attesa, probabilmente, di cambiare mercato approdando su quello dei bond, che per la prima volta viene dunque realmente considerato come suscettibile di un ridimensionamento tale offrire profili di rendimento e rischio più competitivo rispetto alle utilities e alle cedole da queste garantite. E già il fatto che l’ipotesi sia confermata da movimenti conseguenti e concreti rappersenta una novità.
2) conseguenza logica di quanto appena detto è che non necessariamente (anzi) il saldo finale di questi movimenti intermarket (equity, bond, oro) sia nullo, ossia che ci possano travasi equivalenti. Sono sempre stato convinto che anche in economia – come in fisica – nulla si crei e nulla si distrugga, quindi quell’eccesso di liquidità che si è cristallizzato negli anni in un eccesso di leva e di cui forse per questo molti ora confondono la strutturalità con l’irreversibilità (il “new normal”), non si può escludere che in modo altrettanto strutturale sia destinato a riassorbirsi : il che significa semplicemente “distruzione” di quel denaro in eccesso creato dal nulla. E’ per questo che i movimenti intermarket possono pure restare a saldo negativo, ossia non essere reciprocamente compensativi. La sfida delle banche centrali, che evidentemente già si pongono il problema (significativo ieri l’accenno di Draghi : “le politiche monetarie espansive non possono essere per sempre”, come dire uomo avvisato…), non è tanto sul “se” dell’exit strategy, prima o poi ineluttabile, ma su una gradualità che non risulti traumatica. Anch’io non credo certo che tra un anno i tassi europei stiano all’1%, però già veder smontare l’immagine di un QE taumaturgico, finora quasi santificata, e subentrare un’ipotesi di tapering spuntata dal nulla, testimonia quanto in fretta possano cambiare le cose, sconcertando le aspettative dei più. A maggior ragione se per motivi esogeni il processo sfuggisse dall’alveo di un controllo centralizzato e coordinato, acquisendo forza e traiettorie autonome.
Buona domenica.
RICCARDO Ciao . Ti CITO :”In buona sostanza, pur non potendo escludere la possibilità di un rimbalzo, si ritiene che l’attuale contesto non sia confortevole “. Credo che la situazione sia un poco peggiorata .
Riallacciandomi a quanto TI avevo scritto il 25-09-16:
“Per quanto riguarda il FTSEMIB la lettura che do è la seguente :siamo ancora all’interno di AREA17400/15880p : al rialzo target in estensione verso 18500/19170p(target della PARALLELA MEDIANA della FORCHETTA), al ribasso 15000/14500p (con conseguente rottura della PARALLELA INFERIORE DELLA FORCHETTA ora in AREA 16200p )……con possibilità di estensione 13700/13500p.”
Sarei dell’opinione che oggi se analizziamo il Ftsemib in ottica Settimanale si vede sempre più confermata la difficoltà del nostro INDICE …. che non riesce a reagire (anche se la parallela inferiore della Forchetta sembrerebbe che tenga …al momento ).
Quello che intendo dire ,integrando la Tua Analisi , è che graficamente sul nostro FTSEMIB si sia completato al ribasso un Triangolo Cuneiforme di continuazione del Trend ( Ribassista ) che pone come primo obbiettivo AREA 13500/13600p.
La negazione di tale figura sarebbe solo sopra AREA17500/18000p ,confermato in chiusura settimanale , nell’ ipotesi ,ancora aperta , di un possibile rimbalzo .
Per il nostro INDICE raggiunti i minimi in AREA 15000p il recupero , faticoso ,da area 24100p è stato pari al primo livello di Fibonacci ( 23,6% ) in area 17150p, per poi riprendere la via del ribasso .
Il secondo livello di Fibonacci ,statisticamente più importante , si trova attualmente in AREA 18450/18500p ( 38,2% )AREA che se interessata potrebbe essere , dopo un consolidamento ,propedeutica per un riavvicinamento di 19100/19500 ( livello 50% di Fibonacci ).
Target da Te più volte citato che è posto dove transita
la Mediana della Forchetta .
In conclusione : l’ipotesi di un rimbalzo ,sempre possibile ,mi sembrerebbe alquanto poco realistica nel contesto attuale che si sta dipingendo anche a livello
internazionale .
Grazie in anticipo di una TUA riflessione in merito.
Buona Domenica Maurizio
Ciao Maurizio,
io la metterei giù così: i rimbalzi sono anche realistici ma non quelli di entità tale da raggiungere la mediana, seppure per esperienza ho imparato a non escludere nulla nei mercati.
Buona domenica.
Riccardo