Alla ricerca del valore perduto
“Il prezzo è quello che paghi, il valore è quello che ottieni” – Benjamin Graham, noto economista che per primo sviluppò la teoria del value investing (acquistare titoli al di sotto del loro valore intrinseco).
Tra i più famosi seguaci di Graham, Warren Buffet che, ricordiamo, non partecipò alla ‘moda’ dei titoli tecnologici del 2000, non scorgendone valore.
La ricerca del valore è uno degli aspetti che contraddistingue il trader dall’investitore.
Il primo, incurante del valore, segue il segnale.
Nelle valutazioni del secondo, invece, il valore assume grande rilievo.
Poi, ovviamente, esistono gli eccessi, quanto al ribasso tanto al rialzo, che possono prolungare un movimento oltre ogni ragionevole aspettativa.
Per cui, anche l’investitore, in presenza di un mercato sopravvalutato (purchè non troppo) può decidere di parteciparvi e, d’altro canto, può scegliere di attendere conferme tecniche prima di acquistare un asset molto sottovalutato.
Un buon criterio di valutazione di una Borsa è quello che, partendo dal presupposto secondo cui essa è rappresentativa dell’economia di un Paese, esamina il rapporto che intercorre tra la sua capitalizzazione complessiva ed il PIL.
Si ottiene quindi una percentuale che va considerata in base alla sua serie storica:
Poichè la media storica è pari a circa l’80% (livello che può essere assunto come il fair value), l’attuale rapporto al 123,4% descrive una notevole sopravvalutazione, superiore persino a quella registrata col picco del Giugno 2007 (110%) che, come sappiamo, anticipò un crollo che resterà nella storia.
Secondo il principio del mean reversion un indicatore tende a ritornare sulla propria media di lungo periodo; ne consegue che col tempo il rapporto è destinato a scendere all’80%.
E’ bene ricordare che con lo scossone dello scorso inverno che spaventò i mercati, tale rapporto giunse solo al 110%.
Magari il rialzo della borsa americana si protrarrà ulteriormente, ma è bene sapere che qui non c’è valore e la situazione è di forte eccesso, confermata anche dalla leva finanziaria (margin debt) sui massimi storici ed alcuni indicatori tecnici (VIX molto basso, RSI su base trimestrale in ipercomprato, ecc.).
Ora passiamo all’oro del quale mettiamo in fila diversi aspetti:
- Il prezzo attuale è leggermente inferiore ai 1.200 dollari, pressochè in linea con i soli costi d’estrazione (sarebbe sufficiente tale punto per parlare di forte sottovalutazione);
- Una critica che molti operatori rivolgono all’oro è che non offre cedole o dividendi; tuttavia, in uno scenario in cui il mercato obbligazionario offre rendimenti anche negativi, tale ‘difetto’ è venuto meno e l’attenzione verso tale metallo è tornata;
- L’oro, tra l’altro, ha un ruolo di bene rifugio presso il quale, nel caso di forti tensioni (possibili se non probabili nell’attuale contesto), solitamente si riparano diversi operatori;
- L’oro è una materia prima atipica, che può anche essere considerata sotto certi aspetti come una valuta, tant’è che le Banche Centrali hanno delle riserve in oro oltre che in valute. D’altro canto, negli ultimi anni le Banche Centrali hanno stampato enormi quantità di moneta fresca (dollari, euro, yen, sterline, ecc.) mentre l’estrazione dell’oro è aumentata pochissimo. Pertanto, attenendoci al solo principio della domanda e dell’offerta l’oro dovrebbe essere la valuta che negli ultimi anni s’è maggiormente apprezzata, mentre invece s’è deprezzata.
Per quanto detto, nell’oro io vedo valore.
Chiudo l’articolo ricordando che una caratteristica dei mercati è proprio la capacità/volontà di far apparire pericoloso ciò che è conveniente e conveniente ciò che è pericoloso.
Riccardo Fracasso
14 Responses to Alla ricerca del valore perduto
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Buongiorno Riccardo.
Molto interessante e circostanziato, come sempre.
A me sembra che prima del crollo della borse americane le cosiddette mani forti, come accaduto in circostanze simili in precedenza, vogliano condurre i piccoli investitori all’euforia. Ad esempio, a proposito dell’SP500 ho sentito parlare di target intorno ai 2400 punti.
Salve Stefano e grazie.
La proiezione naturale dell’altezza del rettangolo (range laterale) verso l’alto porta a 2.450 punti.
Io nella finanza ho imparato a non escludere nulla, ma ritengo che già un allungo in area 2.285 punti (estensione del 100% di Fibonacci) rappresenti un bel regalo per chi è presente sul mercato.
A dirla tutta, già ora ci sono eccessi tali per poter parlare di euforia.
Riccardo
Buongiorno,
è molto interessante l’incipit dell’articolo sul value investing.
Potrebbe indicarci un paio di titoli “value” che in caso di correzione dei mercati potrebbero essere acquistati in ottica di cassettista, un po’ come fa Warren Buffet?
Grazie
Saluti
Marco
Salve Marco,
purtroppo non mi occupo stock picking.
Tra gli asset, ho indicato l’oro.
Riccardo
Buongiorno e grazie per l’analisi, ho visto delle altre che prevedono un crollo per Luglio 2017, puoi confermarmi tale previsione? thank
Ciao,
non so fornirti delle tempistiche ma se dovessi azzardare io sarei portato a vedere la correzione ben prima.
A dir il vero, con onestà, mi sarei aspettato fosse già iniziata.
Saluti.
Riccardo
buonasera R., illuminante articolo, concreto e lucido. pero’, ricordo bene il 2006-2008 come pure il 1998 – 2000 e, allora, l’euforia era condivisa a livello di quasi tutti i mercati azionari. oggi no, l’europa arranca. forse bisognerà attendere ancora qualche anno ?
Buonasera Roberto e grazie.
E’ bene tener presente che la storia spesso si ripete ma con caratteristiche che possono differenziarsi a seconda delle peculiarità del ciclo.
L’attuale ciclo, per esempio, è caratterizzato da una politica monetaria espansiva senza precedenti, una scarsa inflazione e seri problemi sul settore bancario europeo, aspetti da tenere in forte considerazione e che giustificherebbero sviluppi diversi da parte dei mercati.
La debolezza del settore bancario, per esempio, può giustificare un’inversione ribassista ancor prima che sia raggiunto un livello euforico nell’Area Euro, forse non raggiungibile proprio per la gravità della situazione.
Senza escludere poi l’ipotesi che l’inversione dell’Europa possa essere iniziata con oltre un anno di anticipo (Luglio 2015 – al tempo si che era presente euforia) o, ancor meglio, che sia l’inversione della borsa americana che sta tardando perché, non scordiamocelo, il rialzo è in corso dal marzo del 2009.
Ad ogni modo, io penso che le ipotesi attuali potrebbero sintetizzarsi in due:
1. I prossimi appuntamenti (referendum, aumenti di capitali, ecc.) andranno bene e l’Europa si riallineerà (parzialmente) alla borsa americana per raggiungere quello stato di euforia cui fai riferimento;
2. I mercati, al di là di qualche lieve temporaneo allungo, cedono.
Anche nella prima ipotesi (la più positiva), l’ondata ribassista, a mio avviso, sarebbe ritardata solo di pochi mesi, non certo anni.
Chi punta alla prima ipotesi, scommette inevitabilmente che tutto vada per il verso giusto e punta sul supporto del settore bancario.
Riccardo
Buongiorno e complimenti per la corretta analisi che condivido pienamente.Poichè il settore bancario europeo è quello che ad oggi mi sembra l’ago della bilancia,volevo chiederti un tuo parere anche da un punto di vista grafico.Dai minimi della brexit l’eurostoxx bancario è ripartito da 77 fino ai 110 e ora pare aver invertito la rotta in area 103:credi sia possibile un doppio minimo?Grazie
Salve Paolo e grazie.
Per quanto riguarda l’indice bancario, ne esistono diversi.
Ad ogni modo, quello che esamino io ha raggiunto i massimi di Marzo.
Ritengo che nel caso in cui dovessero tornare le vendite, siano possibili nuovi minimi, quindi anche inferiori a quelli visti.
D’altro canto, escludere sin d’ora la possibilità di una prosecuzione del rialzo in corso sarebbe sbagliato.
Ad ogni modo, stiamo entrando in una fase di alcuni mesi in cui gli aumenti di capitale (e non solo) potrebbero innescare un deciso aumento di volatilità.
Riccardo
RICCARDO Ciao . Bellissime analisi in questi ultimi giorni .
Precise come sempre alle quali se permetti aggiungerei due mie considerazioni .
1)Cosa succeda al voto di domenica nessuno lo sa ma la unica cosa certa è che un piccolo investitore che prende posizioni su società dove possibili ingressi salvifici di capitale o dismissioni dipendono dall’esito della consultazione (MPS, Uncredit, Eni Saipem), lo fa certo dell’esito positivo del referendum.
Nessuno ,credo , può vantare questa “CERTEZZA” e i sondaggi non hanno alcun valore perchè nelle ultime settimane si ha la sensazione che si sia creato in Italia un effetto Trump alla rovescia: molti di quanti pensano di votare “SI al Referendum ” non lo dichiarano pubblicamente.
In ogni caso mi sembrerebbe chiaro che in entrambi i campi , oggi , che più si alimentano questi scenari di terrore più la gente reagisce in modo opposto.
2)Investire (cercando VALORE INTRINSECO….se possibile….ma non facilissimo almeno per il sottoscritto ) in società in cui l’esito della consultazione non sposta di una virgola fatturato o redditività può non essere fatto al momento migliore .
Sul nostro MERCATO, opinione personale , vedrei bene in questo contesto ,società come BREMBO-DIASORIN FERRARI-IMA-FERRAGAMO .
Alcune di queste società probabilmente sono care proprio perchè scontano un premio eccessivo per il loro valore .
Ma ,credo , che non rappresentino una scommessa al buio.
A quello ,credo ,che un investitore razionale dovrebbe limitarsi nei prossimi giorni .
Il resto potrebbe anche andare molto bene….. ma sarebbe davvero come andare al casinò.
Come sempre grazie in anticipo per una Tua opinione
Buona Giornata e Buon Lavoro
Maurizio
Salve Maurizio e grazie,
concordo che nessuno di noi possa aver certezza sull’esito del referendum, nè dar troppa importanza ai sondaggi.
Certo che se i voti degli elettori dovessero rispecchiare le intenzioni dei relativi partiti, il no avrebbe vittoria facile, ma va tenuto conto l’astensionismo e anche una certa ‘pressione esterna’ per seminare terrore e spingere i cittadini a votare per il si.
Non entro nel merito politico.
Per comprendere il valore intrinseco delle singole società sono necessarie analisi di bilancio, di natura fondamentale, di cui non mi occupo.
Per cui, chi sceglie un titolo deve valutare il contesto (mercato azionario, indice di riferimento, settore) e poi l’aspetto tecnico della società presa in considerazione.
Uno spunto: se proprio vuoi entrare in qualche titolo, dirigiti sempre in quelli che presentano la maggior forza relativa, ma ciò non rappresenta una strategia di investing value.
Buona serata.
Riccardo mi complimento. Articolo di fine novembre ma che sembra scritto oggi. Osservavo appunto i livelli raggiunti da S&P e cerco di scovaene i motivi ma non ne trovo. Il problema è che non sembra scontare gli earning releases a cui è solito reagire. Di mio opero con luscita dei dati macroeconomici e in questa fase del ciclo economico a dato di espansione economica entro short nell’ora seguente il dato stesso mentre al dato di contrazione economica entro long. Tutto ciò ha una sua logica e ragione poiché comprando azioni in banca e quindi con tanto di dossier ( solitamente su eps negativo e utili sotto le attese o nel momento i massima contrazione) il momento iusto per rivenderle è quello in cui vengono rilasciati utili ed eps poiché ntrano in gioco le controparti interessate ad acquistare.
I piccoli investitori, parco buoi, e altri entrano pensando che il titolo farà meglio mentre invece di li a poco crollerà.
Le mani forti infatti sono solite liquidare le loro posizioni in quel modo.
Ho finito da poco di vendere allo scoperto azioni di Poste italiane e sulla scia di utili ed eps oltre il consensus come può ben vedere anche lei. Può notare infatti cosa accade al titolo col rilascio dei dati in quel giorno. Insomma, un bel “pacco” messo a segno per gli incauti italiani. È un buon titolo ma essendo stato collocato sul mercato in questo momento economico era da vendere e non da tenere. Sarà da acquistare e tenere i primi mesi del nuovo anno, sempre che faccia utili sotto le stime ed eps negativo.
Mi piacerebbe avere un qualche suo contatto per scambiare opinioni.
Saluti
Salve Antonio,
ci si può dare del tu.
I canali di contatto sono questo dei commenti che va utilizzato per argomenti che possono essere utili ai lettori (Che tu stai correttamente usando) ed eventualmente il consueto indirizzo mail (finanzaedintorni@gmail.com).
Non fornisco contatti telefonici ai lettori perchè, sono certo capirai, diventerebbe rapidamente un canale per me ingestibile.
Riccardo