Oro: trendline di lungo periodo
Andiamo ad integrare ulteriormente l’analisi grafica dell’oro.
Da quando i prezzi sono fuoriusciti dal canale ribassista ogni allungo ha dato origine ad una sequenza di massimi decrescenti:
Allargando il campo di osservazione, però, si scopre che tale trendline ha origini ben più remote:
Infatti, l’inizio della sequenza di massimi decrescenti ha coinciso col picco del Settembre 2011 (1.921 dollari).
Trattasi quindi di una importante trendline di lungo periodo che da oltre 5 anni respinge ogni rialzo.
Ovviamente, una sua eventuale futura rottura rappresenterebbe un’importante segnale grafico di forza che andrebbe ad aggiungersi a quello della fuoriuscita dal canale ribassista concretizzatasi a Febbraio.
Attualmente la trendline si muove in area 1.325 dollari.
Riccardo
22 Responses to Oro: trendline di lungo periodo
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Buona domenica Riccardo,
osservo che il trend di lungo è ribassista,così come quello di medio periodo e di breve.
Il max del 2016 è stato respinto dalla trendline discendente derivante dai max del 20011 .
Il recente minimo ha violato 61,8% di ritracciamento del
rimbalzo partito dal min.del 2015 che si è concluso con il max di gennaio 2016.
Il successivo ritracciamento 78,6% coincide con la mediana della forchetta ribassista di lungo periodo derivante dai max del 2011 min.del 2015 e max del 2016
circa area 1.116
cosa ne pensi?
Raffaella
Ciao Raffella,
secondo la teoria di Dow il trend primario deve avere una durata di almeno un anno ed il rialzo avviatosi a dicembre 2015 risponde a tale condizione.
Per cui: trend primario rialzista in fase di correzione (trend secondario ribassista).
Poi è vero che il trend di lunghissimo periodo (che va oltre a quello primario) è ribassista.
Per quanto riguarda la forchetta, i punti di svolta A-B-C devono essere preferibilmente consecutivi.
Giunti a questo punto io metterei sul tavolo come ipotesi principale quella del pull back, indipendentemente dai livelli di ritracciamento di Fibonacci.
In ogni caso, punto più punto meno, penso che quella raggiunta rappresenti un’area di grande interesse.
Riccardo
Analisi molto interessante.
Il trend primario è ancora rialzista, dal momento che siamo sopra il 61,8 % di ritracciamento, per cui per ora si può ancora parlare di correzione, inoltre potrebbe ritestare la trend line dei massimi decrescenti effettuando un pull back.
Allo stesso tempo non bisogna dimenticare che sul grafìco giornaliero le media 50 ha incrociato quella a 200 dall’alto verso il basso … avrà bisogno di conferme ma si tratta pur sempre di “incrocio della morte” che indica vendite nel medio periodo.
OPERATIVAMENTE parlando io ora non incrementerei, mi sembra che si tratterebbe di acchiappare il classico coltello che cade … si rischia di farsi male ! Secondo me sarebbe meglio acquistare sulla forza, magari proprio al superamento della TL discendente. Anche perchè chi ci dice che non segni un doppio minimo a 1050 ? Ecco, questa sarebbe un’altra area di acquisto interessante, forse difficile da raggiungere. Molto dipenderà anche dalla forza intrinseca del dollaro. Io per ora lascio l’esposizione invariata al 5% del portafoglio. L’oro presto o tardi diventerà nuovamente un “rifugio” … questa bolla non durerà all’infinito.
Un saluto
Ciao Enrico,
come detto, considerare un ingresso ora, dipende molto dall’attuale eventuale presenza in portafoglio dell’oro e dal profilo dell’investitore.
Inoltre, dipende anche dalla composizione del portafoglio dell’investitore e da quanto è elevata la percentuale dei componenti volatili.
Un ultimo punto: non necessariamente l’oro salirà quando scenderanno i mercati azionari: può capitare, come no.
Non scordiamoci che, al di là della correzione degli ultimi mesi, la tendenza di fondo dell’oro da dicembre 2015 è rialzista.
Personalmente fatico a pensare ad un ritorno dell’oro a 1.050 dollari, poichè implicherebbe un suo ritorno all’interno del canale ribassista.
A mio avviso, siamo già in un’area (ampia) di grande interesse.
Saluti.
Riccardo
Ciao Riccardo,
ti ringrazio per la risposta ma,
ancora una volta non ci intendiamo…
era accaduto anche con il FTSE MIB ricordi ?
Poi sapiamo entrambi come è finita …
Il max registrato sempre decrescente
e i 25.000 p li abbiamo solo sognati.
ORO
dal massimo del 2011 l’oro si trova
im un TREND ribassista che ha registrato
un minimo nel gennaio del 2015.
Da questo minimo e partito un RIMBALZO
che si è concluso con il max di gennaio 2016.
Quest’ultimo max è il 4°max decrescente dal 2011.
Per di più stoppato dalla trendline che unisce i
max decrescenti (una casualità o qualcos’altro ?)
derivante dal max.del 2011.
Vediamo se un eventuale rimbalzo supera i 1.280 dollari o se prosegue nel ribasso basso
un saluto
Raffaella
Ciao Raffaella,
in realtà anche in questa occasione ti ho inteso, ma semplicemente non concordo.
Ciò che è poi successo al tempo al Ftse Mib o ciò che succederà all’oro nulla ha a che vedere con la definizione del trend primario, perchè un trend può anche invertire, com’è successo al nostro indice.
Se ti riferisci alla correzione avviatasi ad Agosto del 2015, se rileggi gli articoli del tempo, avevo correttamente individuato il calo ed il livello da cui sarebbe partito, semmai ho sbagliato in seguito (a Dicembre 2015) nel credere in una tenuta della parallela inferiore della Forchetta rialzista di lungo termine, ma ciò non cambia comunque in alcun modo che il trend primario fosse rialzista al tempo.
Questo è quanto scrissi nell’agosto del 2015:
“L’indice continua a dimostrarsi incapace di superare l’area 24.100 punti.
Pur non escludendo un’improvvisa fiammata rialzista in grado di superare temporaneamente tale resistenza, si conclude ricordando un passaggio di un mio recente articolo:
“Quella attuale è una fase in cui il mercato azionario, considerato nel suo complesso, probabilmente ha ancora lievi margini di rialzo ma col rischio elevato che una correzione decisa sia dietro l’angolo.”.
In buona sostanza, a mio avviso è rischioso sovraesporsi, preferibile stare leggeri.””
Area 24.100 più volte indicata come area di target.
Io ti parlo di trend primario, tu invece parli di un trend di più lungo termine che giustamente consideri.
Il trend secondario (Che ricordo essere una correzione del trend primario) è la correzione iniziata a Luglio e va a correggere, per l’appunto il trend primario.
Ma al di là dei tecnicismi, poi dipende sempre dall’orizzonte temporale con cui si opera.
Se si vuole costruire la propria operatività sul rialzo avviatosi esattamente un anno fa ipotizzando una sua prosecuzione, è giusto sfruttare le correzioni dello stesso che, dopo la fuoriuscita dal canale ribassista talvolta possono trasformarsi in movimenti di pull back, anche se ciò (in alcuni casi) può significare lo sforamento dei livelli di ritracciamento di Fibonacci.
Questo è un articolo in cui spiegai in modo semplice come identificarlo (fermo restando che la determinazione del trend può portare talvolta a delle ambiguità): http://finanzaedintorni.info/?s=come+identificarlo
Saluti.
Riccardo
Buongiorno Riccardo,
condivido pienamente la tua analisi, a cui aggiungerei che a livello di brevissimo periodo si è formata una interessantissima morning star, quindi ci sono buone possibilità che siamo sul fondo, con un eventuale (ma improbabile) ulteriore ribasso fino a 1.100 dollari, ovvero circa -6% dai prezzi attuali. Mentre condivido con te che il potenziale rialzo è enorme, ben al di sopra dei massimi storici.
Ti ringrazio, buona giornata
Enrico
Ciao Enrico,
sul target finale io attenderei, dipenderà anche dagli eventi.
Saluti.
Riccardo
La correlazione tra oro e mercato azionario (in particolare S&P 500) è reale, basti dare uno sguardo ai rispettivi grafici . Non per niente l’oro è considerato bene rifugio, per cui nella crisi 2007 – 2009, fino al 2011, quando i mercati scommettevano su una ricaduta in recessione mondiale, le quotazioni dell’oro sono schizzate da 672 $ a 1921 $ ! Anche nel gennaio 2016 la correlazione si è manifestata : correzione marcata dello S&P 500 e fiammata del metallo giallo, da 1050 a 1375 $. Nel momento in cui i rischi sono rientrati, l’oro è tornato in fase ribassista o correttiva che probabilmente verrà interrotta quando questa bolla scoppierà e una parte dei capitali si ritrasferirà sul metallo giallo.
Allo stato attuale mi sembra difficile che l’oro riesca a difendersi con 3-4 aumenti dei tassi programmati nel 2017, ad incominciare da febbraio. Nel lungo periodo invece secondo me non ci sono problemi. Anzi i problemi nel lungo periodo li vedo nello S&P 500 !
Un saluto
Io osservando i grafici noto che esistono fasi in cui oro e S&P 500 sono saliti insieme, altre in cui si sono mossi nel senso opposto.
Ovvio che nel caso di tensioni, i flussi si dirigerebbero sull’oro, indipendentemente dalla politica monetaria adottata dalla FED.
E’ bene ricordare che da qualche mese i soldi stanno uscendo dai bond (non entrando) e quindi non sono più letti dagli investitori come una alternativa all’oro o agli altri investimenti ed un rialzo veloce dei tassi ne amplificherebbe questa tendenza.
Saluti.
ciao riccardo
un saluto a tutti
non mi tornano le date indicate dall’amica raffaella mi torna solo il max del 2011.
mi sta sfuggendo qualcosa?
grazie
buona serata
Salve Pierluigi,
sono punti di svolta, ma non consecutivi.
Buona serata.
Riccardo
RICCARDO Ciao .
Questa mattina cercando di capire il motivo del volo dei titoli bancari (a parte le possibili ricoperture non ne trovo ) mi sono imbattuto casualmente in questo articolo
che mi lascia perplesso ….??
Se TI fosse possibile mi interesserebbe moltissimo il TUO PUNTO DI VISTA in merito.
Come sempre Grazie anticipatamente
Maurizio
Quello su cui, colpevolmente, stampa, e Tesoro non si soffermano è che gli aiuti di stato non sono più possibili in Europa se non attraverso un meccanismo chiamato “burden sharing”, ovvero ripartizione degli oneri.
Si legge che ora lo stato parteciperebbe alla ricapitalizzazione di MPS attraverso il riacquisto dei titoli oggetto della conversione forzata delle obbligazioni subordinate in mano ai privati. I quali anche se avessero voluto, non avrebbero potuto convertire perchè la loro profilazione di Rischio ai fini della Mifid non lo avrebbe consentito: gli avvertimenti pre conversione fatti ai risparmiatori erano sostanzialmente sterili. Lo stato effettivamente non sborserebbe una lira, le azioni sarebbero oggetto di burden sharing e i privati si troverebbero in mano aria.
Il costo stimato della ripartizione degli oneri è di circa dodici miliardi. Dunque oltre a quattro miliardi di subordinate dovrebbero essere cancellati crediti o azioni per altri otto miliardi. Siccome il burden sharing non coinvolgerebbe i privati (almeno formalmente perchè i privati pagherebbero attraverso la conversione obbligatoria) gl altri otto miliardi dovrebbero venire da banche e compagnie di assicurazione: la corsa dei titoli bancari di ieri è dunque un colossale specchietto per le allodole, alimentato da algoritmi di trading su cui andrebbero poste limitazioni: Unicredit,Generali e Banca Intesa, saranno, in caso di nazionalizzazione, tra i principali assegnatari del “burden sharing”. Successivamente si potrebbero scaricare le sofferenze di MPS a un valore più vicino a un presumibile valore di realizzo: tuttavia anche a metà del valore non si capisce chi potrebbe essere interessato a comprarle, se non si trova un compratore per le azioni della banca: finiranno con ogni probabilità in prodotti di risparmio previdenziale, ora che la Legge di Stabilità sarà approvata senza modifiche.
A meno che, come sostiene la stampa di settore, dopo la nazionalizzazione arrivi il fondo del Qatar: non si sa bene a fare cosa, o per lo meno contro quale merce di scambio. Gli investimenti arabi in italia, da quelli libici nella Fiat di molti anni fa a quelli recenti in Alitalia, non hanno mai pagato e i responsabili dei fondi sovrani di oggi non sono Gheddafi.
Intanto che tutti prendono tempo, nessuno vuole le elezioni anticipate perchè con lo scioglimento delle camere salterebbero i vitalizi dei parlamentari. Sembrerebbe preferibile vendere le subordinate che ancora quotano sopra il cinquanta per cento. Se poi arriva un cavaliere bianco a salvare MPS si fa presumibilmente in tempo da qui ad allora, a ricomprare a prezzi più bassi degl attuali.
Salve Maurizio,
ogni tanto compare un nuovo termine, quasi a voler abbellire la situazione (grave) e a sostituire termini che sono mal digeriti dagli investitori.
Non è cambiando il letto ad un paziente che guarisce.
Di seguito quanto precisato nel sito della Banca d’Italia:
“La normativa in vigore fino alla fine del 2015 permetteva l’applicazione del cosiddetto burden sharing: in caso di dissesto di una banca era previsto che prima del coinvolgimento di fondi pubblici venisse attuata la riduzione del valore nominale delle azioni e delle obbligazioni subordinate (o la conversione in capitale di queste ultime).
Dal primo gennaio di quest’anno è invece entrato in vigore il cosiddetto bail-in, che prima del coinvolgimento del Fondo di Risoluzione (o più in generale dei fondi pubblici) prevede la riduzione del valore nominale non solo delle azioni e delle obbligazioni subordinate, ma anche dei titoli di debito più senior, quali le obbligazioni ordinarie e i depositi di importo superiore ai 100.000 euro. Il bail-in prevede il rispetto della gerarchia concorsuale: di conseguenza, esso viene applicato prima alle azioni, poi agli altri titoli di capitale e ai debiti subordinati, quindi ai debiti chirografari, incluse le obbligazioni ordinarie emesse dalla banca in crisi. I depositi di valore pari o inferiore a 100.000 euro sono sempre esclusi dal bail-in e sono coperti dai sistemi di garanzia dei depositi; i depositi di importo superiore possono essere interessati dal bail-in solo per la porzione eccedente la soglia di 100.000 euro e, se detenuti da persone fisiche e piccole o medie imprese, solo se tutte le altre passività assoggettabili a bail-in non sono sufficienti, mentre se detenuti da altre controparti sono considerati debiti chirografari e, quindi, si collocano allo stesso livello gerarchico delle obbligazioni ordinarie. Tuttavia, dal 1° gennaio 2019, anche questi ultimi depositi eccedenti la soglia di 100.000 euro beneficeranno di un trattamento preferenziale e potranno subire l’applicazione del bail-in solo dopo le obbligazioni ordinarie e gli altri debiti chirografari (ma, in ogni caso, prima dei depositi di persone fisiche e piccole e medie imprese eccedenti i 100.000 euro).”.
Pertanto, attenendomi a quanto scritto (a meno che le regole non siano cambiate nel frattempo ed il sito non sia stato aggiornato), il burden sharing non è più applicabile da quasi un anno mentre è entrato in vigore il bail in.
La differenza tra i due sistemi risolutivi, ad ogni modo, è che col bail in è possibile (quindi non obbligatorio) il coinvolgimento anche dei titoli senior.
Poi, la storia racconta aggiramenti delle regole o modifiche delle stesse (ipotesi che escluderei vista la fermezza dell’Unione Europea nella materia), ma attendendomi alle normative, un eventuale intervento dello stato dovrebbe portare all’azzeramento del capitale azionario, probabilmente di tutto il subordinato.
Non ho certezze, ma comunque nutro dubbi sull’ipotesi di bail che preveda un trattamento diverso tra subordinati in mano agli istituzionali e quelli al retail, favorendo i secondi… staremo a vedere.
Forse si farà di tutto (e forse si riuscirà) per evitare di coinvolgere i bond senior e non creare un precedente molto pericoloso.
Questa non è una mia personale interpretazione ma è la semplice applicazione delle normative vigenti.
Venendo ai mercati si sta festeggiando la possibilità di un intervento statale a fronte di una incapacità di allestire un aumento di capitale.
D’altro canto, però, non si considera che le normative europee prevedono che qualsiasi intervento statale sia possibile solo se accompagnato dal bail in, con le conseguenze precedentemente riportare.
Conseguenze che, a mio avviso, non si limiterebbero sui soli titoli (azionari ed obbligazionari) di MPS, ma inevitabilmente si ripercuoterebbero anche sull’intero settore (e probabilmente non solo italiano).
Non nascerebbe su buoni auspici l’aumento di capitale di Unicredit previsto tra circa un mese.
Un altro aspetto: in alcuni casi (e questo è uno) in cui si dubita del mercato azionario, può essere utile osservare il mercato obbligazionario, che è un mercato più sincero essendo anche più liquido.
In merito ai subordinati, monitoro un bond con scadenza 2018 il cui prezzo è intorno a 54, in linea col valore precedente alla notizia di intervento statale.
Questo rappresenta un elemento di riflessione che tutti dovrebbero considerare.
Riccardo
Buongiorno,
potrebbero aggirare il tutto considerando mps banca di sistema(ma creando un precedente che cambierebbe tutto e proprio per questo altamenta improbabile). Ma ci sarebbe anche un’altra possibilità che “risolverebbe” il problema banche: il ricorso al fondo salva stati ESM!!!ci sarebbe però l’inconveniente di avere la Troika in casa!!!!!!siamo in Italia, e con un probabile governo Tecnico direi che tutto è possibile..
Grazie e complimenti(sempre validi)
La Grecia con la Troika non ha comunque vissuto un bel periodo.
Saluti.
Gentile Riccardo,
rispondendo al signor Maurizio all’ultimo capoverso hai affermato:
“Un altro aspetto: in alcuni casi (e questo è uno) in cui si dubita del mercato azionario, può essere utile osservare il mercato obbligazionario, che è un mercato più sincero essendo anche più liquido.
In merito ai subordinati, monitoro un bond con scadenza 2018 il cui prezzo è intorno a 54, in linea col valore precedente alla notizia di intervento statale.
Questo rappresenta un elemento di riflessione che tutti dovrebbero considerare.”
Potresti cortesemente spiegare quali sono, nel dettaglio, gli elementi di riflessione che dovremmo considerare?
Grazie mille e cordiali saluti.
Mario
Ciao Mario,
in quel frangente i media ipotizzavano un intervento statale (nulla di ufficiale, sia chiaro).
Se il mercato avesse creduto in una soluzione indolore, oltre al forte rimbalzo del titolo azionario avremo assistito ad un rialzo consistente anche dei subordinati, precedentemente scesi sul timore di un azzeramento per effetto del bail in.
Non è stato così.
Dimmi se sono stato chiaro.
Riccardo
Chiarissimo grazie.
Peraltro tu come spieghi il rimbalzo dell’indice trainato dai titoli bancari?
E’ cambiato qualcosa relativamente alla situazione del settore?
Mario
Dal punto di vista grafico è giusto, come fatto nell’articolo della scorsa settimana, annoverare tra gli aspetti positivi l’aumento della forza relativa del settore bancario.
Lo spiego come un riallineamento da parte di un settore (ma pure di in listino, il Ftse Mib) comunque rimasto (giustamente a mio avviso) indietro nell’ultimo anno, riallineamento favorito da un aumento della propensione al rischio e la volontà del mercato di vedere una soluzione ad un problema, soluzione che magari arriverà ma che io, volendomi attenere alla realtà, attualmente non vedo.
Non scordiamoci che il rialzo ha accelerato su un aumento di capitale che si è evitato a causa dell’assenza di investitori.
A meno che qualcuno non vede una realtà diversa da questa che a me sfugge.
Riccardo
Buonasera Riccardo,
l’oro come previsto ha registrato un min.a 1.124,50
sei ancora convinto che quello che tu indichi come trend primario sia in fase correttiva ?
Fino a quando le quotazioni non superano i 1.287 dollari
per oncia il trend primario continua a essere ribassista.
Un eventuale RIMBALZO non può essere considerato trend
rialzista fino a quando non supera i 1.287 dollari e
le quotazioni superino la trendline dei max decrescenti.
Un suggerimento inerente la teoria di C.Dow
bisognerebbe leggere i suoi appunti e non le traduzioni
e pubblicazioni posticce che si trovano nel mercato
Ti auguro un sereno w.e.
Raffaella
Buonasera,
il trend primario (come scritto da Dow), è un trend della durata di almeno un anno ed è sufficiente leggere la cosiddetta bibbia dell’analisi tecnica per impararlo (scritta da John Murphy) che non è certo una traduzione o una pubblicazione posticcia.
Altrimenti, allargando il grafico all’infinito si trova sempre un trend superiore, ma si va ben oltre ciò che è il trend primario inteso da Dow.
Nulla vieta che un trend primario si inverta, ma ciò non significa che fino a che ciò non succede esso non possa definirsi primario.
Ad ogni modo, non è mia intenzione farti cambiare idea, ma se mi si chiede una spiegazione trovo normale darla, altrimenti perde di ogni senso anche richiederla.
Come spiegato una settimana fa, al di là dei tecnicismi, se si desidera costruire la propria operatività sul trend rialzista avviatosi un anno fa (che si può anche definire trend dominante), si sfrutta la correzione secondaria (quella in corso) come occasione di ingresso, con la consapevolezza che la stessa possa anche rivelarsi qualcosa di più di una correzione, ma quello lo si sa a posteriori.
Buon weekend.
Riccardo