Le Time Zones di Fibonacci
Questo post didattico per illustrare un’ulteriore applicazione dei numeri di Fibonacci.
Finora s’è sempre fatto ricorso a Fibonacci per individuare dei livelli di ritracciamento o di estensione di un movimento.
Oggi, invece, andremo ad illustrare una metodologia focalizzata sul tempo e non sul prezzo: le Time Zones di Fibonacci (in alcune piattaforme le troverete sotto la voce ‘Zona Oraria di Fibonacci”).
Si determina, innanzitutto, un intervallo temporale individuando due punti di svolta A-B consecutivi.
Tale intervallo viene proiettato verso il futuro applicando la sequenza di Fibonacci e dando origine a tutte le altre linee verticali (Time Zones).
In prossimità di tali linee è probabile un cambiamento significativo sulla tendenza dei prezzi (inclinazione, direzione, pausa).
I punti possono essere due minimi, due massimi o anche un massimo ed un minimo.
Per esempio, nel seguente grafico dell’Eurostoxx 50, osserviamo come sia estremamente efficace l’applicazione delle Time Zones all’intervallo delimitato dal top di Marzo 2000 e dal bottom di Marzo 2003:
Prossima Time Zones (non visibile sul grafico) nel lontano Marzo 2024, area temporale in cui presumibilmente accadrà qualcosa di rilevante all’andamento dei prezzi.
Ovviamente, negli anni che ci separano da tale data assisteremo comunque a diverse svolte importanti, seppur non segnalate da questo studio.
La scelta dei punti A-B deve tener conto anche dell’attendibilità che le rispettive proiezioni provano: nel caso in cui i prezzi non dimostrino di ‘sentire’ le Time Zones, si valutano intervalli di tempo diversi.
Nel seguente grafico sullo S&P 500 notiamo, invece, come sia la scelta di due top (Marzo 2000 e Ottobre 2007) che quella di due bottom (minimi Ottobre 2002 e Marzo 2009) forniscono una prima time zones efficace (rispettivamente Marzo e Agosto 2015) che anticipa/coincide con la forte correzione cui abbiamo assistito dall’estate del 2015 fino alla prima parte del successivo inverno:
Prossime date Gennaio e Dicembre 2022.
Trovandoci solo ad inizio Gennaio 2017, nulla vieta di considerare altri intervalli in grado di segnalare Time Zones più ravvicinate.
Di seguito, alcuni punti da tenere presente:
- la scelta di un intervallo non esclude la possibilità di usarne contemporaneamente anche altri (l’eventuale convergenza di Times Zones derivanti da intervalli diversi ne rafforza la valenza);
- le Time Zones sono applicabili su tutti i time frame, da scegliere anche in funzione della propria operatività;
- come per le Estensioni ed i Ritracciamenti di Fibonacci, anche per le Time Zones vale il concetto di Area; in altre parole, è necessaria un pò di tolleranza temporale nella considerazioni di tali linee;
- le Time Zones indicano dei probabili cambiamenti alla tendenza dei prezzi, ma non certi;
- non tutti i cambiamenti della tendenza sono segnalati da tali linee;
- quanto più importanti sono i punti presi in considerazione e tanto più importanti saranno le Time Zones;
- come per qualsiasi strumento, è sempre bene valutare le informazioni fornite dalle Time Zones all’interno dell’intero quadro d’analisi.
Riccardo Fracasso
16 Responses to Le Time Zones di Fibonacci
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Ciaooo Riccardo!!! Non ho capito la tua visione sui mercati cambiata .. pur che sul mercato sia rialzista.. non vedi più corezzione grosse come intravedevi inizio anno ciaoo
Ciao Alessandro,
ma perchè? non ho scritto in alcuna parte di un cambiamento di visione.
Ritengo che il pericolo sia tale che nel corso dell’anno i mercati subiranno una correzione molto forte che potrebbe (dovrebbe) rivelarsi un autentico tonfo.
Ciò premesso, però, evidenzio che ha poco senso ora come ora, in assenza di segnali concreti di inversione ed in presenza di un trend rialzista, fissare percentuali o target.
Riccardo
RICCARDO Ciao .Domanda secca:
Quando parli di correzione forte possibili sui mercati pensi ad un – 20% in un trimestre oppure di un -20% entro fine 2017?
Grazie come sempre in anticipo per una TUA risposta .
Buona Giornata e Buon Lavoro Maurizio
Ciao Maurizio,
per quanto il movimento potrebbe essere veloce, mi attenderei che coinvolgesse più di un trimestre.
Ciò, tuttavia, non esclude in alcun modo la possibilità di vedere all’interno del calo una chiusura trimestrale a -20% come visto in passato (http://finanzaedintorni.info/?s=tren+primario).
Io, però, ripeto che ad oggi il trend è rialzista e privo di segnali concreti di inversione (seppur esistano indizi e motivi per scendere), per cui attualmente è si bene tener presente i rischi ma al tempo stesso ha poco senso addentrarci nei dettagli di una discesa che non è ancora avviata e che quindi, al momento, va considerata come ipotesi.
Saluti.
Riccardo
Ciaooo scusa se avevo capito male! Ciaooo
Ma niente figurati Alessandro.
Ciao
Ciao Riccardo, vorrei un chiarimento sulle Time zone.
Indichi dicembre-gennaio 2022. Forse intendevi dicembre 2021 gennaio 2022? Grazie ciao
Ciao Uruslina.
Se considero come intervallo i massimi indicati nel grafico, la prossima time zone è a dicembre 2022.
Se invece considero come intervallo i due minimi la prossima time zone è gennaio 2022.
L’intervallo può essere compreso da due massimi, da due minimi, o da un massimo/minimo o minimo/massimo.
Dimmi se è chiaro.
Riccardo
Si è chiarissimo Riccardo. Grazie ciao.
Prego ciao.
Riccardo
E dimenticavo a mio avviso il 2021-2022 è un anno da super minimo. Un saluto.
C’è comunque tutto il tempo per segnare altri bottom e top di rilievo fino ad allora.
Saluti.
RICCARDO Ciao .Grazie per la risposta riguardante la precisazione sulla correzione .
Per quanto riguarda il TREND dei MERCATI concordo sulla TUA Analisi .
Ciò detto riferendomi specificatamente al nostro Mercato ci sono molte situazione che dire “pericolose “ è un eufemismo . Il tutto a pochi giorni dalle risposte richieste dalla UE sullo sforamento del deficit
1 )MPS : L’ emissione dei sette miliardi di obbligazioni di MPS è un gioco delle tre tavolette degno dei migliori biscazzieri . Le due emissioni, scadenza 2018 e 2020, con tassi ridicoli, 0,5% e 0,75% sono sottoscritte dallo stesso emittente che poi cerca di piazzarle sul mercato oppure metterle a garanzia per l’ottenimento di liquidità. Nel frattempo l’istituto dovrà portare a sofferenze altri crediti inesigibili, vanificando sin da subito il futuro aumento di capitale. Ci avevano pensato alla Parmalat di Tanzi a questi incroci, ma senza la ” GARANZIA STATALE ” ..
2)Il sostegno al prezzo di Unicredit : parecchi risparmiatori saranno ora persuasi a sottoscrivere l’aumento di Unicredit, con conseguenze di cui si accorgeranno subito dopo. L’operazione riesce quasi sempre, i risparmiatori vengono convinti prima dell’aumento (POSTE , ENAV , i vari aumenti delle banche) poi il titolo inizia a scendere dopo l’esercizio della Green- shoe da parte dei partecipanti al consorzio.
3) L’improbabile offerta di Intesa su Generali . Sulla operazione di scambio proposta da Intesa, pare evidente che non si tratta di una difesa da attacchi stranieri, AXA ha detto che non ha interesse. Il paradosso è che si invocano economie di scala per l’operazione e poi si ipotizza che Generali venga frantumata in tante parti, quella tedesca sembrerebbe in mano ad Allianz. L’operazione non ha nessun senso per il sistema paese ma lo ha in particolare per le due più grosse fondazioni italiane, Cariplo e San Paolo, che così vedrebbero i loro forzieri rimpinguati dopo il salasso del FONDO ATLANTE
Una domanda ulteriore : Quando Azionario e Obbligazionario vanno in direzioni opposte bisognerebbe guardare a quest’ultimo ? ….. La ragione credo stia nel fatto che i flussi sull’obbligazionario sono molto meno facili da manipolare perché i volumi sono più grandi…..o mi sbaglio???
Il tasso sul decennale italiano al 2,2% sta indicando , a mio avviso , un primo segnale di dove andrà la borsa.
Questo è quanto…. ma al momento come , TU dici basandoti anche su argomenti Tecnici/Grafici , i MERCATI guardano altrove e tutto sale .
Grazie anticipatamente Buona Giornata e Buon Lavoro Maurizio
Ciao Maurizio,
in merito al settore bancario, aggiungo solo che il rialzo di Unicredit è legato a delle partecipazioni che ha in Mediobanca che potrebbe essere in qualche modo coinvolta in una eventuale operazione Generali-Intesa.
Di certo c’è che un conto è l’effetto di un’OPA, un altro di un OPS.
Il mercato obbligazionario è più sincero del mercato azionario, e questo va tenuto in considerazione specialmente per capire, quando le azioni precipitano, se effettivamente c’è rischio insolvenza.
Se invece allarghi il ragionamento, in passato solitamente la prima fase del calo dei bond è stata favorevole al mercato azionario perchè parte dei flussi in uscita dai primi si dirigono verso i secondi ed è quanto è successo negli ultimi mesi.
Tuttavia, va considerato che questo ciclo economico e completamente distorto da una politica monetaria espansiva senza precedenti e, per questo motivo, non va scartata a priori che questa fase (travaso bond=>equity) duri molto meno rispetto al passato e che ad un certo punto entrambi gli asset scenderanno.
Sempre in riferimento al bond, io i segnali li guarderei dallo spread.
Saluti.
Riccardo
caro Riccardo
ho letto le tue risposte in merito alla correzione del 20% che tutti aspettiamo ma che non si verifica mai. Non solo… i corsi paiono salire indisturbati.
Scrivi: “Ritengo che il pericolo sia tale che nel corso dell’anno i mercati subiranno una correzione molto forte che potrebbe (dovrebbe) rivelarsi un autentico tonfo”
La domanda a questo punto non può che riguardare il periodo in cui sarebbe plausibile attendersi la correzione. Il trimestre è iniziato così bene che pare difficile vedere un rovescio in tempi brevi. Leggo ovunque un grande ottimismo e l’idea che i mercati saliranno senza dubbio per questo 2017.
Ti sei fatto un’ipotesi in proposito rispetto alla finestra temporale idealmente più probabile?
Il noto analista F.C. ipotizza un periodo correttivo tra marzo e ottobre, ma un finale di anno su livelli più alti di quelli iniziali.
Faccio una considerazione personale che forse è ingenua e non tiene conto di molti fattori, ma io so di essere un “non tecnico” e inesperto e do un’interpretazione a sensazione.
Le banche centrali stanno lavorando da anni per gonfiare i corsi azionari. Dax e Wall Street sono storicamente cari se non carissimi, ma non si vedono segnali di stanchezza. Però io dico: perché mai dovrebbe correggere questa borsa USA? Possono gonfiarla a dismisura se vogliono, guardiamo al Giappone dve la BoJ fa acquisti sull’azionario.
Si dice sempre “quasta volta è diverso” ma stavolta davvero c’è qualcosa di diverso con l’intervento delle banche centrali. Escludi categoricamente che stavolta si possa assistere a un rialzo prolungato magari anche oltre i 10/12 anni?
grazie e un cordiale saluto
Claudio
Salve Claudio,
innanzitutto esprimo la mia massima stima per Francesco Caruso, analista ben più qualificato di me, e non lo dico certamente per falsa modestia.
Ti dirò di più: la mia stima per lui è tale da non nascondere che io stesso sono abbonato alle sue analisi, avendo considerazione del suo pensiero.
Ciò premesso, ti direbbe lui stesso che nessuno al mondo è in grado di prevedere con certezza il futuro.
Inoltre, ti posso aggiungere che esistono pareri altrettanto autorevoli secondo cui la correzione possa giungere prima di Marzo e sicuramente ne esistono altri che la correzione proprio non la vedono.
Infine, ha senso che io esprima le mie opinioni senza farmi condizionare da quella altrui, nonostante la stima.
In ogni caso, la tua domanda, seppur lecita, come altre che di tanto in tanto ricevo, mi porterebbe a forzare una risposta che non può che essere debole e, quindi, poco utile, specialmente per un’analista come me che non è un ciclico (fermo restando che anche i ciclici non sono, comprensibilmente, infallibili nelle indicazioni delle tempistiche, ma chi non lo è).
A marzo del 2016, quando in molti lo ritenevano improbabile, indicai come target rialzista i 2.162 punti (al tempo era un livello mai visto) per lo S&P 500, ipotizzando una falsa rottura del range laterale 1.820-2.130 punti.
Il rialzo vi fu ma, tutti sappiamo esser proseguito fino all’area di Fibonacci 2.285 punti.
Le conseguenze sono state il passaggio da un trend primario laterale ad uno rialzista.
Ora, pertanto, la presenza del trend primario ci suggerisce di non escludere a priori ulteriori allunghi.
Al tempo stesso, però, la presenza di tutti gli elementi di rischio (anche grafici) più volte elencati ci impone cautela.
Le fasi dell’eccesso (sia al rialzo che al ribasso) sono le più delicate, sia perché, in quanto tali, solitamente si prolungano oltre ogni ragionevole attesa, sia perché ad ogni modo prima o poi hanno fine e questo va tenuto in considerazione perché le precondizioni ci sono tutte, tra esse pure quel’ottimismo (che può essere definito anche compiacenza) cui tu stesso hai fatto giustamente riferimento.
Per cui, sta al singolo operatore decidere di partecipare al rialzo (ma in tal caso è obbligatoria l’impostazione di stop di protezione) o starsene alla finestra e partecipare ad altre partite, anche se ciò può significare perdere parte del rialzo (ad alcuni può comprensibilmente pesare).
Tutto il resto, lascia il tempo che trova.
Non spetta a me, ma sta giustamente a te come ad ogni singolo operatore decidere autonomamente che strada percorrere, con la consapevolezza dei rischi.
Sia chiaro, sono entrambe scelte corrette ma, chi cerca valore (l’investitore classico) deve essere consapevole che lo stesso non è presente nella borsa americana.
In altre parole, si sta comprando o mantenendo in portafoglio qualcosa di sopravvalutato con la speranza che l’eccesso si protragga ulteriormente (ipotesi da non scartare perché il rialzo potrebbe essere alimentato dai flussi in uscita dai bond).
E’ quanto fecero alcuni operatori con i titoli tecnologici del 2000 o con la bolla immobiliare americana di qualche anno dopo ed ai pochi che hanno saputo guadagnarci si contrappongono molti che hanno perso moltissimo (evidentemente perché, e qui mi aggancio alla tua considerazione, ogni movimento ha una fine).
C’è qualcosa di diverso? Sono pienamente d’accordo.
Gli interventi statali hanno portato i rendimenti obbligazionari a tassi mai visti, la durata e l’entità del rialzo della borsa leader ha pochi precedenti, la leva (margin debt) è nei pressi dei massimi assoluti.
Gli eccessi di una politica monetaria ultra espansiva sono già ben presenti, questo deve essere chiaro.
A parte il fatto che il QE americano è già concluso, ma proprio la storia del Giappone stesso insegna che giunge un punto oltre il quale il malato va in assuefazione: i massimi del Nikkey del 1990 a 39 mila punti non sono stati più raggiunti e chi acquistò a quei livelli pensando ad un rialzo senza fine, dopo ben 26 anni si ritrova metà del capitale, e nel 2008 ne aveva meno del 20%.
Per ora l’unica vera inflazione che il QE ha portato è stata quella sulla borsa.
Non scordiamoci che ad interventi straordinari corrispondono difficoltà straordinarie.
La ripresa economica americana non è stata proporzionata a quel che sono gli interventi di stimolo e non è nemmeno proporzionata a quel che è stata la salita della borsa (questo è desumibile dal rapporto capitalizzazione borsa/pil).
In altre parole, esiste una scollatura che è destinata a rientrare.
Che poi prima della correzione si salirà ulteriormente, questo lo sapremo solo quando succederà ma, in ogni caso, l’unica cosa che conta realmente è quanto ti ho scritto precedentemente in grassetto.
Saluti.
Riccardo