Circa 2 mesi si pubblicò un’analisi che metteva in risalto le seguenti novità sul cambio Euro/Dollaro:
- superamento della media mobile a 200 giorni con successivo pull back;
- cedimento della media mobile a 200 giorni del dollar index (indice che confronta il Dollaro americano con un paniere di valute estere), a conferma della debolezza generale del dollaro contro le varie valute;
- attese di una politica di rialzo dei tassi FED meno veloce rispetto alle precedenti aspettative.
Alla luce di tali aspetti giunsi alla seguente conclusione:
“Dal punto di vista grafico, fino a che non assisteremo alla chiusura del gap up settimanale apertosi ad Aprile (1.0778), in un’ottica di medio/lungo periodo resterà credibile l’ipotesi di allungo anche fino ad area 1,2228 (ritracciamento del 50% della gamba ribassista A-B)”.
Da allora il cambio si è effettivamente rafforzato, portandosi da 1,1207 agli attuali 1,1663, ampliando ulteriormente il rialzo avviatosi dai minimi registrati a Gennaio.
Abbiamo assistito alla prima vera chiusura settimanale al di sopra della resistenza del range laterale (1,0462-1,1467) entro il quale il cambio si muove (o muoveva?) da oltre due anni, e questo rappresenta un primo aspetto di grande rilievo.
Il grafico proposto è invece mensile, per cui l’ultima candela è tendenziale ma non ufficiale.
Se al termine del mese (quindi della prossima settimana) sarà confermata una chiusura mensile al di sopra del range, disporremo di un’ulteriore conferma che qualcosa di importante si stia muovendo, come peraltro già evidenziato ben due mesi fa.
Pertanto, c’è ancora una settimana di ‘speranza’ per chi è esposto in dollari.
L’RSI giornaliero e quello settimanale del cambio sono entrambi in area di ipercomprato, il che avvicina la necessità di rifiatare, pur non escludendo la possibilità che Luglio chiuda al di sopra del range laterale.
Invece, nel caso di ulteriori conferme rialziste:
- incrementerebbero notevolmente le possibilità che l’attuale trend secondario rialzista avviatosi a Gennaio si trasformi, a fine anno, in un trend primario;
- avremo gli elementi per definire il range laterale in oggetto come accumulativo (una fase laterale di oltre due anni potrebbe anticipare un periodo prolungato di sostanziale debolezza per il dollaro).
Interessante, al di là dell’aspetto grafico, ragionare su ciò che può star dietro a questo possibile cambio di scenario.
Banalmente si può affermare che un eventuale rialzo del cambio può essere giustificato o dalla forza dell’Euro o dalla debolezza del dollaro.
Seppure il risultato è lo stesso sul cambio, la differenza è sostanziale: nel primo caso un cambio di scenario dettato dal un miglioramento economico Europeo (quindi favorevole al mercato azionario), nel secondo dal peggioramento della prima economia mondiale (quindi sfavorevole all’equity).
Sono evidentemente due chiavi di lettura opposte, che implicano scenari diversi per l’azionario (nel primo correzioni decise ma non eccessive che rappresentano occasioni di acquisto, nel secondo correzioni molto più profonde in cui la strategia migliore è quella di vendere sui rimbalzi).
Il contestuale calo del dollar index (che conferma una debolezza del dollaro) avvalora il secondo scenario, ma sarà comunque giusto non dare nulla per scontato e monitorare gli sviluppi, perchè nessuno, men che meno il sottoscritto, conosce il futuro con certezza.
Riccardo Fracasso
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