Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.801 punti, registrando un +0,11%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,5%.
Riprendiamo ancora una volta quanto scritto a Febbraio (‘S&P : prosegue il recupero’), dopo pochi giorni della conclusione di una forte correzione:
“Nel caso di rottura della media mobile a 200 giorni si rafforzerebbe l’ipotesi di una discesa verticale stile 1929 (ripeto, non per forza con le stesse misure).
Al momento, però, tutto si sta svolgendo seguendo lo schema visto nel 2000 e nel 2007, poichè abbiamo assistito ad una rapida e profonda correzione, seguita da una pronta risalita tuttora in corso.”.
E dopo aver esaminato le precedenti inversioni, s’affermò:
“Ammesso e NON concesso che la storia si ripeta, entro 2/5 mesi (Aprile-Luglio) i prezzi avranno recuperato l’area intorno ai massimi segnati a Gennaio (2.872 punti), per poi precipitare.”.
Andiamo ad esaminare la situazione aggiornata, raffrontandola con le inversioni del 2000 e del 2007:
Il listino è ormai prossimo ai massimi di Gennaio (circa due punti e mezzo), in perfetta coerenza con lo scenario proposto.
Ammesso e NON concesso che la tempistica sarà rispettata, entro fine Luglio dovrebbe partire il vero calo.
E’ bene ricordare che la storia ci indica una via che, però, mai è percorsa esattamente come nel passato.
L’imprevedibilità dei mercati ci impone quindi di limitarci ad osservare qualsiasi ipotesi di lavoro con un certo margine di tolleranza e con la consapevolezza che possa esservi smentita.
Inoltre, si evidenzia l’attuale assenza di segnali ribassisti concreti.
Tuttavia, ad oggi lo scenario principale continua ad essere quello di un’inversione stile 2000 e 2007 (non necessariamente con la stessa profondità).
Tale ipotesi prenderà forza solo con l’eventuale perforazione netta della media mobile a 200 giorni prima (che attualmente transita a 2.680 punti) e poi dei minimi di Febbraio (2.532 punti).
D’altro canto, la capacità dell’indice di superare in modo convinto (non semplice sforamento) i precedenti massimi a 2.872 punti indebolirebbe notevolmente il nostro scenario.
Riccardo Fracasso
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