In settimana Chiristine Lagarde, presidente della BCE, ha annunciato la fine dell’acquisto dei titoli di stato e che alla prossima riunione del 21 luglio i tassi saranno aumentati di uno 0,25%, con ulteriore rialzo a settembre, la cui entità dipenderà dal contesto.
Si tratta del primo rialzo dopo 11 anni; questa prolungata ‘astinenza’ è legata, evidentemente, a una ripresa economica di lungo termine molto debole.
D’altro canto, il rialzo di luglio non è motivato da una forte crescita economica, ma da un’inflazione fuori controllo.
Pertanto, non solo gli Stati Uniti, ma l’intero Occidente si trova nel complicato contesto in cui in fase di contrazione economica le Banche Centrali si vedono costrette a restringere la politica monetaria per fronteggiare l’impennata dell’inflazione.
Come spesso accade, è probabile che sarà la stessa crisi economica (riduzione della domanda) a raffreddare l’inflazione.
Riccardo Fracasso
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