Come ampiamente atteso mercoledì, per la seconda volta consecutiva la Federal Reserve ha lasciato i tassi invariati al 4,25-4,5%.

Powell ha parlato di “economia forte” ma con incertezze che, ha lasciato intendere, sono legate all’amministrazione Trump.

Incertezze che emergono dai vari sondaggi che descrivono le preoccupazioni per il futuro da parte di famiglie e imprese.

In ogni caso cambiano le aspettative economiche anche della Federal Reserve, che per l’anno in corso prevede una maggior inflazione (dal 2,5% dal 2,7%) e una minor crescita (dal 2,1% all’1,7%).

Si tratta del peggior contesto possibile sul quale una Banca Centrale opera, perché le prospettive in aumento dell’inflazione richiedono interventi restrittivi, mentre il rallentamento economico interventi espansivi.

Ad ogni modo, è lecito pensare che, anche tenuto conto della propria storia, se la crisi dovesse acuirsi la FED taglierà ulteriormente i tassi pur in presenza di segnali inflattivi.

Certo è che se tali trend dovessero allargarsi (inflazione alta e recessione), l’economia USA piomberebbe nella poco piacevole stagflazione.

Dal Fed Watch, le attese per i tagli dei tassi entro la fine del 2025 restano di 3 tagli:

Riccardo Fracasso

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