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In un post di luglio, c’eravamo lasciati col dubbio se gli Stati Uniti si trovassero al terzo o al quarto stadio del ciclo economico:

Un passaggio di quanto scritto al tempo:

“Nelle ultime settimane, però, abbiamo assistito a un deciso ribasso dei rendimenti della parte lunga della curva, tipico del quarto stadio.

Ovviamente, tale sviluppo dev’essere monitorato per verificare eventuali conferme o smentite.”.

Il parziale recupero dei due mesi successivi (quindi deprezzamento del decennale americano) non conferma il passaggio; d’altro canto, è bene precisare che nemmeno ne rappresenta chiara smentita.

L’eventuale ritorno degli acquisti sul tresury favorirebbe la prosecuzione di quella fase di appiattimento dei rendimenti che porterebbe la curva ad assumere una curva tipica del quarto stadio.

Nella recentissima riunione della Federal Reserve (22 settembre) è emerso che metà dei membri prevedono un rialzo dei tassi nel corso della seconda metà del 2022.

Il primo rialzo dei tassi è caratteristico del terzo stadio.

Tuttavia, col tempo ho imparato a non assumere come certezze le attese e le dichiarazioni delle varie Banche Centrali, risultando spesso troppo ottimistiche.

Infatti, qualcosa stona in queste aspettative, poiché è lecito chiedersi il motivo per cui il rialzo dei tassi di interesse non sia già stato attuato da tempo, mentre dovrebbe invece avvenire in un momento in cui, secondo le previsioni stesse della FED, indicano in calo sia l’inflazione che la crescita economica.

Ad ogni modo, valuteremo i nostri indicatori, in particolar modo la curva dei rendimenti, per cercare che il quadro si chiarifichi.

Concludiamo riproponendo le differenti strategie a seconda dello stadio ciclico:

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Riccardo Fracasso

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