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Ecco i principali provvedimenti annunciati da Mario Draghi all’attesissima riunione della BCE di questo pomeriggio:

  1. taglio del tasso di riferimento dallo 0,15% allo 0,05%;
  2. taglio del tasso sui depositi delle banche presso la BCE da -0,1% a -0,2%;
  3. 2 aste TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations), la prima il 18 settembre, la seconda a dicembre. Esse differiscono dai precedenti LTRO (Long Term Refinancing Operations) per la scadenza superiore (4 anni anziché 3), per l’importo (400 MLD rispetto ai precedenti 1000) e soprattutto per essere vincolate all’impiego delle banche a favore del settore privato non finanziario dell’Area Euro. Unicredit, Intesa ed MPS hanno già espresso informalmente l’intenzione di farne richiesta, rispettivamente per 15, 13 e 6 MLD. Se l’emissione dei due LTRO emessi tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 era finalizzata principalmente a sostenere i titoli di stato (al tempo in grossa difficoltà), i TLTRO sono esclusivamente finalizzati ad incrementare il credito delle banche a favore dei privati;
  4. Acquisto, da ottobre, di ABS. Gli Asset Backed Security (ABS) sono obbligazioni emesse a fronte di operazioni di cartolarizzazione garantito dagli attivi sottostante. In altre parole, le banche dapprima finanziano famiglie ed imprese, e poi collettivizzano il rischio raccogliendo denaro attraverso l’emissione di ABS, ossia obbligazioni il cui rimborso ed il cui pagamento cedolare è legato alla solvibilità, per l’appunto, delle famiglie e delle imprese cui hanno concesso credito. L’acquisto della BCE degli ABS costituisce un ulteriore canale per fornire liquidità alle banche.

Seppure la resistenza di alcuni membri della BCE (Germania?) ha impedito l’annuncio del QE (modalità con cui la Banca Centrale emette denaro fresco per acquistare titoli di stato), a mio avviso le aspettative sono state complessivamente tutt’altro che deluse.

Le misure hanno lo scopo di invogliare e supportare il credito erogato dalle banche a favore  dei privati, e quindi mettere più soldi nelle tasche delle famiglie e nelle casse delle imprese, con la speranza servano per aumentare i consumi e per riportare l’inflazione non troppo distante al 2%.

Un altro obiettivo ricercato dalla BCE è quello di indebolire l’euro, favorendo le esportazioni dei Paesi membri.

I provvedimenti della Banca Centrale Europea avranno bisogno di mesi per produrre eventuali effetti concreti, ma è bene ricordare che il ciclo del mercato azionario anticipa quello economico.

Riccardo Fracasso

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