Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 20.200 punti, registrando un +1,54%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -2,86%.
Martedì si è chiuso Settembre con un +2,16% complessivo.
Settimana contraddistinta, oltre che dal rifiuto all’Austerity da parte della Francia, dalle parole di Draghi che ha affermato che “quello che una Banca Centrale può fare è migliorare i canali di finanziamento per gli intermediatori: è il nostro compito e lo stiamo facendo molto, basta ricordare dove eravamo 3 anni fa“.
Probabilmente il mercato ha letto dietro a tali parole la mancata volontà di attuare un vero e proprio QE (creazione di denaro fresco per acquistare titoli di stato).
Da qui l’ondata di vendite sui mercati, in particolar modo quelli dell’Area Euro.
Cali come quello di giovedì creano comprensibilmente incertezza e paura negli investitori.
Cerchiamo allora di esaminare razionalmente il quadro grafico, alla luce di quanto successo.
Grafico:
Dal picco del 10 giugno a 22.590 punti si contano due massimi decrescenti e tra essi un minimo significativo a 18.885 (8 agosto).
- con quella appena conclusa sono 4 le chiusure settimanali negative consecutive (si ricorda che un movimento ribassista diventa vulnerabile ad eventuale rimbalzi già dopo 3/4 chiusure di periodo negative consecutive);
- gli acquisti avvenuti proprio nell’ultima seduta della settimana (la più rilevante) rappresentano un elemento positivo.
Riccardo Fracasso
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