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Visto quanto successo oggi ritengo utile fare alcune considerazioni.

Questo pomeriggio Draghi ha confermato le indiscrezioni degli ultimi giorni, annunciando che la Bce è pronta ad acquistare in modo illimitato titoli di stato con scadenza da 1 a 3 anni dei Paesi che ne faranno richiesta.

L’acquisto è condizionato al rispetto  da parte dello Stato richiedente  di ‘strette condizioni’.

Il piano prende il nome di Outright Monetary Transactions (OMT) e la scadenza sarà decisa dalla BCE stessa.

Gli acquisti saranno sterilizzati per non aumentare la base monetaria e rischiare di surriscaldare l’inflazione.

Per sterilizzazione si intende che la BCE non si procurerà il denaro necessario ad acquistare i titoli di stato attraverso l’emissione di nuovo denaro, ma, con ogni probabilità, lo raccoglierà collocando gli Euro T-bills (mercato monetario europeo).

La reazione a caldo dei mercati (in particolar modo quelli più in difficoltà) è stata indiscutibilmente positiva, ma ci sono alcuni punti critici da tenere ben presente:

  1. Il fatto che l’intervento della BCE sia vincolato al rispetto da parte dello Stato soccorso di  ‘strette condizioni’ potrebbe far desistere i Paesi dal richiedere aiuto, inoltre…
  2. …se dovessero comunque accettarle, la Grecia (e non solo) insegna che i piani di austerity sono deleteri per la crescita;
  3. Questo piano non deve essere confuso con le QE o con le operazioni di LTRO che la BCE attuò quest’inverno, perchè non viene emessa nuova liquidità e questo potrebbe non esser ancora stato capito da una parte del mercato;
  4. Gli acquisti che Draghi ha definito essere illimitati, nella realtà non lo sono affatto, visto che sono limitati  all’emissione di Euro T-bills, la cui domanda non è scontata;
  5. Con tale piano la BCE raccoglie a breve e acquista a medio termine: strategie simili sono redditizie ma allo stesso tempo rischiose (seppur con archi temporali diversi, è ciò che fanno le banche quando raccolgono a brevissimo (conto corrente) e prestano a lungo (mutui));
  6. Forse sfugge il fatto che la BCE con questo piano andrà ad incrementare la propria esposizione di titoli emessi proprio dagli Stati in difficoltà (già ne ha tanti a bilancio) e se le cose dovessero malauguratamente precipitare, sarà la stessa BCE a trovarsi in difficoltà, e, come più volte detto in questi mesi, se persino un’organizzazione internazionale dovesse stentare, assisteremo ad una crisi di fiducia difficile anche solo da immaginare.

Cosa accadrebbe se il mercato all’improvviso facesse queste riflessioni?

La BCE ha la fobia dell’inflazione, ma nei periodi in cui ci sono vuoti di liquidità, la banca centrale  deve intervenire emettendo moneta dal nulla e preoccuparsi che sia usata per creare posti di lavoro, ridurre le tasse, fornire servizi, costruire infrastrutture, ecc.

Riccardo Fracasso

 

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