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Alle cinque di questa mattina si è concluso il vertice UE tenutosi a Bruxelles.
Risultati conseguiti:
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la costituzione del Fondo permanente (ESM) sarà anticipata di un anno (luglio 2012) rispetto al previsto e sarà dotato di 500 miliardi; fino alla metà del 2013 rimarrà in vita anche l’attuale Fondo Salva Euro (EFSF);
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il Fondo Monetario Internazionale sarà dotato di 200 miliardi per sostenere i Paesi in crisi.
La reazione a caldo dei mercati può anche essere positiva, ma ai fini pratici questi provvedimenti non risolvono la crisi.
Intanto è da capire come saranno raccolte le risorse per costituire il nuovo fondo, visto e considerato che non c’è l’intenzione di stampare nuovi euro.
Se il futuro fondo dovesse anch’esso, come probabile, raccogliere denaro collocando obbligazioni (quindi facendo debito) e con la garanzia degli Stati dell’Area Euro, non si eliminerebbe il problema.
Ultimamente l’attuale EFSF ha dimostrato notevoli difficoltà nella raccolta di denaro, e non vedo come un altro fondo con le stesse garanzie, possa ottenere risultati migliori.
Un fondo, due fondi, mille fondi….è tutto fumo negli occhi.
Non è stata invece raggiunta un’intesa per apportare modifiche al Trattato di Lisbona dell’Unione Europea, con le quali sarebbero state introdotte regole di bilancio più rigide.
Mancato accordo a causa dell’opposizione di Gran Bretagna ed Ungheria, che non intendono rinunciare alla sovranità.
Altri Paesi (Repubblica Ceca e Svezia) dovranno ottenere l’approvazione, peraltro non scontata, dei rispettivi parlamenti.
Visto il mancato accordo, ora si cercherà di trovare un’intesa tra i 17 Paesi dell’Area Euro e gli altri dell’Unione Europea che vorranno aggregarsi.
Personalmente ritengo che uno dei motivi principali della crisi non è tanto l’assenza di regole ma l’eccessiva elasticità con la quale sono state applicate sin d’ora.
Per esempio all’Italia è stata concessa una deroga per l’ingresso nell’Area Euro, perchè il suo debito era ben superiore a quel 60% del PIL, limite previsto dal trattato di Maastricht.
La Grecia è riuscita ad entrare truccando i bilanci, ma probabilmente controlli più attenti (forse sarebbe il caso di dire meno compiacenti) avrebbero permesso di scoprire l’inganno.
In sintesi, regole più rigide non dovrebbero far male, ma l’importante è che siano applicate.
Riccardo Fracasso
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