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Partiamo subito col grafico dello S&P 500:

Grafico nr. 1

L’indice americano ha chiuso a 1.317 punti, registrando un -0,22%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +1,74%.

 

Ultime sedute:

Grafico nr. 2

 

Rispetto alla settimana scorsa ora abbiamo il trend di breve impostato al rialzo; davvero poca cosa se però si considera l’assenza di figure di inversione e che il trend di medio e quello di lungo restano ribassisti.

Ciò che invece appare importante è che la volatilità (vix) è scesa dal massimo della scorsa settimana (25,38%) agli attuali 21,76%.

Tale aspetto sta a significare che le mani forti, dopo un periodo di sbandamento, sembrerebbero aver ripreso le redini della situazione; se così fosse, non si avrebbe la certezza di salire, ma quantomeno quella di non scendere in modo incontrollato.

Ovvio che, per quanti mezzi siano in possesso delle mani forti, nulla potrebbero di fronte a notizie estremamente negative.

Ora andiamo ad osservare il grafico del siderografo di Bradley:

Grafico nr. 3

Innanzitutto invito chi non fosse pratico di questo strumento a visionare l’approfondimento all’interno della Didattica prima di proseguire nella lettura di questa analisi.

L’intervallo di tempo evidenziato nel grafico dal riquadro rosso (12 giugno – 28 luglio) è il cosiddetto Periodo dell’Inatteso; è una fase in cui, solitamente, si verifica quanto la maggior parte delle persone non si aspettava al suo inizio.

Ovvio che le attese devono esser stimate a ridosso del periodo dell’Inatteso  e non prima, perchè nel frattempo potrebbero cambiare.

A mio avviso, ciò che al momento la stragrande maggioranza delle persone s’attende per quel periodo (ricordiamo che il 17 giugno ci saranno le elezioni greche) è un crollo dei mercati azionari (quindi anche dello S&P 500, che ricordiamo essere il sottostante del siderografo di Bradley).

Se tale convinzione dovesse permanere tra due settimane, allora, il cosiddetto ‘inatteso’ sarebbe un bel rialzo dello S&P 500 (e presumibilmente anche degli altri listini) fino a fine luglio.

Ma come è possibile che, in un simile contesto, ciò avvenga?

Innanzitutto ciò sarà possibile se, nel periodo che precede quello inatteso i mercati non saliranno o, ancor meglio,  proseguiranno la discesa avviatasi ad inizio aprile; questo perchè un eventuale salita nelle prossime sedute potrebbe facilmente mutare le aspettative degli investitori.

A quel punto, i possibili scenari in cui potrebbe innescarsi un buon rialzo, sono:

  • le elezioni in Grecia, a dispetto degli attuali sondaggi, vedranno vincere una coalizione pro-euro;
  • pur non vincendo la coalizione pro-euro, l’Area Euro ammorbidirà le condizioni richieste alla Grecia ed il nuovo governo, anche tenendo conto della prevalente volontà da parte dei cittadini greci di rimanere nell’Euro, le accetterà;
  • divorzio amichevole tra Grecia ed area Euro, che implichi il mantenimento del sostegno da parte delle autorità ed un default ordinato da parte della penisola ellenica;
  • concessione alla Grecia di una moneta parallela all’euro (si parla di G-euro): in parole semplici si tratta di una sorta di cambiale con cui lo Stato ellenico pagherebbe parte degli stipendi pubblici. Tale idea consentirebbe da un punto di vista tecnico ad Atene di non uscire formalmente dalla valuta unica, stampando propria moneta che, ovviamente, subirebbe una forte svalutazione;
  • la Grecia uscirà dall’Euro ma, come spesso capita, all’uscita di una notizia negativa già scontata (in questo caso lo è solo per quanto riguarda gli effetti di breve termine) si avrà un rimbalzo; per quanto riguarda questo punto, considerate tutte le conseguenze negative che comporterebbe, a mio avviso sarà comunque indispensabile che la notizia sia accompagnata da un intervento da parte delle autorità.

Sono tutte ipotesi plausibili; in merito all’ultima, tra i possibili interventi vi sono:

  • taglio dei tassi della Bce: probabile ma molto poco efficace;
  • Eurobonds: abbastanza utile (non certamente risolutivo) ma piuttosto improbabile;
  • stampa nuovi Euro: molto utile (persino risolutivo nel caso in cui la nuova moneta sia usata in modo corretto) ma altamente improbabile;
  • QE3: questa è una ipotesi di cui nessuno parla, ma non mi stupirei che a stampare fossero gli Stati Uniti, anche per indebolire la propria valuta; nelle precedenti due occasioni tutti i mercati azionari salirono in modo molto consistente.

Riccardo Fracasso

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