From the daily archives: lunedì, Ottobre 24, 2011
Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso a 16.232 punti, registrando un +0,71%.
Ultime sedute:
Come da ultima previsione i mercati azionari continuano a salire nell’attesa che mercoledì siano rese note le decisioni dagli esponenti dell’UE.
Rimane quindi inviolato il supporto (linea blu) che ha accompagnato il recupero in corso dal suo inizio (23 settembre).
Tuttavia, l’indice transita a debita distanza dalla resistenza (linea rossa) a 16.639 punti.
Confermo la mia visione negativa: a mio parere lo scenario più probabile resta quello che i mercati reagiranno male alle notizie provenienti dal vertice dell’Unione Europea.
Non escludo nemmeno l’ipotesi che il calo possa precedere l’annuncio; difatti, ritengo che la quasi totalità degli investitori che voglia giungere all’appuntamento di mercoledì con una buona esposizione azionaria abbia già provveduto ad acquistare, mentre quelli più negativi (o forse più informati) potrebbero anche decidere di anticipare il comunicato.
D’altra parte, mentre scrivo lo S&P; 500 non è affatto distante alla resistenza (1.258 punti) che sabato sera avevo indicato come obiettivo del rialzo
Dalle ultime dichiarazioni dei vari esponenti sembra che l’attenzione si stia spostando molto verso il nostro Paese: non è certo un buon segno.
Con ogni probabilità saranno chiesti sacrifici ancor maggiori a noi cittadini.
D’altra parte, se la crisi greca ha causato un autentico terremoto, immaginiamoci cosa potrebbe mai accadere se fosse l’Italia a chiedere di esser salvata.
Le autorità lo sanno, ed intendono prevenirlo, ma la Grecia stessa insegna che non è sufficiente volere qualcosa per ottenerla.
Difatti, quasi sempre il taglio delle spese innesca un pericoloso circolo vizioso:
Il taglio delle spese implica una riduzione delle risorse utili a stimolare l’economia, con conseguente rallentamento economico (nei casi più gravi recessione) e minori entrate fiscali che vanno a pesare sui bilanci, vanificando i benefici dei tagli iniziali e rendendo necessari ulteriori.
Riccardo Fracasso
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