From the daily archives: mercoledì, Novembre 2, 2011
Papandreou ieri ha confermato il referendum, affermando che esso ‘darà un messaggio chiaro sul percorso europeo e sull’appartenenza all’euro della Grecia’.
In altre parole ha confermato l’impressione che avevo espresso ieri e che Alexander Stubb, ministro finlandese degli Affari Europei, aveva dichiarato, ossia che al referendum non si voterà tanto se le decisioni prese a Bruxelles saranno accettate o meno, ma se la Grecia resterà o meno nell’Area Euro.
Se da una parte la sensazione è quella che, alla vigilia del G20, l’obiettivo di Papandreou sia solamente quello di mettere pressione ai vari esponenti europei per poter imporre ai propri cittadini un piano di austerità più morbido rispetto a quello accordato la scorsa settimana, dall’altra, la presumibile consapevolezza dello stesso primo ministro greco che difficilmente gli altri Stati modificheranno la propria offerta, lascia supporre che stia già adesso pensando di far uscire dall’Area Euro il proprio Paese, per farlo tornare alla dracma.
Vedremo; noi, nel dubbio, ieri abbiamo spiegato quali sarebbero gli eventuali effetti che provocherebbe un simile evento, senza scordare che la conseguenza peggiore sarebbe il clima di sfiducia generale che verrebbe a generarsi.
L’Area Euro si sta dimostrando un’unione dalla quale è più complicato uscire che entrare.
Comunque sia, pur avendo ben presente le conseguenze, ritengo che l’uscita di alcuni Stati dalla zona Euro, sia un male necessario per tornare tra qualche anno alla normalità.
Ad ogni modo, il ministro degli interni Kastanidis ha annunciato che il referendum dovrebbe tenersi a dicembre.
Veniamo a noi col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso a 15.273 punti, registrando un +2,31%.
Il balzo odierno non deve ingannare perchè è preceduto da tre sedute fortemente ribassiste.
Insomma, dopo tanto scendere un bel rimbalzo ci stava e l’avevamo anche anticipato alla conclusione dell’articolo di ieri.
Tanto più che dal punto di vista tecnico non sono state apportate modifiche rilevanti, prova ne è che il Ftse Mib, nonostante il rialzo, non sia riuscito a superare la 25+5 (linea ondulata rossa), il che vuol dire che il trend di lungo periodo, come ovviamente quello di medio, si mantiene al ribasso.Tuttavia, la chiusura vicina ai massimi, ne rende probabili di ulteriori nella seduta di domani.
C’è attesa per vedere se il nostro indice, nella seconda parte della settimana, quella più importante, confermerà il tonfo di lunedì/martedì.
Insomma, dopo tanto scendere un bel rimbalzo ci stava e l’avevamo anche anticipato alla conclusione dell’articolo di ieri.
Tanto più che dal punto di vista tecnico non sono state apportate modifiche rilevanti, prova ne è che il Ftse Mib, nonostante il rialzo, non sia riuscito a superare la 25+5 (linea ondulata rossa), il che vuol dire che il trend di lungo periodo, come ovviamente quello di medio, si mantiene al ribasso.Tuttavia, la chiusura vicina ai massimi, ne rende probabili di ulteriori nella seduta di domani.
C’è attesa per vedere se il nostro indice, nella seconda parte della settimana, quella più importante, confermerà il tonfo di lunedì/martedì.
Come si può notare, anche per il Ftse Mib, come per lo S&P;, abbiamo una trendline (‘A’) di massimi crescenti.
Questo è senza dubbio una dimostrazione di forza, ma ricordo ancora una volta che un rialzo affidabile necessita anche di una serie di minimi crescenti.
In sintesi, il mercato ha bisogno di arrestare la propria discesa sopra il minimo del 23 settembre (13.115 punti).
A tal proposito, ho proiettato la trendline ‘A’ proprio da quel minimo, ottenendo un ipotetico supporto ‘B’ che al momento transita a circa 13.900-14.000 punti.
E’ una semplice ipotesi che considera un supporto che al momento nemmeno esiste (servono infatti almeno due punti per tracciare una retta).
Inoltre, siamo sempre all’interno di un ampio canale rosso (nel grafico è delimitato dalle linee rosse).
Tuttavia, è preferibile non trascurare alcuna ipotesi.
Riccardo Fracasso
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