From the daily archives: venerdì, Novembre 4, 2011
Oggi, Evangelos Venizenos, ministro delle Finanze greco, ha dichiarato che non si terrà il referendum che era stato annunciato martedì e che avrebbe consentito ai cittadini di scegliere se accettare o meno le decisioni prese a margine del vertice UE di fine ottobre.
 
Ma se questa notizia ha scongiurato (o ritardato ?!?) l’uscita dall’Area Euro della Grecia, è un’altra la notizia che ha scosso i mercati azionari: la situazione dell’Italia sarà monitorata trimestralmente oltre che dall’UE anche dal Fondo Monetario Internazionale.
A tal proposito Berlusconi ha detto che ‘dopo la Grecia i movimenti speculativi si stavano dirigendo verso l’Italia e quindi, come fanno le aziende che si rivolgono a società specializzate nei momenti di crisi, abbiamo chiesto alla Lagarde il monitoraggio del Fondo monetario internazionale’.
Jose Manuel Barroso, presidente della commissione UE, ha confermato la versione del nostro primo ministro, affermando che “l’Italia ha deciso da sé, di propria iniziativa, di chiedere al Fondo un monitoraggio sulla realizzazione degli impegni presi. Lo ritengo la dimostrazione di quanto importante sia per il Paese e per l’intera zona euro il progresso delle riforme”.
Sarò anche diffidente, ma a me resta il dubbio che la decisione non sia partita direttamente dall’Italia, ma che sia stata suggerita/imposta dall’Unione Europea.
Comunque sia tale provvedimento ha lo scopo di ridare credibilità al nostro Paese.
Sicuramente non guasterà il monitoraggio del FMI, ma il mercato sembra aver interpretato tale decisione come preludio per un salvataggio dell’Italia (il rendimento del decennale è schizzato al 6,4%).
Alcune fonti invece escludono l’apertura di una linea di credito a nostro favore, perchè avrebbe l’effetto di generare ulteriore sfiducia invece di allontanarla.
Di certa c’è la consapevolezza della gravità della situazione dell’Italia e delle conseguenze devastanti che potrebbe provocare un nostro default.
 
 

Grafico:

 
 

Il nostro indice ha chiuso a 15.346 punti, registrando un -2,66%.

Questa settimana dimostra come alcune sedute possano ingannare gli investitori.
Mi spiego: mercoledì e giovedì il Ftse Mib ha guadagnato rispettivamente il 2,31% ed il 3,23% che sono senza dubbio performances notevoli, ma non deve sfuggire che il bilancio settimanale è pari a -7,85%.
Insomma, non facciamoci fuorviare da ciò che altri vogliono farci vedere.
Poi ovvio, i traders dovranno fare ragionamenti più inerenti al breve termine, sfruttando le tendenze delle singole sedute.
 
 

Ultime sedute:

Il mercato è salito fino a 16.014 punti, praticamente chiudendo il gap down più basso (ad esser pignoli era necessario raggiungere almeno 16.018 punti, ma non sono certo 4 punti a fare la differenza).
Resta invece aperto il gap aperto in precedenza: il Ftse Mib dovrebbe  giungere almeno a 16.562 punti per colmarlo completamente.
L’impressione è che per un pò di tempo al nostro indice non riuscirà l’impresa.
 
Inoltre, il forte calo odierno ha provocato una nuova inversione del trend di lungo termine (la terza in tre giorni) che attualmente è impostato al ribasso.
Permane negativo anche quello di medio.
 
Il Detrended, seppur in calo, non segnala ipercomprato; sotto tale aspetto, quindi, il movimento ribassista non ha necessità di rifiatare.

Complessivamente, ne esce un quadro decisamente critico per il nostro indice.

Riccardo Fracasso

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