Il costo inizierà a gravare sui bilanci dello stato solo tra un anno, quando sarà pagata la prima cedola.
Spetta al nuovo governo l’ardua impresa di far si che siano emessi ad un tasso decente, altrimenti l’Italia sarà destinata a cadere sotto il peso del costo del proprio debito.
Nel finesettimana Berlusconi ha rassegnato le dimissioni e Napolitano ha dato a Mario Monti l’incarico di formare un nuovo governo.
Spinto dall’euforia il Ftse Mib, nella prima mattinata, è salito fino a 16.138 punti (+2,27%), per poi invertire e chiudere a 15.464 punti, registrando un -1,99%.
Questa è la conferma di quanto avevo chiarito la scorsa settimana: un nuovo governo non significa ‘scomparsa immediata di tutti i problemi’.
I rendimenti oggi non solo non sono scesi ma sono saliti in modo vistoso (il decennale, per esempio, si è riportato al 6,70%).
Ultime sedute:
Nell’ultimo articolo dedicato al Ftse Mib si era scritto:
L’indice ha effettivamente registrato nuovi massimi nel corso della seduta, ma nella chiusura non è riuscito a mantenersi sopra alla 7+5, alla 25+5 ed ai 16.000 punti.
Ne consegue che il trend di medio e quello di lungo rimangono impostati al ribasso.
Inoltre, dal grafico è possibile notare che il massimo odierno è vicinissimo alla trendline discendente (linea rossa) a riprova della validità dell’ampio canale ribassista iniziato a maggio (vedi primo grafico).
Non va comunque dimenticato che è solo lunedì (la prima parte della settimana è molto meno importante della seconda) e soprattutto siamo ancora all’interno del range 14.920-16.000.
Tuttavia, il quadro grafico è realmente cupo, e se dovesse trovar conferma il double repo dello S&P;, anche per il nostro listino il mese di novembre si rivelerebbe assai pesante.
Operare in funzione del proprio profilo di rischio.
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