From the daily archives: martedì, Novembre 22, 2011
Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso a 14.286 punti, registrando un -1,54%.Permangono le tensioni sui titoli di stato italiani (il rendimento del BTP decennale sale al 6,76%).
Ultime sedute:
Giusto ieri, riferendomi all’ipotetica trendline ‘B’, avevo scritto che “nel breve termine si scenderà anche sotto tali valori, invalidando l’ipotesi di una sequenza di massimi e minimi crescenti”.
La seduta odierna sembra darcene conferma, anche se è doveroso ricordare che i movimenti ribassisti di inizio settimana talvolta nascondono falsi segnali.
Ad ogni modo, la chiusura vicina ai minimi, avvalora ulteriormente la nostra ipotesi.
A questo punto il primo obiettivo diventerebbe proprio quello indicato ieri: area 13.800 punti.
Considerata la situazione, non è assolutamente da escludere l’ipotesi di una discesa su livelli inferiori (13.100-13.200).
Tuttavia, ritengo che nel caso si dovesse effettivamente avvicinarsi ai 13.800 punti, le possibilità che il ribasso possa iniziare a rifiatare sarebbero tali da meritare quantomeno considerazione.
Il Detrended continua a segnalare un moderato ipervenduto.
Nel frattempo, Roubini, uno dei più famosi ed apprezzati economisti al mondo, parlando dell’Italia ha ricordato che “Fino a ora nessun paese dell’area euro è riuscito a recuperare la fiducia del mercato una volta che i titoli di Stato hanno oltrepassato la soglia del 7%, con la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo che hanno dovuto richiedere un salvataggio finanziario poco dopo.”.
Mi auguro si sbagli, ma non vedo cosa possa esser fatto per invertire la rotta.
Il problema dell’Italia, inoltre, è ancor più grave perchè, come già affermato in passato, riguarda uno Stato che fa parte di quella categoria che io definisco ‘Too big to be saved’, e pertanto il rischio è che il passo dalla richiesta di salvataggio al fallimento sia piuttosto breve.
Tornando a ieri, Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, ha comunicato di aver “ricevuto una richiesta da parte delle autorità ungheresi per una possibile assistenza finanziaria. Le autorità hanno inviato una richiesta simile alla Commissione Ue, indicando che prevedono di utilizzare in via precauzionale qualunque sostegno da parte del Fondo o della Ue che fosse disponibile”.
L’Ungheria fa parte dell’Unione Europea ma non dell’Area Euro.
Ad ogni modo, un altro Stato costretto a chiedere aiuto.
Riccardo Fracasso
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