Partiamo subito col grafico dello S&P;:
 
 
L’indice americano ha chiuso a 1.205 punti, registrando un -1,17%.
 
Il Detrended non segnala nemmeno un moderato ipervenduto, il che significa che sotto tale aspetto il trend ribassista non ha bisogno di rifiatare.

La chiusura vicina ai minimi ne rende probabili ulteriori nella seduta di domani.

 
Nel commentare la chiusura di venerdì avevamo scritto: ‘…in base a quanto vediamo dai grafici, non abbiamo ancora alcun elemento che ci porti ad essere ottimisti’.
 
Anticipo sin d’ora che anche dopo la seduta da poco conclusa non è emerso alcun elemento positivo.
 
A qualcuno di voi non sarà sfuggita la comparsa nel grafico di una nuova linea: la retta verde.
E’ la trendline rialzista che ho disegnato unendo i minimi crescenti del 4 ottobre (1.075) e del 25 novembre (1.158).
Tenetela presente.
 

Ultime sedute:
 
 
 
Come potete osservare, col calo odierno lo S&P; 500 si è avvicinato molto alla trendline verde.
L’indice, come detto, ha chiuso a 1.205 punti, mentre il supporto inclinato verso l’alto domani transiterà a 1.194 punti.
Si tratta di un punto percentuale scarso.
 
Ma perchè tanta attenzione a tale retta? 
Perchè se il trend ribassista vuole fare sul serio è obbligato a romperla, ma se invece la trendline rimarrà inviolata, prenderebbe forma l’ipotesi secondo la quale il calo in atto sia una semplice correzione che consenta al mercato di segnare un terzo minimo crescente.
Ed una serie ordinata di minimi crescenti rientra senza dubbio in uno scenario rialzista.
 
Certo, le condizioni attuali (recente respingimento della media mobile a 200 giorni, assenza di ipevenduto, trend di medio e di lungo periodo ribassisti) sono ideali per una rottura della trendline, ma è bene non dar per certo ciò che per ora non è.
La settimana in corso dovrebbe fornirci chiarimenti in merito.
Monitoreremo.
 
 

Riccardo Fracasso


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