Stamattina il Tesoro ha emesso dei Ctz e dei Bot a 6 mesi.
Quest’ultimi sono stati collocati ad un rendimento annuo del 3,251%, risultato fantastico se confrontato con il 6,504% dell’asta di fine novembre.
Ciò sta a significare che il mercato ritiene meno probabile di un mese fa il rischio di default dell’Italia nel breve periodo.
Dopo un momentaneo forte calo, i rendimenti dei BTP decennali si sono riportati al 7%, livello non sostenibile nel lungo termine.
Sicuramente la recente riduzione dei rendimenti a breve rappresenta un buon segnale, ma per tornare alla normalità è indispensabile che anche quelli delle scadenze più lunghe scendano, e parecchio, altrimenti il calo sulle scadenze ravvicinate si rivelerà solo temporaneo, ed è proprio quest’ultima l’ipotesi che prevedo succederà.

Grafico del Ftse Mib:

Il nostro indice ha chiuso a 14.796 punti, registrando un -0,85%.

Ultime sedute:

La chiusura sui minimi ne rende probabili ulteriori nella seduta di domani.
Ieri si diceva: “A mio parere, fino a quando non saranno invertiti al ribasso (oggi non è successo) il trend di medio e quello di lungo periodo, ogni operazione short sarebbe accompagnata da rischi eccessivi.”.
E ancora: “L’indice è a ridosso della 25+5 e vicino alla 7+5, per cui presumibilmente sapremo presto le sue intenzioni”.

Bene, oggi il trend di lungo (il Ftse Mib è sceso sotto la 25+5) si è invertito al ribasso e ciò diminuisce i rischi per eventuali operazioni ribassiste.
Insomma, per il momento le intenzioni non sembrano delle migliori, e tale timore è confermato dalla debolezza del settore bancario, che nel nostro listino pesa molto.
Le vendite dei titoli bancari del nostro listino, in un periodo in cui è lecito attendersi un loro rimbalzo (asta BCE e ottimo esito dell’asta odierna del nostro Tesoro) lascia più di qualche sospetto.
Non è da escludere che alcune mani pesanti se ne stiano liberando.
Tuttavia, superato un ostacolo, ora ve n’è subito un altro: la 7+5.
Nel caso si dovesse invertire al ribasso anche il trend di medio, il mercato avrebbe le carte in regola per perforare il supporto a 14.430 punti e dirigersi verso uno degli obiettivi indicati.
Ad ogni modo, è bene non scordare che al momento la 7+5 non è stata perforata.
Interessante quanto sta succedendo dall’altra parte dell’Oceano, dove lo S&P;, mentre scrivo, si sta muovendo sotto la media mobile a 200 giorni.

Riccardo Fracasso


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