La disoccupazione affossa il Ftse Mib
Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 13.919 punti, registrando un -1,41%.
Il bilancio settimanale è pari ad un pesantissimo -5,82%.
Ultime sedute:
Cinque sedute e tutte negative.
La scorsa settimana si concludeva dicendo:
“…la convinzione è che sia probabile che durante la prossima settimana si dovrebbero vedere livelli superiori a quelli visti in quella appena conclusa; non è comunque detto che tali eventuali nuovi massimi siano mantenuti nelle rispettive chiusure.”.
Contrariamente a quanto si possa esser portati a credere di nuovi allunghi se ne sono avuti perchè nella seduta di lunedì scorso si è pure saliti (massimo a 14.913 punti) senza però mantenere certi livelli in chiusura.
Certo, ci si aspettava qualcosa di più (oltre a nuovi massimi giornalieri ne attendevo altri settimanali, che però non si sono verificati) ma a stravolgere l’impostazione rialzista v’è stato il pessimo dato sul tasso di disoccupazione italiano diffuso proprio lunedì e del quale abbiamo dato ampio risalto nell’ultimo articolo.
Così, a seguito di questa settimana, ci ritroviamo ancora una volta con tutti e tre i trend (breve, medio e lungo) impostati al ribasso, aspetto di certo negativo.
Insomma, siamo in caduta.
Ad aumentare le possibilità di discesa v’è il fatto che la settimana si è conclusa vicino ai minimi settimanali, rendendone assai probabili ulteriori nella prossima.
Preciso ancora una volta che non è un caso che ho scritto ‘nella prossima’; in parole semplici, sono probabili nuovi minimi durante la prossima settimana ma non è necessariamente detto che la stessa debba concludersi negativamente.
Unico aspetto positivo della settimana appena conclusa è il fatto che non si sia scesi al di sotto dei minimi di quella precedente; ad ogni modo è una magra consolazione, perchè se si considera quanto finora detto è assai probabile che gà nella prossima si scivolerà a livelli inferiori.
L’obiettivo è area 13.610 punti.
In prossimità di tale soglia, considerato che si viene comunque da forti vendite, è finanziariamente corretto alleggerire eventuali posizioni short in portafoglio e proteggere le rimanenti impostando un trailing stop.
Investitori aggressivi possono anche permettersi eventuali ingressi long nel caso in cui dovessero constatare la tenuta di questa area, ma solo accompagnando l’operazione con uno stop loss appena sotto il supporto; la situazione attuale è troppo fragile per decidere di non proteggersi.
Sarebbe comunque preferibile andare long quando la tenuta del supporto sarà certificata da qualche configurazione grafica di inversione; un vecchio detto di Wall Street recita: ‘Never Try to catch a falling knife’ (mai afferrare un coltello mentre sta cadendo), in parole semplici: non cercare di anticipare i minimi acquistando durante una discesa. Io aggiungo: se proprio lo si vuole fare si usi uno stop loss.
Fermo restando due punti:
- sarà difficile un nostro recupero se dall’altra parte dell’Oceano (S&P) non arriveranno segnali positivi;
- considerata la fragilità della nostra economia, nessuno ci vieta di sfruttare un eventuale rimbalzo del nostro listino esclusivamente per aprire nuove posizioni ribassiste (magari quelle che si saranno chiuse in prossimità dell’area 13.610) a prezzi più convenienti. Raggiunti determinati livelli, non me la sento di escludere rimbalzi anche vistosi pure per il nostro listino, ma è buona regola per ogni investimento valutare il rapporto rischio/rendimento e sotto questo aspetto personalmente preferisco altri mercati, sempre che tengano supporti importanti.
Riccardo Fracasso
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