S&P 500: prosegue la correzione
Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.379 punti, registrando un +0,17%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -2,43%.
La scorsa settimana si scriveva:
“In buona sostanza, ad oggi gli elementi tecnici ci consigliano di continuare guardare verso il basso e soprattutto ci sconsigliano ingressi long su questi valori.”.
Il calo dell’ultima settimana dimostra come era effettivamente meglio guardare verso il basso e non aprire posizioni rialziste.
Molti media hanno giustificato il ribasso con l’elezione di Obama…la classica risposta da telegiornale.
Personalmente ritengo che l’esito delle elezioni non abbia alcuna attinenza con le forti vendite, tant’è che il mio consiglio di ‘guardare verso il basso’ fu scritto ben prima di conoscerne il risultato.
Per di più, persino due settimane fa si manifestava il proprio scetticismo:
“Rimbalzo o meno, ritengo che area 1.402 sia destinata ad essere rotta sia per via delle tendenze negative, sia perchè nelle ultime settimane s’è interrotta la serie di massimi crescenti, mentre ne abbiamo una di minimi decrescenti.”.
Area 1.402 è stata perforata in modo netto durante questa settimana, come previsto.
Tornando all’articolo della scorsa settimana:
“Esistono diversi elementi (non ultimo il MACD settimanale che si conferma impostato al ribasso) che suggeriscono che il ritracciamento non sia esaurito e, poichè la correzione si riferisce ad un rialzo che, come abbiamo notato, è notevole, potrebbe rivelarsi consistente, pur non assumendo i contorni dell’inversione.”.
Allora, cerchiamo di individuare almeno un obiettivo a questa correzione, servendoci dei ritracciamenti di Fibonacci:
Premesso che:
- una vera correzione il più delle volte si ferma al ritracciamento del 38,2%;
- è stato calcolato che l’impatto del fiscal cliff sul PIL, del quale s’era parlato la settimana scorsa, ammonterebbe ad oltre il 4%, quindi piena recessione per gli Stati Uniti, il cui prodotto interno lordo è al 2%. Con ogni probabilità Obama opterà per misure meno drastiche, ma che comunque si stima incideranno negativamente sul PIL per circa l’1,5%. Certo, molto meglio del primo scenario, ma, considerando che lo S&P 500 con la gamba rialzista avviatasi ad ottobre 2011 ha guadagnato il 37%, difficile pensare che grazie allo storno in corso si sia già scontato un rallentamento così forte. Inoltre, l’eventuale decisione di Obama di percorrere una strada morbida, potrebbe avere ripercussione nel giudizio delle agenzie di rating. C’è da scommettere che del fiscal cliff se ne parlerà molto in questi mesi.
Ciò detto, fatto salvo l’intervento delle mani forti (improbabile, perchè se volevano/riuscivano avrebbero evitato la discesa sotto i 1.402 punti), ritengo che la correzione porterà lo S&P 500 almeno fino ad area 1.321.
A questo livello potrebbe esserci una buona reazione, ma non è detto che poi non si debba scendere nuovamente.
Ad ogni modo, ora torniamo alla stretta attualità:
Come possiamo osservare, tutti e tre i trend sono saldamente impostati al ribasso, ma tale aspetto, se da una parte significa che sarà molto difficile invertire la tendenza, dall’altra apre la possibilità ad un discreto rimbalzo (il movimento ribassista è talmente solido da poterselo permettere).
Esistono altri motivi che rendono possibile un recupero di breve termine:
- lo S&P 500 (vedi grafico nr. 2) si trova in linea del ritracciamento del 23,6%, livello che, seppur raramente risulta essere l’obiettivo finale di un movimento, potrebbe favorire una reazione positiva;
- il Detrended segnala un buon ipervenduto e l’RSI a 2 giorni lo indica persino come molto alto;
- lo S&P si trova in area media mobile a 200 giorni e potrebbe risultarne favorito.
Tuttavia, si sta parlando dell’ipotesi di un semplice rimbalzo di breve perchè, a mio avviso, come precedentemente affermato, nel corso delle prossime settimane s’andranno a vedere livelli inferiori agli attuali.
Di seguito l’elenco degli elementi negativi precedentemente descritti con l’aggiunta di altri:
- necessità di scendere fino al ritracciamento del 38,2% di Fibonacci;
- problema ‘fiscal cliff’ da scontare;
- trend saldamente impostati al ribasso;
- MACD settimanale che conferma la propria impostazione ribassista.
Riccardo Fracasso
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