Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 1.691 punti, registrando un +0,08%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -0,03%.

Grafico:

Grafico nr. 1 - S&P 500

Grafico nr. 1 – S&P 500

La scorsa settimana:

“Nonostante gli eccessi di ipercomprato, a mio avviso vi è la volontà da parte della mano primaria di portare lentamente il mercato ancora più in alto, contenendo la volatilità e contrastando le vendite di quei trader che stanno scommettendo sul doppio massimo in area 1.687 punti.”.

Al momento, il mercato conferma la previsione.

Indiscutibile, infatti, la ‘lentezza‘ con la quale il mercato sale, o, sarebbe meglio dire, evita di scendere.

Settimana composta da 5 sedute le cui variazioni vanno da un minimo di -0,38% ad un massimo di +0,26%.

Se da una parte una settimana simile può risultare inutile agli occhi di molti investitori (ed in effetti sotto certi versi inutile è), dall’altra parte va sottolineato che l’averla passata indenni, evitando (almeno per il momento) un potenziale doppio massimo, ed aver eliminato gli eccessi di ipercomprato, rappresentano dei risultati importanti.

Ciò è stato possibile contenendo la volatilità (il VIX è a 12,72) e quindi evitando il panico.

A questo punto, non posso che ribadire quanto sostenuto sabato scorso:

“Se da una parte ritengo che si possa salire ancora, dall’altra non va scordato che il mercato americano è molto tirato; un conto è mantenere quanto si ha in portafoglio (proteggendolo con trailing stop!), tutt’altro è salire sul treno ora (l’ingresso in un mercato che corre da oltre 5 anni alimentato anche da una forte leva, che si ritrova in piena area di resistenza e con la presenza di ipercomprato è operazione che prevede un rapporto rischio/rendimento notevolmente sbilanciato dalla parte del rischio).”.

Molto pericolose chiusure convinte al di sotto del precedente massimo segnato il 22 maggio, a 1.687 punti, che originerebbero una falsa rottura.

Riccardo Fracasso

 

 

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