Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 1.836 punti, registrando un -0,19%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -0,13%.

La scorsa settimana:

“Ricapitolando quanto finora scritto:

  • lo S&P 500 ha come prossimo obiettivo il raggiungimento di area 1.850 punti …
  • … ipotesi probabile se si considera la chiusura settimanale sui massimi;
  • tale area è rafforzata da un punto pivot su base settimanale;
  • ci si arriva con una presenza di forte ipercomprato e…
  • … in una situazione di minor forza relativa rispetto ad altri asset.

Questo è lo scenario.

Un’eventuale mancata rottura convinta di area 1.850 andrebbe letta come un presupposto per un calo mentre un eventuale superamento deciso rappresenterebbe ovviamente una dimostrazione di forza.”

In buona sostanza, il quadro non era un granchè.

Grafico su base giornaliera:

Grafico nr. 1 - S&P 500 - Base giornaliera - Raggiungimento area 1.850

Grafico nr. 1 – S&P 500 – Base giornaliera – Raggiungimento area 1.850

Com’è possibile notare area 1.850 punti è stata ancora una volta raggiunta senza, per il momento, essere violata.

Ad oggi, comunque, non si può parlare di chiaro respingimento perché lo S&P 500 è comunque a pochi passi dalla resistenza.

La rilevanza di area 1.850 è ben visibile anche nel grafico su base settimanale:

Grafico nr. 2 - S&P 500 - Base settimanale - Area 1.850

Grafico nr. 2 – S&P 500 – Base settimanale – Area 1.850

Un trend rialzista è un movimento che si articola in una sequenza di minimi e massimi crescenti.

Nel caso specifico è possibile notare chiaramente anche dal grafico su base settimanale la difficoltà a registrare un nuovo massimo.

In queste condizioni si rafforza l’ipotesi di una calo che, però, diverrà più pericoloso solo nel caso in cui dovesse far segnare allo S&P 500 un minimo decrescente (quindi inferiore ai 1.737 punti).

Tuttavia, ripeto, ad oggi abbiamo solo alcuni elementi di allerta ma siamo in assenza di quelli che segnalano un inversione.

In buona sostanza, l’ipotesi ribassista ha dalla sua discrete possibilità di verificarsi, ma non abbastanza da definirsi altamente probabile.

Ad ogni modo, l’apertura di una posizione ribassista presso questi livelli consente di impostare uno stop loss poco sopra i massimi (1.850), il che implica uno stop loss poco oneroso, aspetto ovviamente positivo.

Ora ricerchiamo possibili target a questa ipotesi:

Grafico nr. 3 - S&P 500 - Forchetta discendente

Grafico nr. 3 – S&P 500 – Forchetta discendente

Quel che ho disegnato è una Forchetta discendente di tipo 3 (con massimi A e C allineati) ma ancora priva di movimento di riconoscimento.

L’obiettivo è la Mediana che al momento transita a 1.770 punti e che intorno al 10 marzo si muoverà all’interno dell’area del minimo segnato il 5 febbraio (1.737 punti).

Ora, passiamo all’analisi dei punti pivot per raccogliere eventuali dati utili.

Come sapete, secondo un’analisi sui pivot annuali s’è giunti alla conclusione che il più delle volte è rispettata la seguente regola:

Se  Apertura > Punto Pivot allora  Chiusura > Punto Pivot

Se  Apertura < Punto Pivot allora  Chiusura < Punto Pivot

Mi preme chiarire da subito che qui si apre una pagina in cui si sta semplicemente verificando insieme l’attendibilità di un comportamento dei prezzi che ho personalmente individuato su base annuale.

Ammesso e non concesso che tale regola sia affidabile anche per time frame diversi da quello annuale, verifichiamo la situazione con i pivot mensili e trimestrali:

Grafico nr. 4 - S&P 500 - Pivot mensili e trimestrali

Grafico nr. 4 – S&P 500 – Pivot mensili e trimestrali

Partiamo dal mensile.

Febbraio ha aperto a 1.782 punti, quindi ad un prezzo inferiore al pivot centrale (1.800); ne consegue che, se il comportamento verificato su base annuale dovesse essere valido anche su time frame mensile, è probabile che il mese in corso si concluda al di sotto dei 1.800 punti, il che, dai valori attuali (1.836), implicherebbe un calo di almeno 2 punti percentuali.

Ricordo che Febbraio si concluderà con la settimana entrante.

Ora passiamo al trimestrale.

Il trimestre si è aperto a 1.845 punti, valore superiore al pivot centrale (1.781); ne consegue che, se il comportamento verificato su base annuale dovesse essere valido anche su time frame trimestrale, è probabile che la chiusura del trimestre sarà anch’essa superiore ai 1.781 punti.

Combinando il tutto, la prossima settimana probabilmente sarà negativa di almeno 2 punti percentuali, ma l’eventuale raggiungimento di area 1.781 (pivot centrale trimestrale) potrebbe rivelarsi un’occasione di acquisto per chi agisce con un orizzonte temporale fino a fine Marzo.

Se così fosse, avremo un nuovo minimo crescente che darebbe un nuovo impulso allo S&P 500 per raggiungere nuovi massimi.

Riccardo Fracasso

 

2 Responses to S&P 500: raggiunta la resistenza

  1. Zaher ha detto:

    Ciao Riccardo,

    grazie come sempre per le tue analisi, vorrei chiederti se ci potrebbe essere una evening doji star sul future sp500 sul weekly?

  2. RICCARDO FRACASSO ha detto:

    Ciao Zaher,

    innanzitutto un dettaglio tecnico: secondo alcuni manuali si parla di doji quando il corpo non supera il 3% del range massimo-minimo.
    Nel caso specifico la condizione non è soddisfatta per cui, volendo essere pignoli, non è possibile parlare di doji.

    Ciò finisce per escludere la evening doji star.
    Per quanto riguarda invece la evening star è una figura composta da tre candele.
    Nel caso specifico manca la terza che deve essere una candela lunga rossa con una chiusura profonda.

    Inoltre, in teoria dovrebbe pure esserci un gap up tra la prima e la seconda candela, ma su questo si può sorvolare perché lo S&P, come il DJ, quasi sempre apre in coincidenza con la chiusura del giorno precedente.

    Un saluto.

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