Pur non conoscendo il risultato degli stress test (che sarà pubblicato domenica) per MPS, è comunque possibile fare qualche ragionamento in merito.
La vistosa debolezza delle ultime settimane, che ha provocato addirittura la temporanea e violenta fuoriuscita dalla parte inferiore del range laterale di lungo termine, suggeriva la convinzione del mercato di un esito particolarmente severo degli stress test.
Il timore degli investitori era ed è tuttora legato all’eventuale necessità di MPS di ricorrere ad un nuovo corposo aumento di capitale.
A distanza di soli 4 mesi dal precedente (di ben 5 MLD), un ulteriore aumento di capitale risulterebbe complicato da attuare e negativo per le quotazioni del titolo in misura proporzionale alla sua entità (a meno che lo stesso non fosse dedicato all’ingresso di un nuovo importante socio).
In buona sostanza, l’ondata di vendite che ha travolto MPS nelle ultime settimane sconta uno scenario che prevede un consistente aumento di capitale e, parzialmente, anche l’incapacità di attuarlo.
Tuttavia, secondo le ultime voci si prospetta una bocciatura ‘leggera’ per MPS ripianabile attraverso operazioni di alienazione e di emissioni di nuove obbligazioni.
Un simile risultato eviterebbe il ricorso ad una nuova ricapitalizzazione della banca.
Se così fosse, emergerebbe uno scenario decisamente meno preoccupante di quello scontato attualmente dal mercato e, si sa, la diffusione di una notizia migliore rispetto a quella prezzata dalle quotazioni solitamente (se non sempre) porta a decise ricoperture di cui abbiamo avuto un assaggio nella settimana appena conclusa (+17%) ed in particolar modo nell’ultima seduta (+10%).
Riccardo Fracasso
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